La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 20 novembre, L Giorno
della Nuova Era Riformista, si apriva con la "catastrofe
ecologica" nell’Atlantico. Il titolo principale era sulla
giustizia: "Il dialogo è finito". L’argomento
è trattato a più voci. Liana Milella, innanzitutto:
"Virginio Rognoni ha cominciato a scrivere di prima mattina.
Chiuso nella sua stanza di vicepresidente del Csm, al primo piano
del palazzo dei Marescialli. All’ora di pranzo era ancora lì
che scriveva, chiuso a qualsiasi contatto esterno che non fosse
istituzionalmente necessario". Tra i "contatti istituzionalmente
necessari" evidentemente c’era Milella, la quale infatti
ha raccontato dettagliatamente che cosa stava scrivendo Rognoni.
Brava, davvero (specie se, ora che è arrivato l’inverno,
ci scalderà con la nuova soap Casa Rognoni).
C’è anche un’intervista a Massimo D’Alema (Max), un ex
politico importante della sinistra italiana. Massimo Giannini,
lo sniper di Rep., lo sbertuccia che è un piacere. Le
domande sono: "Non è che voi dell’Ulivo, in cinque
anni, abbiate fatto molto di più per migliorare la giustizia";
"Non la sfiora il sospetto che il centrosinistra sia già
isolato rispetto al senso comune della società italiana?";
"Vuole salire sul carro dei no global?"; "Il centrosinistra
riparte da Lula: questo è l’insegnamento?". Il D’Alema
di una volta avrebbe fatto a fettine lo sniper, quello di ieri
era tutto un "ma", "se", "però"
e neanche una posizione chiara. Tranne una, verso metà
intervista: "Purtroppo esiste ancora nella sinistra italiana
una vena minoritaria di giustizialismo". Ah, deve essere
per questo che Rep. non fa scrivere Travaglio: perché
è una "vena minoritaria".
Alexander Stille, from New York City, commenta il processo Andreotti.
Dice di non condividere la sentenza, nonostante le prove ci siano
tutte. Sarebbe stato meglio "privare Andreotti della carica
di senatore a vita" piuttosto che i 24 anni di galera. Così,
a occhio, l’idea di "privare Andreotti della carica di senatore
a vita" potrebbe far scattare un’inchiesta a Perugia. Specie
dopo che, martedì, Eugenio Scalfari ha posto la base giuridica
per codificare il principio del "Te possino ammazzà".
Scalfari, sulla pagina delle lettere di ieri, ha corretto un
errore contenuto nell’articolo di martedì. Aveva scritto
che "il tribunale che aveva assolto Andreotti in primo grado
era formato interamente da uomini di toga". Non era vero:
"In realtà rettifica Scalfari i giudici
popolari erano presenti anche nella corte d’Assise di primo grado,
ma rispetto ai togati in proporzione minore che non in Appello".
Non è vero neanche questo, però. La proporzione
è uguale, due togati e sei popolari, in entrambi i casi.
Corrado Augias (Aug!) pubblica cinque lettere di lettori che
si compiacciono "con l’alto senso della dignità e
dello Stato" di quell’omicida di Giulio Andreotti. Redazionalmente
Corretto sperava che Aug! facesse notare la contraddizione: ehi
ragazzi, non potete pensare che Andreotti sia un assassino di
Stato epperò lodarne "l’alto senso dello Stato".
Delle due l’una. E invece niente. Aug! non se ne rende conto
e in più dice una cosa inesatta: scrive che quando ci
fu lo scandalo Whitewater, Bill Clinton "non disse di essere
vittima di un complotto". E’ vero, ma lo disse sua moglie
Hillary, la cui frase "there is a vast right-wing conspiracy"
è entrata nei manuali di storia.
Entrerà nei manuali anche Piero Ottone (Brass). Scrive
Brass, ingiustamente confinato agli Spettacoli: "Quando
vivevo a Londra, ascoltavo la Bbc ogni giorno". What a wonderful
idea! "Ma parlare alla Bbc? Mi è capitato solo una
volta". Great, tell us the story, mr Brass. "L’esperienza
mi è rimasta impressa nella memoria. Non per quel che
ho detto. Non ricordo più l’argomento". Are you kidding
me, mr Brass? "Ricordo solo che dovevo leggere un testo,
da me preparato, e che dovetti ripeterlo molte volte. Non erano
mai contenti. E non era una questione di pronuncia quel che gli
stava a cuore erano le pause, il ritmo, l’intonazione, lo scandire
delle frasi, con istruzioni precise sui tempi della respirazione".
Brass prosegue le lodi alla Bbc, ricordando che unfortunately
dovette tornare in Italy, "dove giornali radio e telegiornali
sono appaltati ai partiti e ciascuno recita a modo suo, nella
forma e nel contenuto". Già, come quel direttore
di giornale che, "a modo suo", titolò "ferito
un giornalista" quando avrebbe potuto scrivere "Ah
Montané, te possino ammazzà". (continua)
21 Novembre 2002