Che cosa c’è sul web: Why Berlusconi is fit to sell the Coliseum?
L’Economist elogia in un editoriale e in un articolo l’idea berlusconiana di privatizzare il Patrimonio dello Stato. Gli articoli non sono linkabili, perché a pagamento
29 novembre
La Quinta Internazionale
Luca Sofri non me ne vorrà ma ogni sei mesi va detto: Internazionale è un giornale insopportabile. Ma questo è un mio giudizio. Il punto è questo: si spaccia per rivista che raccoglie il meglio degli articoli pubblicati in giro per il mondo. Balle. Sceglie, ed è un suo diritto, soltanto articoli no global, anti americani, terzomondisti eccetera. Fatelo, per carità. Ma non prendete in giro i vostri lettori. Sul numero in edicola, per esempio, la copertina è affidata a Robert FIsk, uno dei giornalisti più sputtanati dell’universo. Avrebbero fatto prima a chiedere un articolo a Don Vitaliano
29 novembre
Gli antiamericani secondo Christopher Hitchens
L’America non è soltanto un paese, è un concetto. L’antiamericanismo non è solo una sindrome della sinistra, è anche bigottismo religioso eccetera. Chiamiamoli in un altro modo, così ci intendiamo: anti modernisti se sono stranieri, native masochist se sono cittadini americani.
29 settembre
Quanti bergamaschi tra i Mille?
Più di 160, e oltre 60 bresciani. I lombardi erano in maggioranza (464). Bossi ha ragione. I cronisti di Montecitorio che sfottono, evidentemente non sono mai andati in macchina a Bergamo. Quando si arriva c’è un cartello che dice: “Bergamo, Città dei Mille”
29 novembre
Adornato sul Potomac
Il Washington Times scrive che non tutti gli europei sono antiamericani. Per esempio Nando Adormato…
28 novembre
Gli americani e gli europei non sono così distanti
Lo dice Foreign Policy in questo studio intitolato The Real Trans Atlantic Gap: è più una fissazione delle elite, del New York Times e di Le Monde, che un problema reale. Qui il saggio di Bob Kagan, ripubblicato da Foglio (da Policy Review) che ha aperto il dibattito
28 novembre
Jonathan Franzen è una Sòla
Lunghissimo articolo di New Republic conro lo scrittore più sopravvalutato del decennio
28 novembre
Quanto costa la guerra all’Iraq
I testi di un convegno del Csis di Wasghington
28 novembre
Knockin’ on Dylan’s door
Quanti politici americani citano Bob Dylan… Ma stranamente non sono solo i Democratici, anche Trent Lott lo fa. Io, intanto, mi godo questo stupendo Live del 1975, The Rolling Thunder Revue
27 novembre
Il Di Pietro di Manhattan?
Il caso Eliot Spitzer, l’Attorney General che indaga su Wall Street, lancia messaggi ai Democratici e vuole fare il partito dei consumatori. Fino alla Casa Bianca? L’altro giono l’ho visto a 60 minutes, della Cbs, mentre saliva come un eroe su un palco. Gli altoparlanti sparavano a tutto volume la musica di Rocky. L’articolo è del New Republic. Qui un articolo del NY Observer
26 novembre
Prima Arik, poi Bibi
A malincuore (preferirei Bibi subito) sono d’accordo con William Safire del NYT e la Casa Bianca
26 novembre
Forza donne
Mancava solo questa
26 novembre
Renousbject di dicembre
da Max
26 novembre
Sì, è la Bbc ma sembra la Rai tv
Il leggendario network britannico finge di essere imparziale, in realtà non lo è. Un sito le fa le pulci
25 novembre
Non so a voi
ma a me l’accoglienza della piazza di Bucarest a Bush mi ha molto colpito. Qui il testo del discorso del presidente sulla libertà e sui dittatori che parlano dal balcone. La bella cronaca di Maurizio Molinari della Stampa
25 novembre
La marchetta vecchio stile
Uno non può credere che escano articoli così: Patrizia Busnelli, Panorama, sul nuovo negozio milanese Fay
25 novembre
Stanche del vostro fidanzato?
Segnalalo alle amiche, è l’ultima moda nykese
23 novembre
Vattimo Watch
Il filosofo ha vinto il premio Hannah Arendt, la Stampa pubblica la sua lectio dove la Arendt è definita schiavista e scema
23 novembre
Miss Mondo
Cento morti a causa di un concorso di bellezza. Wole Soyinka, nigeriano premio Nobel per la letteratura, scrive una rticolo per Repubblica nel quale spiega – e condanna – la ferocia assassina dell’Islam. Sempre su Rep. Magdi Allam dice che l’Islam non c’entra. Mah. Il Corriere pensa bene di intervistare Afef, la quale dice di avere un’amica americana e una ebrea. Aridatece Alba Parietti
23 novembre
Un tram chiamato 75 euro
Mi è arrivata a casa un multa da 75 euro. Pare che nel 1986 io non abbia vidimato il biglietto del tram. Un giorno qualcuno li punirà
23 novembre
Passa al Canada
La campagna switch to Canada presa in prestito da quella della Apple
21 novembre
George W. è un grande presidente, ma anche questo dialogo non è male
The White house
Over to the Oval office…
George: Condi! Nice to see you. What’s happening?
Condi: Sir, I have the report here about the new leader of China.
George: Great. Lay it on me.
Condi: Hu is the new leader of China.
George: That’s what I want to know.
Condi: That’s what I’m telling you.
George: That’s what I’m asking you. Who is the new leader of China?
Condi: Yes.
George: I mean the fellow’s name.
Condi: Hu.
George: The guy in China.
Condi: Hu.
George: The new leader of China.
Condi: Hu.
George: The Chinaman!
Condi: Hu is leading China.
George: Now whaddya’ asking me for?
Condi: I’m telling you Hu is leading China.
George: Well, I’m asking you. Who is leading China?
Condi: That’s the man’s name.
George: That’s who’s name?
Condi: Yes.
George: Will you or will you not tell me the name of the new leader of China?
Condi: Yes, sir.
George: Yassir? Yassir Arafat is in China? I thought he was in the Middle East.
Condi: That’s correct.
George: Then who is in China?
Condi: Yes, sir.
George: Yassir is in China?
Condi: No, sir.
George: Then who is?
Condi: Yes, sir.
George: Yassir?
Condi: No, sir.
George: Look, Condi. I need to know the name of the new leader of
China. Get me the Secretary General of the U.N. on the phone.
Condi: Kofi?
George: No, thanks.
Condi: You want Kofi?
George: No.
Condi: You don’t want Kofi.
George: No. But now that you mention it, I could use a glass of milk. And then get me the U.N.
Condi: Yes, sir.
George: Not Yassir! The guy at the U.N.
Condi: Kofi?
George: Milk! Will you please make the call?
Condi: And call who?
George: Who is the guy at the U.N?
Condi: Hu is the guy in China.
George: Will you stay out of China?!
Condi: Yes, sir.
George: And stay out of the Middle East! Just get me the guy at the U.N.
Condi: Kofi
George: All right! With cream and two sugars.
21 novembre
Festival Barney
Stasera alle 19 alla Libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte, Milano
20 novembre
Che cosa succederà in Iraq
Gli scenari del dopo Saddam
previsti da un think tank interessante. Dal Foglio. Qui, invece, ancora su The Threatening Storm
20 novembre
Do ya think I’m sixty?
Bel titolo su Rod Stewart, un cantante che non mi piaceva neanche quando era davvero forty. (Presa la battuta?)
Anche perché, se ci pensate bene, è il Mini-me di Robbie Williams
18 novembre
Elogio della faziosità in televisione
Il solito grande Andrew Sullivan spiega come non gli freghi niente del fatto che quasi tutte le televisioni britanniche siano “di sinistra”: Let the bias be upfront and enjoyable. Give different viewpoints a chance. Let the real Old Labour lefties rip as well, without passing themselves off as purveyors of neutral drama or documentary. One of the oddities of, say, Fox News in the U.S. is that its viewers are by no means all conservatives. Liberals tune in as well, to see and hear viewpoints obscured by the suffocating liberalism of the pseudo-objective networks. No one loses. And politics – especially knowledge and awareness of politics – can only gain”.
17 novembre
Oriana su Salon
Bellissimo articolo sulla Fallaci che “dichiara guerra all’Islam con un libro pieno di pregiudizi, ma la sinistra avrebbe bisogno di ascoltare quello che dice”.
17 novembre
Uomini nuovi e di belle speranze
Qualcuno, prima o poi, lo dirà che questoHu Jintao è stato l’uomo che per dieci anni ha devastato il Tibet per conto di Pechino?
17 novembre
Ecco perché Il Foglio, cioè il mio giornale, è il migliore d’Italia
Oltre alle solite cose, oggi pubblica una sterminata analisi storica della destra israeliana, e un meraviglioso reportage dall’Iran di una giornalista metà italiana metà iraniana
16 novembre
E se questo fosse davvero l’italiano di Osama?
Panorama insiste: il milanese di Bali è stato arrestato in relazione all’attentato rivendicato da Al Qaida. Anche Repubblica conferma. Con cautela, forse non era una bufala
15 novembre
Il manifesto delle aquile
Né falchi né colombe, né conservative né liberal. Libertari sui diritti civili, realisti in politica estera
Questo testo piace anche a Andrew Sullivan
14 novembre
Nuove frontiere del giornalismo: l’intervista con copyright dell’intervistato
Domani, su Panorama, intervista esclusiva a Oriana Fallaci, scritta (?) da Riccardo Mazzoni. Alla fine c’è scritto: copyright Oriana Fallaci. Questa donna è un genio
14 novembre
Secondo Celentano, via Sette,
“Chick Corea è uno dei più grandi pianisti del mondo” (vero), e “mai prima d’ora aveva accettato di suonare con altri che non fosse il suo gruppo”. Non è vero, ovviamente. E il disco con Pino Daniele?
14 novembre
Il Riformista copia il Giornale
Oggi Emanuele Macaluso sfotte l’Unità con lo stesso argomento e la stessa battuta usata ieri dal Giorgio Gandola sul Giornale
14 novembre
Vattimo Watch
“Confermo tutto”.
Sofri ha fatto 30 ora faccia 31″. “Non mi sento un forcaiolo”
13 novembre
Il manifesto di Sullivan
THE EAGLES: I’m tired of this hawk-dove paradigm. And we all know how tired left and right are as useful labels. (Yes, I know I use them, but sometimes, you gotta.) More revealing, perhaps, is the fiscal-conservative-social-liberal category, in which I think I’d probably be counted. (The roster of categories is therefore: social and fiscal libs; social and fiscal conservatives; socially liberal but fiscally conservative independents; and socially conservative and fiscally liberal independents.) But the war changes the matrix again, I think. There’s a new group of people out there who are socially liberal but also foreign policy realists, especially among those who have been awakened to political engagement by September 11. Some of these used to be Scoop Jackson Democrats, but today’s breed doesn’t buy into the big government liberalism of the 1960s and 1970s either. Some are neocons who don’t love the social right. Others are just Generation X and Y, who simply accept the social diversity of modern culture and want to see it defended against theocratic barbarians. These people are not comfortable with the Republicans’ flirtation with the religious right, or their prosecution of the drug war or mixing of church and state; and they’re not impressed by the Democrats’ lack of seriousness in foreign policy or enmeshment with public sector interest groups. They’re politically homeless, these people – but were probably key swing voters in the last election. Instead of hawks and doves, call these people “eagles.” I think they’ll play a key part in shaping the politics and culture of the next few years. Are you one?
13 novembre
Merlo bravissimo
Vattimo è “un cavaliere che suona la carica stando a cavallo di un cavallo a dondolo”
13 novembre
E’ ufficiale: il pensiero di Vattimo è assente
“Caro Sofri se hai sopportato per anni il carcere ingiusto, ti chiedo di resistere ancora, perché questa volta, io credo più di prima, ne vale la pena. Io certo non lo saprei fare, ma tu ormai…”
12 novembre
Abbiamo tutti bisogno di mutande pulite, no?
Mi scrive Jeff Bezos di Amazon e mi fa sapere che chi ha provato in anteprima Apparel, il negozio di vestiti di Amazon, in una settimana ha comprato:
14,487 shirts (Polo Ralph Lauren button-downs to DKNY blouses)
* 1,843 jackets (Old Navy fleece to Polartec windbreakers)
* 2,712 sweaters (Eddie Bauer V-necks to Liz Claiborne cardigans)
* 140 swimsuits (Tommy Bahama to Speedo)
* 9,408 pants (Gap khakis to Guess jeans)
* 485 skirts (Nordstrom suede to Spiegel leather)
* 1,461 sleepwear items (Marshall Field’s satin robes to Lands’ End flannel pajamas)
* 3,254 pairs of shoes (Nike Air Max to Nine West boots)
* 1,870 pairs of socks (Cole Haan cashmere-blend to OshKosh B’Gosh
cotton)
* 2,805 accessories (handbags, watches, scarves, etc.)
* 3,287 pairs of underwear (Jockey briefs to Hugo Boss boxers). We all need clean underwear, right?
11 novembre
Si può dire che Piero Ostellino è uno dei migliori editorialisti italiani?
L’articolo di ieri era perfetto.
10 novembre
Ancora Fallaci, splendida Fallaci, scesa quasi fin nella pagina delle lettere
“Carlo d’Inghilterra è venuto qui a parlar di braciole”. “Io non mi mischio né agli Windsor né ai Savoia. Sono repubblicana”; In casa mia ci siamo abituati. Nel Sedicesimo secolo anche una mia nonna (una mia antenata, insomma) venne bruciata a Siena dall’Inquisizione. Perché eretica come me”.
10 novembre
Gino Strada: “Chi è stato qui non può che scrivere cose strepitose”
Imperdibile articolo di Aldo Cazzullo sulla Stampa
10 novembre
Informazione circolare
Finto seminario organizzato da Mattia Feltri al Social Forum
10 novembre
Guardi Excalibur,leggi Cirami
La nuova trasmissione di Antonio Socci, a parte la proliferazione di preti e madonne, è faziosa, dunque molto simile a quella di Michele Santoro (ovvio, senza l’esperienza di Santoro). Nello specifico, caricare Agnoletto delle colpe di Pol Pot è ridicolo, e lo fa diventare un eroe (Agnoletto; Pol Pot è già stato un eroe). Detto questo, va aggiunta un’altra cosa: alla televisione pubblica italiana non erano mai state pronunciate quelle cose sul comunismo, sulle tragedie e sui disastri che ha creato non solo dove ha governato ma anche da noi, in occidente. C’entravano poco (poco, non niente) con il Social Forum, ma sentire quelle parole inaudite ha colmato una lacuna quarantennale, diciamo così. In tutti questi anni ci avete fatto l’apologia del cattocomunismo? Be’, ora beccatevi la replica. Inappuntabile per il suo contenuto, discutibile per l’opportunità. Mi pare che Excalibur abbia una sua funzione, come la legge Cirami.
8 novembre
Berlusconi al Foglio dice di essere favorevole alla Grazia per Adriano Sofri
8 novembre
Ci avete rotto con le vecchie lire
Capital, novembre
Forse si potevano eliminare quegli inutili numerini tutti intorno
Strepitosa intervista barneyana di Andrea Marcenaro a Luisa Corna. Su Panorama (anticipata da Dagospia):
Ho visto la signora Luisa Corna da vicino, nel suo camerino. Devo ripetere? Ho visto Luisa Corna da vicino, nel suo camerino, cioè da vicinissimo. In una tutina nera appena scollata. Offrendomi un whisky ha detto che ha un debole per le persone che bevono whisky. Si riferiva a me? «Anche» ha sorriso. Ricordo che un giorno avevo incrociato un amico con l’aria in bambola. Che hai, Paolo?, gli chiesi. «Ho appena visto una donna bellissima». Bellissima come? «Bellissima, ti dico bellissima». L’ho capito che era bellissima, ma adesso spiegami come, accidenti, descrivila. «E come faccio? Hai presente lo scaldabagno? Solo questo posso dire, il suo sedere era lassù, dove noi teniamo lo scaldabagno».
7 novembre
Quando Natalia Aspesi e Enzo Siciliano lodavano Milano 2.
Il depliant pubblicitario ritrovato dal Foglio (on line su Dagospia)
8 novembre
Non ci hanno preso
Pigi Battista, sulla Stampa, racconta le previsioni sbagliate dei giornalisti italiani, Howard Kurtz, sul Wp, parla di quelle americaneDick Morris si scusa: “I have egg in my face”
(da cui hanno copiato gli italiani?).
7 novembre
Il Comitato del Ridicolo (Cdr) contro la Fallaci.
Un comunicatone imbarazzante (non l’ho trovato on line) dei sindacalisti del Corriere contro l’articolo della Fallaci. Volevano che accanto alla firma “Oriana Fallaci” ci fosse scritto “è solo suo, questo articolo è solo suo, noi fieri e democratici sindacalisti non firmiamo questo articolo”. Meglio, molto meglio, Eugenio Scalfari, che trova “vergognosa” la retorica fallaciani ma qui, tecnicamente, spiega in che cosa consiste
7 novembre
Karl Rove, il vincitore delle elezioni americane
Maurizio Molinari, sulla Stampa, lo spiega. Qui un articolo del NYT, qui un lungo ritratto di Rove del Magazine del Times
7 novembre
Il Mastella americano c’è rimsto fregato
Si chiama James Merrill Jeffords, ha lasciato i repubblicani perché convinto che i Democratici avrebbero mantenuto la maggioranza al senato (grazie anche alla sua defezione). Gli avevano promesso una presidenza di Commissione, ora starà all’opposizione fino al 2004. Tiè.
7 novembre
Portentoso colpo di bravura di Christian Rocca
Domenica scorsa una pagina del New York Times, la settimana scorsa due pagine del Ny Observer, raccontavano di un film-documentario, Journeys with George, di Alexandra Pelosi. Figlia di una delle cape democratiche alla Camera, Alexandra Pelosi è una liberal convinta. Ma il suo documentario fa un monumento a Bush. Quel gran genio di Rocca se ne era accorto il 14 marzo, 9 mesi fa.
6 novembre
I Protocolli di Gore Vidal
Ron Rosenbaum smonta passo dopo passo il libro di Vidal sulla cospirazioni “americana”. Vidal, intanto, lascia l’Italia e torna a Los Angeles
6 novembre
L’avevo detto che Jonathan Franzen è un sopravvalutato
Ora scrive su Micromega, come Marco Travaglio.
6 novembre
Firenze è una città del piffero, ma il bar di Oriana è una cosa meravigliosa
Articolo della Fallaci sul Corriere (non in linea). Se il sindaco si azzarda a darle il Fiorino d’oro, lei glielo ficca in gola. Passaggi migliori: quelli sul sindaco e il presidente della Regione, definiti “la sgomentevole coppia” e il lisciabusso a Ciampi, chiamato Sor Ciampi. Stasera campionato, la Fallaci sarà a Controcampo con Mughini?
6 novembre
Bush vince ovunque
Si prende il Senato guadagna alla Camera. Perde anche Walter Mondale, l’unica sconfitta di rilievo è per la deputata repubblicana del Maryland, nota per essere quasi una democratica. Insomma, trionfo.Ma i corrispondenti italiani, Maurizio Molinari della Stampa a parte, che minchia ci hanno raccontato in questi mesi?
6 novembre
Gli venisse un rush of blood to the head
Chris Martin, leader dei Coldplay, si è fidanzato con Gwyneth Paltrow. Almeno Gwynnie non sta con Lorenzo Ciompi di Vivere
5 novembre
Imperdonabile errore di Luca Sofri
Sostiene che Giuseppe Turani oggi abbia scritto solo quattro articoli su Affari & Finanza. Falsità di terzista, Peppino ha scritto sei-articoli-sei
4 novembre
Quest’uomo ama Tina
Michael Wolff, bravo recensore dei media americani (scrive per il New York magazine) dedica la sua rubrica settimanale al ritorno di Tina Brown, che da un mese tiene un diario sul Times di Londra. Secondo Wolff, Tina non è più il personaggio che descrive lo spirito dei tempi, ma la persona che definisce lo Zeitgeist. Di più: la Brown è la nuova Clare Boothe Luce, ruolo che non riuscì a occupare Truman Capote. Il diario personale di Tina, continua Wolff, è in stile Ebelyn Waugh, sagace, crudele, snob. Tina è anche una storica alla Churchill, anche perché ha raccontato di quando a casa sua Martha Stewart è caduta gambe all’aria.
4 novembre
I francesi si divertono a fare i Don Chisciotte
Sul Washington Post torna Robert Kagan, il cui saggio sui rapporti Usa-Europa, pubblicato a suo tempo dal Foglio, sta per usicre per Mondadori
4 novembre
Suggerimenti al Riformista
Il Guardian, bibbia della sinistra inglese, pubblica un articolo dal titolo “Upper Class” sulla ritrovata passione per le scarpe da uomo fatte a mano.
1 novembre
La soluzione
“I marxisti sono ritardati”, era la tesi di uno psichiatra cui Francisco Franco commissionò uno studio approfondito
1 novembre
Gli ebrei discendono da scimmie e maiali
Un impressionante saggio del Middle East Media Research Institute racconta come i teologi, gli opinionisti e le televisioni arabe descrivono gli ebrei.
Di più. Gli ulama di Al-Azhar, la più antica università del mondo arabo, dicono che “il martirio è il più alto grado di jihad” e ci tengono a spiegare che non è equiparabile al suicidio di un disperato, ma si tratta di “un atto eroico” e “di un obbligo divino”. Questo, tradotto in italiano, è un appello firmato da professori e rettori universitari, pensatori, rettori d’universi. Non c’è Gino Strada, per ora.
1 novembre
Le ragioni di sinistra per sostituire Saddam
Scrive Salman Rushdie che la guerra all’Iraq non va fatta perché Saddam è un pericolo per l’Occidente, ma per liberare il popolo iracheno da un dittatore terribile
Nel paese delle meraviglie Rushdie avrebbe ragione. Nella realtà ha ragione Bush
1 novembre
Terroristi maiali
I russi, personcine a modo, seppelliscono i terroristi ceceni del teatro di Mosca dentro sacchi di pelle di maiale. Secondo il Corano, i martiri del Jihad, in questo modo non potranno andare in Paradiso. D’altro canto, secondo il giornale di Arafat, dietro l’attacco al teatro moscovita c’è la Cia
1 novembre
Al Jazeera pronta a trasmettere in inglese
Se prevedono una edizione italiana possono prendersi Giovanna Botteri ed Ennio Remondino
1 novembre
Il terzista Luca Sofri osannato dal Giornale (non è online) e dall’Unità
Il Giornale è entusiasta: “La bella sopresa Luca Sofri merita Otto e mezzo”
1 novembre