Caro Christian, finora era una questione marginale, ma adesso sento di dover intraprendere una battaglia linguistica seria. No, non sul "gli" e il "le", quella ormai è persa: "La Russia promette che se gli verrà consegnato", era l’apertura di una pagina di Repubblica la settimana scorsa, quindi figuriamoci. No, la cosa che voglio dire è che la mia ragazza è incinta. E chissenefrega, direte tutti, che non ne potete più di questi outing di fatti privati. Va bene, chissenefrega: ma sia chiaro che non è "in cinta". È incinta. E se fosse incinta pure sua sorella, non sarebbero due sorelle "in cinta". Sarebbero incinte. E il giorno che la scienza lo permetterà, io sarò incinto. Non sarò "in cinta", non lo permette la lingua (magari sarò "a dorso nudo" o "all’agghiaccio"). Non esiste una cinta di mura dove vengono poste le persone che aspettano un bambino, né una cinghia con cui legarle. Incinta viene dal latino "incens", sta tutto attaccato, e si coniuga maschile femminile singolare plurale. Ok, questione chiusa. La riapro solo se si fa vivo Bartezzaghi.
Caro Luca, auguri. Anche perché vedo che la prospettiva della paternità comincia a darti alla testa. Me ne rendo conto, con tutte quelle battutine spiritose che sei costretto a subire: "In caso di gemelli, chi dei due sarà il Grande Fratello?". Conserva queste mie mail e tra 18 anni racconta a tuo figlio che secondo il tuo amico Christian nell’anno domini in cui lui è stato concepito le classifiche sono queste. Miglior disco rock dell’anno: () dei Sigur Ros. Miglior giorno dell’anno: 5 maggio, all’Olimpico. Miglior libro dell’anno: Wonder boys di Michael Chabon. Peggiore notizia dell’anno: Gwyneth Paltrow tra le braccia di Lorenzo Ciompi di Vivere. Miglior film dell’anno: il Pianista di Roman Polansky. Migliore squadra di calcio milanese senza terzino sinistro e con maglietta a strisce verticali nere e azzurre di proprietà di un petroliere amico di Gino Strada e che regala ad altra squadra milanese giocatori fortissimi e che un giorno fece lo scambio Mutu-Brocchi: Inter.
Caro Christian, anche il mio amico Franco è andato a vedere il Pianista. Appena si sveglia gli dico che a te è piaciuto. Io aspetto che esca "Morvern callar", con la mia precog preferita. Quanto alla letteratura, tu sei uno colto, ma a me piace anche la raccolta appena uscita di strafalcioni di concorrenti dei quiz: "Le usano i pesci per respirare, con la B? Borchie. Mangia tutto e inizia per O? Oriettaberti". Poi c’è Guanda che ha tradotto "Da capo". Ti consiglio le voci del "Dizionario dello snob rock", che gliele ammollano un po’ a tutti e persino a Nick Drake: "cantautore inglese depresso e taciturno beneficato postmortem dai rock snob per i tre album malinconici. Spesso in fotografia è ritratto mentre se ne sta tra gli alberi con aria afflitta. Conquistò una certa fama postuma quando la sua canzone Pink Moon venne usata in uno spot televisivo della Volkswagen".
p.s. Su Google, 15 "all’agghiaccio", tra cui CavalloWeb e il Rover Club Italia.
Caro Luca, le classifiche mi piacciono un casino. Eccoti le mie scelte, sempre a futura memoria. Il miglior gelato nocciola del mondo si mangia al Bar 900 di Alcamo (Trapani), mentre il miglior cioccolato è di Ernst Knamm a Milano. Il miglior disco dell’anno che non avrei mai pensato di ascoltare è quello di Solomon Burke, "Don’t give up on me". Il miglior disco italiano simile ai Radiohead è quello di Marco Parente "Trasparente". Il peggior terzino sinistro d’Occidente è Francesco Coco. La migliore rivista on line è Slate.com. Il libro più sopravvalutato dell’anno è "Le correzioni" di Jonathan Frenzen. Il miglior disco che somiglia sia ad Alanis Morissette che a Madonna e a Suzanne Vega è quello di Tori Amos. Il miglior telefilm dell’anno anche se a Mediaset non se ne sono accorti è West Wing. La migliore coppia di conduttori televisivi dopo Amedeo Goria-Maria Teresa Ruta,
Luca Giurato-Daniela Vergara, Frizzi-Dalla Chiesa e Costanzo-De Filippi, siete voi.
Caro Christian, tu scherzi. Comunque, a me "24" piace più di West Wing. Quello con Kiefer Sutherland, su Tele+. Mai visto un telefilm dove squillano tanti telefonini. È l’unica cosa in tv che mi fa spengere lo stereo (cioè, iTunes del Mac). Adesso sto sentendo Beth Gibbons, che era la voce dei Portishead e ha fatto questo disco fantastico con il bassista dei Talk Talk. Forse non tutti sanno che i Talk Talk, dopo Such a shame e quel periodo lì, si convinsero di essere la reincarnazione dei Pink Floyd e fecero dei dischi che i Radiohead se li sognano, per non parlare di quello lì, Francesco Coco. No, volevo dire l’altro, Marco Parente. Invece mi ha un po’ annoiato Ryan Adams, e poi ti voglio raccontare questa. Pare che si sia arrabbiato con uno spettatore che a un concerto ha urlato "Suonaci Summer of ’69", scambiandolo per Brian Adams, o marciandoci. E ha cacciato lo spettatore, restituendogli i soldi. Adesso su internet è montata una campagna che invita il pubblico dei suoi spettacoli a chiedergli ogni canzone di Brian Adams che gli viene in mente. Povero Bryan. Alla fine gli toccherà cambiare nome, tipo "Ryan Ferry", una cosa così.
Caro Luca, sai qual è il miglior cantante di tutti i tempi? Boy George Michael Jackson Browne. Be’, insomma in quattro non ne fannno uno buono. Comunque
il miglior disco dei Talk Talk è il primo, "The Party’s over" (no, non parla dei Ds), quello precedente a "It’ my life" dove c’è "Such a Shame" (no, non parla della legge Cirami) ed anche la mia canzone preferita, "Dum Dum Girl" (no, non parla di una letterina). Ma il punto qui è un altro: l’altra sera alla Wembley Arena di Londra, il cantante dei Coldplay, Chris Martin, ha dedicato "In my place" a Gwyneth Paltrow, presente in sala. Pare che la cosa di Ciompi fosse una bufala e che ora Gwyneth stia con Martin (gli venisse un colpo, o anche solo un Rush of blood to the head). Pensi che lei lo abbia scambiato per Steve Martin?