Milano. Lo squalo è arrivato. Il media tycoon australiano, Rupert Murdoch, ha acquistato Telepiù, la prima pay-tv italiana fino all’altro ieri di proprietà dei francesi di Vivendi. Murdoch, proprietario anche di metà delle quote di Stream tv (l’altra metà è della Telecom) fonderà le due aziende e lancerà Sky Italia, operatore unico nel campo delle televisioni digitali, criptate e a pagamento. Altre volte mr. Murdoch è stato sul punto di entrare con forza nel mercato televisivo italiano, ma per un motivo o per un altro lo sbarco è sempre saltato. La sinistra italiana lo ha sempre visto con il sangue agli occhi, un po’ per la paura dello straniero (sentimento che i veltroniani non hanno mai avuto per i francesi di Vivendi), un po’ per i suoi rapporti con Silvio Berlusconi (ieri l’Unità avvertiva che "Murdoch è amico di Berlusconi"), un po’ per la storica contrarietà al libero mercato televisivo (quando Murdoch voleva comprare Mediaset, la sinistra insorse).
Lo squalo Murdoch ha acquistato Telepiù dimostrando che il suo soprannome è più che giustificato. Vivendi era con l’acqua alla gola, e si trovava costretta dalla banche a vendere alcuni asset. Telepiù era la più facile da cedere. La trattativa era partita sulla base di un miliardo e mezzo di euro, Murdoch era d’accordo ma prendeva tempo. E più le settimane trascorrevano più le banche pressavano Vivendi, e più si abbassava il prezzo. Un paio di settimane fa, con le banche alle costole, Vivendi annunciò la vendita, ma Murdoch smentì, peggiorando la situazione creditizia dei francesi, costretti per chiudere l’affare a concedere un ulteriore sconto alla News Corporation. Martedì Murdoch ha annunciato l’acquisto per 900 milioni di euro. Solo 470 milioni entrano nelle casse di Vivendi (poco rispetto al debito globale di 10 miliardi di Euro), il resto serve a coprire il deficit di Telepiù, che passa dunque a Murdoch ben risanata.
Non solo. L’estate scorsa è stato risolto il problema della pirateria e delle tessere taroccate. Il nuovo sistema ideato da Telepiù tiene molto bene, tanto che alla prima giornata di campionato di calcio, i centralini sono stati subissati da 150 mila richieste di abbonamento e altrettante di upgrade. Murdoch ha ottenuto tutto questo praticamente gratis. E ora potrà dedicarsi a formare il nuovo management e studiare l’offerta commerciale. Il suo uomo in Italia è un neozelandese di 44 anni, Tom Mockbridge, che non conosce una parola di italiano, anzi è al suo primo incarico in Europa. Sarà lui a costruire la nuova società. Cisono poche anticipazioni, un’indiscrezione svela che Sky offrirà 8 o 9 nuovi canali di cinema e altrettanti canali sportivi tematici.
Come butterà?
Certo il punto interessante è capire quali effetti politici avrà lo sbarco di Murdoch.
Il primo è automatico, visto il fatturato dell’acquirente. Murdoch, infatti, "internazionalizza" la questione del monopolio, sottraendosi così a scivolose pastoie italiane. Il file Stream-Telepiù è affidato alla Commissione europea, alla Direzione per la Concorrenza di Mario Monti, il quale conosce perfettamente l’importanza dell’affare per Vivendi. La decisione potrebbe arrivare tra dicembre e gennaio, e a quel punto l’avventura italiana comincerà.
Alcuni hanno fatto notare come proprio nel giorno dell’arrivo di Murdoch, la Finanziaria abbia concesso incentivi economici per l’acquisto di decoder digitali. Un problema che Murdoch dovrà affrontare, in quanto produttore di decoder a tecnologia Nds, mentre gli attuali trasmettono anche in Seca, i cui diritti sono della Thomson. Piccole cose (e previste da tempo) di fronte al timore che l’arrivo di Murdoch possa significare una strategia coordinata con Mediaset che stritoli la Rai. Murdoch è convinto assertore di un modello industriale integrato che prevede l’interdipendenza tra pay tv, televisioni via etere e carta stampata. Vero, come dice anche Stefano Balassone, ex consigliere d’Amministrazione Rai, il quale per ora minimizza l’importanza dello sbarco di Murdoch: "La ciccia è nel business della televisione terrestre". Tra l’altro la nuova legge Gasparri, se mai dovesse essere approvata, obbliga Telepiù a cedere le due frequenze terrestri in chiaro e, per il momento, alle viste c’è una privatizzazione modesta e lenta della Rai. C’è chi immagina contrasti incipienti tra Murdoch e Mediaset. Possibile? Balassone è prudente: "Aspettiamo prima di giudicare. Io non mi iscrivo né al partito dei pessimisti che vede nell’ingresso di Murdoch una convergenza operativa con Mediaset né a quello degli ottimisti che spera in un’alternativa al duopolio". Ieri però una dichiarazione del ministro Maurizio Gasparri, "Le norme sugli incentivi per l’acquisto dei decoder potranno essere riviste", ha dato fiato all’idea che Murdoch agisca in concorrenza con Mediaset. Se fosse vero, la sinistra ha nella bozza di legge Maccanico (che prevede la cessione di una rete Rai e di una Mediaset) uno strumento formidabile per avere Murdoch dalla propria parte e avversario di Berlusconi.