La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 25 ottobre, (XXV Giorno
della Nuova Era Riformista), si apriva con le notizie dal teatro
di Mosca: "I ceceni: decimeremo gli ostaggi". Le cronache
di Alberto Stabile sono puntuali e copiose. L’articolo migliore
è quello di Pietro Veronese, finalmente libero dal giogo
di Guido Locaputo, "il poeta visionario" e "amico
di un amico di Saddam" che trovò il modo di far arrivare
Rep. a Baghdad. Buona l’idea di affidare a uno scrittore russo
un "diario da Mosca", come Rep. fece splendidamente
ai tempi della crisi jugoslava. L’autore si firma con uno pseudonimo-calembour,
"B.Akunin", e la cosa potrebbe insospettire molto un
ex giornalista di Rep. con la barba rossa e lo scranno azzurro.
Il diario però non è un granché, e contiene
anche informazioni approssimative. Magdi Allam scrive un articolone
per spiegare che no, Osama bin Laden con i ceceni non c’entra
niente. Anais Ginori invece intervista André Glucksmann,
mica Nanni Moretti.
Poi c’è Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat). E’
il suo giorno: il cecchino di Washington è stato catturato,
nonostante le sue ironie su Charles Moose, lo sceriffo che a
Zuccopycat piace chiamare Capo Alce.
Notizie russe a parte, ieri Rep. era di una noia senza pari.
Corrado Augias (Capo Aug.) ha ravvivato le pagine con un commento
sul sedere del ciclista Mario Cipollini pizzicato da un’audace
signora durante il programma di Maria De Filippi. Capo Aug. riconosce
che Cipollini ha "una bellezza ribalda" e "glutei
poderosi". Capo Aug. sarebbe tentato anche lui, se solo
non fosse un gesto così "meschino". Capo Aug.
molto più interessato, e giustamente, alle "due sventurate
palpatrici": "Se facessi ancora il cronista mi piacerebbe
andare a vedere chi sono, dove vivono, che cosa leggono".
La "palpata vecchio stile", direbbero gli amici del
Diario di Enrico Deaglio.
Michele Serra si posiziona riformista. Detesta ancora "gli
anatemi fallaciani", ma per un giorno, uno solo, la sua
rubrica quotidiana, "L’Amaca", è diventata "L’Amaca
e l’Orgoglio". Ecco: "Ci tocca prendere atto che l’Islam,
piegato alle esigenze dei fanatici e dei disperati, è
oggi il pretesto più corrente per dividere il mondo tra
puri e impuri, tra salvi e reietti. I musulmani devono prenderne
coscienza".
Le pagine di politica girano sempre intorno all’incomprensibile
dibattito interno all’Ulivo. Un titolo dice: "Il centrosinistra
riparte senza il voto a maggioranza". Che vuol dire? L’occhiello
è ancora meno chiaro: "Da Violante a Bordon, giudizi
positivi sull’esito dell’assemblea. Ma per ora la conta è
solo rinviata". Ma di che cosa parlano? La risposta è
in un articolo di Claudia Fusani probabilmente su un altro
argomento, ma fa lo stesso dove Luciano Violante spiega:
"Si voleva un voto, noi ci siamo opposti perché non
si capisce bene su cosa avremmo dovuto votare". Non contenti
di non aver deciso niente, ora pare che "i vertici Ds accelerino:
il 22 assemblea degli eletti". Goffredo De Marchis li sfotte
che è un piacere, perché alla nuova riunione ci
saranno "i movimenti e i girotondi" e "se lo strappo
sarà ricucito anche Sergio Cofferati". Red. Corr.
non vede l’ora di leggere.
La pagina 26 è di Alessandra Longo, in perfetta Nuova
Linea Riformista. Prende in giro i Ds, e con lo stesso piglio
con cui graffiava An e Lega. Nella stessa pagina c’è anche
Concita De Gregorio (Conc.), tornata ai girotondi. Pare che ce
ne sarà un altro, o qualcosa del genere, e sarà
"una specie di Woodstock della parola". Auguri, specie
per la notizia, data da Conc., della nascita di un nuovo movimento:
i "testedatagliare", che fanno pensare più alla
Bastiglia che a un concerto rock. "In questo momento di
litigi del centrosinistra vogliamo sgombrare il campo dai personalismi
dice Mascia", che non è la panterona del Grande
Fratello ma uno degli organizzatori.
Infine Liana Milella (Mil.), che all’ottantaquattresimo articolo
consecutivo sul sottoemendamento di un capoverso della legge
Cirami non è ancora riuscita a spiegarsi. Eccone un assaggio:
"Ds e Margherita si ritrovano insieme dopo essersi divisi
nel correggere l’errore sulla custodia cautelare, i Ds con la
Casa delle libertà, la Margherita astenuta in polemica
con una correzione tecnica e con Pera che aveva accorpato le
proposte di modifica del Polo e della sinistra". Boh. Almeno
stavolta c’è un piccolo scoop. Mil. ha trovato un bravo
costituzionalista che sulla Cirami dice la stessa cosa dei girotondi.
E, infatti, si chiama Giostra.
(continua)
26 Ottobre 2002