La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, primo novembre, XXXII
Giorno della Nuova Era Riformista, si apriva con "la tragedia
dei bambini" e con il terremoto in Molise. Rep. dedica al
disastro 9 pagine. E’ difficile recensire un giornale in questo
caso, ma va detto che la copertura del terremoto fatta da Rep.
non è stata esemplare. Accanto alle due pagine e mezza
di cronaca e di racconto della tragedia che ha ucciso i poveri
bambini, ci sono anche cinque pagine di accuse, allarmi, disservizi,
incapacità, inefficienze, soccorsi che non vanno e politici
che invece vanno, addirittura polemiche su chi abbia dato per
primo la notizia al telegiornale (ha vinto Emilio Fede, come
sempre). Con il risultato di far passare la tragedia vera in
secondo piano. Un mezzo editoriale di Giorgio Bocca (idq, indignato
quanto basta) dice che la colpa di questo disastro è del
ponte sullo Stretto di Messina, "opera di regime".
Invece che amen, prosit.
Passiamo ad altro. Al Social Forum di Firenze. Rep. dedica due
pagine e un editoriale (intero) di Giuseppe D’Avanzo (Dav.) che
comincia così: "Alla fine ha prevalso il buon senso.
E’ una buona notizia". Ma c’è un errore giornalistico:
Dav. non dice mai quale sia la buona notizia né in che
cosa consista il buon senso prevalso. C’è di più.
Subito dopo, Dav. non tiene più conto della "buona
notizia" e inizia una traversata nel deserto di questo tipo:
"Conviene dirlo chiaro: questa storia è un rosario
di errori". Da qui in poi, Dav. fa barba e capelli a tutti,
governo, opposizione, Regione, sindaco, no global, sindacati
di polizia. "Irresponsabili", scrive. E lo ripete.
Dopo sei colonne di Penitenza, Dav. torna al punto di partenza,
alla "buona notizia" della prima riga. E conclude il
primo editoriale-quaresimale della storia del giornalismo mondiale
con un "ci si può gettare finalmente alle spalle
il rosario di errori collettivi". Se i vertici di Rep. gli
avessero concesso metà dello spazio, come fanno regolarmente
con Bocca, Dav. avrebbe potuto "gettare alle spalle"
anche la metà inutile del suo articolo.
Nelle pagine delle lettere e dei commenti ci sono alcune cose
da segnalare. Intanto il ritorno di Corrado Augias su una cosa
che non gli fa prendere sonno da dieci giorni: "Le natiche
di Cipollini e le due impudiche palpatrici". Poi c’è
la ricetta del professor Pietro Scoppola (Scop.) per rilanciare
l’Ulivo. Ecchecivuole?, scrive: "Il centro sinistra dispone
di energie culturali di gran lunga superiori a quelle della destra,
ma non le utilizza". Energie. Culturali. Di gran lunga.
Superiori.
Di fianco c’è Michele Stream Serra. L’assoluzione di Carnevale
non gli va giù, ma siccome Stream è un sincero
democratico rispetta la sentenza, peccato però che "la
giustizia" abbia dei "limiti formali e dei vincoli
di garanzia che ne limitano, di fatto, l’uso politico, anche
se virtuoso". Giustizia. Vincoli di Garanzia. Che ne limitano.
Uso politico. Virtuoso. Anche Se.
Giorgio Ruffolo spiega alle masse come costruire "un’opposizione
efficace in un paese normale" ma non dà molte speranze
ai suoi. Scrive, infatti, che a) la Cosa Due è stata "un’esperienza
disgraziatissima"; b) il partito principale della sinistra
è "una copia sbiadita del vecchio apparato burocratico
comunista"; c) il nome Ds "è di una indeterminatezza
semantica che genera disagio"; d) c’è una "tendenza
suicida" (2 volte); e) i massimalisti dei Ds sono ridicoli;
f) i riformisti, peggio.
Ieri su Rep. c’erano molte "marchette", nobile genere
giornalistico che l’Espresso ben definisce "affettuosità
giornalistiche". Le pagine culturali hanno recensito il
libro di Giuseppe Turani (giornalista di Rep.) su Gianni Agnelli.
Le pagine degli Spettacoli hanno recensito il nuovo programma
tv del bravissimo Corrado Guzzanti, i cui testi sono di Curzio
Maltese (Kurz.). L’elogio di Guzzanti-Maltese c’è anche
sul Venerdì (pag. 159). Kurz., non pago, a pagina 18 cita
una battuta di Guzzanti e la definisce "una felice gag".
Infine, il capolavoro. Sulla pagina 135 del Venerdì ci
sono due rubriche. Una musicale di Enzo Siciliano. E l’altra
letteraria di Corrado Augias. Augias ieri ha scritto cose bellissime,
tenerissime, devotissime di "Non entrare nel campo degli
orfani", l’ultimo libro di Enzo Siciliano, romanziere dirimpettaio.
(continua)
2 Novembre 2002