La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 26 novembre, LVI Giorno
della Nuova Era Riformista, si apriva con questo titolo: "Effetto
Cirami: sospeso il processo a Previti". L’occhiello dice
che "l’Ulivo attacca: hanno raggiunto il loro obiettivo"
ma nell’articolo la frase è attribuita al procuratore
generale Gerardo D’Ambrosio. Ulivo o magistrato? E’ importante
saperlo, sennò in Cassazione penseranno che ‘sto benedetto
legittimo sospetto ci sia davvero. Un boxino racconta che il
premier sarà interrogato segretamente dai magistrati ma
non dice, a differenza del Corriere, che è prassi (oltre
che legge) ascoltare a porte chiuse capi di Stato e presidenti
del Consiglio. L’articolino si chiude con questa frase: "Ed
è polemica". Ma tra chi? Quali sono gli argomenti?
Ce lo volete dire o lo tenete per voi?
Redazionalmente Corretto (Red. Corr.) non ha capito niente delle
insinuazioni e del ti-dico-e-non-ti-dico contenuti nell’editoriale
di Giuseppe D’Avanzo sulle "manovre alla Corte" di
Cassazione. Davanpour cita il prof. Franco Cordero, e la cosa
non aiuta. A un certo punto scrive addirittura di una presunta
"intervista suicida" di un magistrato. (Parlerà
di un disgraziato che si è fatto intervistare da Antonello
Caporale?).
Il taccuino delle smentite ieri registrava una rettifica a Pantaleone
Sergi, il quale molto correttamente ammette: "Mi spiace
per l’errore". Così si dovrebbe fare quando si sbaglia.
Niente di grave, basta ammetterlo e finisce lì. Marco
Travaglio, e mannaggia quando l’hanno fatto riscrivere sull’odore
dei soldi del Cav., non è fatto così. Ieri gli
avvocati di Dell’Utri gli hanno risposto con una lettera, spazzando
via la principale accusa travagliesca, e cioè che il Cav.
avrebbe fatto sparire carte compromettenti sull’origine della
sua fortuna. "Quelle carte contengono per caso qualcosa
di segreto, delicato, compromettente?", scrisse ieri l’altro
Travaglio. Gli avvocati hanno spiegato che il dossier è
in mano ai pm da tre anni, indicando anche il numero del faldone
dove è contenuto. Ma per Travaglio il "mistero rimane".
Boh. Nessun mistero, però, se Rep. lo rimetterà
in soffitta.
Ieri Rep. aveva un bellissimo e lungo reportage di Alberto Stabile
da Grozny, la capitale della Cecenia devastata dai bombardamenti
russi, che da solo valeva il prezzo del giornale. Per il resto
era un numero poverino. Nessuna notizia da Libertà &
Giustizia, una pagina intera all’incredibile "Generazione
pizza & telefonino". Risulta a Rep, sai che scoop, che
i ragazzi vadano matti per le quattro stagioni e le scarpe da
tennis. Di nuovo c’è che i genitori, da un lato soddisfano
i capricci dei figli e dall’altro si vendicano servendo a tavola
"meno pesce e legumi di quanto i figli non desidererebbero".
Boh, è più complicato di Davanpour.
Passata l’euforia, Paolo Rumiz (Rhum) scrive che il cancelliere
austriaco (somiglia a "una vecchia zia") è quasi
peggio di Haider. Un sommario dice: "Imporrà nuove
tasse, ticket sanitari, l’acquisto degli Eurofighters e altre
riforme autoritarie". Altre riforme autoritarie? E ce lo
dite così? Imporrà di scrivere "Juden"
sulle vetrine? (continua)
27 Novembre 2002