La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 31 ottobre, XXXI Giorno
della Nuova Era Riformista, si apriva con un titolo incomprensibile
per un alieno appena arrivato sulla Terra: "Firenze, decide
Berlusconi". Su che cosa, di grazia? L’occhiello non aiuta:
"Fassino garantisce la collaborazione dell’opposizione".
Spiegano le pagine interne, nonostante il cantante Piero Pelù:
"Si parlerà del nostro futuro. Sarà una specie
di Rinascimento ideologico".
Chissà, probabilmente sarà "una specie di
Rinascimento ideologico" anche l’assenza delle grandi firme
di Rep. sul tema del giorno, e cioè: l’assoluzione di
Corrado Carnevale. Come mai non ha scritto Giorgio Bocca? Qualcuno
ha sentito Gian Carlo Caselli? E Giuseppe D’Avanzo? Smoccola
ancora per lo script di Casa Cirami a cura di Liana Milella?
Niente, nessun commento. Le cellule sono tornate dormienti. Solo
una notiziola in breve (e sgrammaticata) sulla prima pagina:
"Cassazione assolto Carnevale". E due articoli nelle
pagine interne. Uno corretto e un altro come se la Cassazione
avesse condannato Carnevale.
Anche un’altra notizia è stata trascurata: Il Fatto di
Enzo Biagi andrà in onda su Raitre. Per mesi il caso Biagi
è stato in prima pagina e oggetto di inchieste, interviste
e commenti giustamente indignati per la censura del Cav. Ora
che tutto è rientrato, Biagi torna nelle pagine dei programmi
tv, la numero 44, tra i Pokémon e un video di Madonna.
Delle due l’una: o i vertici di Rep., consapevoli della Nuova
Linea Riformista, si sono accorti che tutto quel fracasso era
esagerato, oppure sono essi stessi in imbarazzo perché
proprio ieri hanno proditoriamente sospeso Casa Cirami, la maxi
soap di Liana Milella sui commi nascosti della legge pro domo
Caesaris.
Magdi Allam aveva uno scoop pazzesco, ma il suo articoletto è
stato confinato a pagina 15. Eppure Allam aveva in mano un messaggio
di Osama bin Laden. Lo sceicco pare che abbia proposto un patto
all’Europa: lasciateci in pace e non vi attaccheremo. Per Allam,
il messaggio è autorevole, per Rep. si tratta di una bufala.
Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat) ha copiato un articolo
dal New York Times, operazione che anche il Foglio fa spesso,
ma lo dice. Le aggiunte di Zuccopycat sono le seguenti: a) l’aggettivo
"ignoto" accanto al nome del deputato Bob Beauprez,
un repubblicano che al Times conoscono bene e che Gatto Copione
evidentemente non ha mai sentito nominare; b) la frase "che
Bush regalò anche a Berlusconi come souvenir" dove
il NYT scrive della bomber jacket, il giubbotto da bombardiere
con le insegne della Casa Bianca.
L’economista Michele Salvati scrive un articolo per spiegare
che l’analisi di Curzio Maltese sul futuro dell’Ulivo non sta
né in cielo né in terra: "Non vorrei aver
capito male il succo politico dell’articolo di Maltese, ma non
mi sembra un consiglio saggio". Alessandra Longo, rubrichista
delle pagine interne, spreca lo spazio per fare gli auguri a
Margherita Hack, mentre i redattori delle pagine estere impaginano
una lunga intervista a un "ex presidente Ue" ma si
dimenticano di scriverne il nome.
Infine, un comunicato del sindacato. L’assemblea dei giornalisti
"all’unanimità, tranne un solo voto contrario si
oppone con fermezza al licenziamento di sei colleghi di Kataweb".
Red. Corr. vorrebbe sapere: a) il nome dello sniper riformista
favorevole al licenziamento; b) per quale motivo nessuno si è
opposto al licenziamento di Eugenio Scalfari e Umberto Eco, ieri
entrambi scomparsi dall’ultima pagina dell’Espresso.
(continua)
1 Novembre 2002