Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 14 novembre 2002

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 13 novembre, XLIII
Giorno della Nuova Era Riformista, si apriva con "Bin Laden
minaccia l’Italia". Gli uomini del desk di Rep. erano a
corto di fantasia, il titolo della pagina 2 è identico:
"Bin Laden minaccia l’Italia". C’è anche un
commento di Magdi Allam, il quale spiega come Osama sia "in
grado di colpire". Siamo in emergenza nazionale, dice Allam,
che ne approfitta per pubblicizzare un libro, "Bin Laden
in Italia", effettivamente molto informato ed effettivamente
scritto da Allam.
Per una serie di motivi, recensire Repubblica di ieri è
stato molto difficile. Punto primo: quello di ieri era uno dei
numeri più noiosi degli ultimi tre mesi; pensate che c’era
una mezza pagina di intervista a Oscar Luigi Scalfaro (avranno
transennato le edicole?). Non c’erano né Concita De Gregorio
né Liana Milella, zero Bonini & D’Avanzo, niente Bocca,
niente Maltese, niente Cordero, anche Zuccopycat yesterday took
a day off (Gatto Copione ieri prese un giorno spento). Nonostante
tutto lo spazio libero, i vertici di Rep. non hanno trovato neanche
uno spazietto per Marco Travaglio. Punto secondo: ieri su Rep.
c’erano molti articoli che per conflitto di interessi Redazionalmente
Corretto (Red. Corr.) non può affrontare. Una è
la recensione di Sebastiano Messina al Maurizio Costanzo Show
con Gino Strada (o viceversa: al Gino Strada Show con Maurizio
Costanzo). Il critico tv racconta che il fondatore di Emergency
non è stato in grado di rispondere a una domanda di Anselma
Dell’Olio, scrittrice e moglie del direttore di questo fogliuzzo.
Messina sta con Dell’Olio, ma dovrebbe smetterla di parlare sempre
di amici del Foglio solo per evitare Red. Corr.
Poi c’è Vattimo, e Red. Corr. non parla di Vattimo. Si
limita però a notare come gli uomini del desk di Rep.
abbiano cinicamente impaginato le tesi del suddetto accanto a
un’intervista con Marco Pannella, il quale annuncia: "Preferisco
farmi arrestare". L’intervista è di Antonello Caporale
(Cap.), ma o è un falso oppure Cap. è riuscito
in un’impresa scientificamente impossibile, cioè contenere
Pannella in risposte monosillabiche. Cap. avrà interpretato,
come sempre. Arriverà smentita?
Di che cosa ci si può occupare, dunque? Del solito ottimo
reportage dalla Cina di Bernardo Valli? Già fatto. Dell’immaginifico
Gianni Clerici nelle pagine dello Sport? Anche questo lo abbiamo
già detto. Di Anais Ginori inviata a Benin City, mentre
Concita De Gregorio non esce mai dai confini nazionali? Bah.
Meglio leggere la posta dei lettori. Corrado Augias pubblica
una lettera di un sedicenne che scrive, testuale, che "le
lettere della sua rubrica sono state oggetto di studio e di dibattiti
più o meno animati". Sai che palle quelli "meno
animati". Leggere che cosa scrivono i lettori di Rep., bibbia
dell’eccellenza italica di sinistra, fa capire lo stato dell’eccellenza
eccetera eccetera molto più di un editoriale di Andrea
Manzella. Esempi: Valerio Bruni, dall’Emilia, preferisce "la
felicità di una pizza" ai miliardi delle star; Roberto
Fiasconaro, Venezia, si lamenta che le donne "da Trieste
a Canicattì siano tutte in jeans".
Nelle pagine degli Spettacoli c’è un oscuro commento di
Paolo D’Agostini sul Pinocchio di Benigni selezionato per rappresentare
l’Italia agli Oscar. Scrive D’Agostini: "La designazione
lascia sul campo l’impressione che qualcuno abbia perso, ma la
gara non è neanche cominciata e forse neanche ci sarà.
Patetico e servile". Di che diavolo sta parlando? Boh. Il
lettore vorrebbe sapere se deve essere contento o no, ma D’Agostini
scrive: "La scelta va bene, non va bene?". Poi uno
dice che trova la felicità in un pizza margherita. (continua)

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