La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 22 novembre, LII Giorno
della Nuova Era Riformista, si apriva con: "La nuova Nato
avverte Saddam". Quello di ieri era un perfetto numero riformista,
in linea con l’editoriale-manifesto che Ezio Mauro ha scritto
52 giorni fa. Le cronache sul vertice della Nato sono inappuntabili
e prive di venature vetero-antiamericane. L’articolo di Gianluca
Luzi sul Cav. è rispettoso del premier, descritto come
molto intimo sia di Bush sia di Blair. Questa buona predisposizione,
va detto, è una caratteristica degli inviati al seguito
di Berlusconi: nel tempo almeno un paio di giornalisti di Rep.
a furia di frequentarlo sono diventati vicedirettori nelle tv
berlusconizzate. Comunque, bene tutto. Il titolo su Israele è
quasi corretto, dice che ci sono stati un "kamikaze"
e una strage sul pullman degli studenti. Però nei titoli
non c’è mai la parola "palestinese" né
"araba". Ma almeno "Sharon prepara la rappresaglia"
scivola nel sommario.
Anche la questione Rai, con le dovute e giuste critiche al Polo,
è trattata in modo riformista. Due soli appunti: 1) il
titolo di prima pagina è sbagliato. Se scrivete: "Rai,
Pera e Casini contro il Cda", le persone capiscono che la
Rai, Pera e Casini sono contro il Cda. A volte purtroppo cambiando
l’ordine dei fattori, il risultato cambia. Sarebbe stato meglio
scrivere: "Pera e Casini contro il Cda Rai" (due battute
in meno, tra l’altro). La seconda cosa: il vertice dimezzato
della Rai ha nominato 14 persone, probabilmente in modo illegittimo.
Rep. dedica al tema sette articoli (ottimo quello di Sebastiano
Messina) e anche un editoriale. Ma negli articoli ci sono soltanto
tre nomi. Non era meglio scoprire gli altri undici e sacrificare
il chiacchiericcio politico?
L’editoriale di Massimo Giannini, l’infallibile cecchino (sniper)
di Rep., è buono, specie quando spiega perché "questo
vertice Rai va azzerato". Scrive Giannini: "Ha fallito
la sua missione, non ha valorizzato la sua azienda, non ha garantito
il pluralismo, vilipeso dall’assurda cacciata di Enzo Biagi".
Meraviglioso sniper, la cacciata di Biagi è assurda, quella
di Michele Santoro no.
L’intervista di Antonello Caporale (Cap.) a Enrico Mentana era
divertente, aveva soltanto un problema: non si capiva se Cap.
faceva le domande o dava le risposte. Buona la rubrica di Michele
Serra sul film di Almodóvar cancellato dalla programmazione
di Raidue. C’è anche una bella intervista al nostro caro
amico, Lino Jannuzzi. Anche sul fronte giustizia è in
corso un ripensamento, giovedì codificato in un commento
di Giuseppe D’Avanzo e ieri ripreso dallo stesso Davanpour con
un paio di articoli, uno dei quali titolato: "Le proposte
dei magistrati di base: i colleghi vanno fermati". Non c’è
niente da fare, ieri Rep. era davvero ottima, riformista, garantista,
quasi fogliante. Al punto che a pagina 16 c’era la Piccola Posta
di Adriano Sofri, la stessa identica rubrica pubblicata ieri
sul Foglio.
Peccato per il Venerdì, il settimanale diretto dalla brava
Laura Gnocchi. Ma non è colpa sua se a Eugenio Scalfari
scappa un "veritas splendor" anziché "veritatis
splendor", né se Curzio Maltese, contento che a Firenze
nessuno abbia fatto a botte, scrive questa frase su Oriana Fallaci:
"Che farà adesso? Dopo aver accusato di disonestà
intellettuale e di codardia mezzo mondo, troverà lei il
coraggio di ammettere che s’era sbagliata, che ha riempito pagine
e pagine di sciocche illazioni?". Va bene non affidargli
la direzione dell’Espresso, ma almeno una copia di Panorama nella
mazzetta volete dargliela? (continua)
23 Novembre 2002