La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 12 dicembre, LXXII
Giorno della Nuova Era Riformista, si apriva con una notiziona:
"Berlusconi attacca gli Agnelli". Rep. continua con
buon successo la sua campagna contro l’intervento di Mediobanca
in Fiat, e quasi quasi sta riuscendo a far saltare l’accordo.
(Su Panorama in edicola oggi c’è un articolo di Paolo
Madron dove si intuisce che sia stata la moglie di Gabriele Galateri,
la signora Evelina Christillin, a passare a Rep. la storia del
ribaltone Fiat).
Rep. comunque racconta "la battaglia sul vertice della Fiat",
la rivolta dei banchieri ("la scelta di Bondi non passerà"),
ma per un giorno evita di parlare di libertà di stampa
in pericolo e di oscure manovre del Cav. per controllare "i
grandi giornali del nord". L’omissione potrebbe avere una
qualche connessione con la notizia, apparsa su altri giornali,
di un interesse del gruppo editoriale di Rep. proprio per uno
dei grandi giornali del nord, la Stampa.
Anche ieri Rep. ha pubblicato la rubrica quotidiana di Hugo Dixon,
il grande analista economico-finanziario che scrive, tra gli
altri, per Rep. e per il Wall Street Journal (Wsj). Per il secondo
giorno consecutivo, l’esperto di Rep. sostiene la tesi opposta
a quella di Rep. Cioè pensa che, tutto sommato, l’ipotesi
Mediobanca garantisca di più gli azionisti Fiat. Redazionalmente
Corretto questa volta non è in grado di confrontare il
testo pubblicato da Rep. con quello inviato al Wsj, perché
il giornale americano ieri ha scelto di non pubblicare il commento
sulla Fiat, e si è occupato d’altro. Non resta che fidarsi
di Rep., nonostante il taglia e cuci di mercoledì non
faccia ben sperare. Comunque, su Rep. Dixon sfotticchia un po’
tutti, gli Agnelli, Mediobanca e Berlusconi ma infine aggiunge:
"Le figure più patetiche sono le banche".
Molto buona e davvero chiara è la ricostruzione analitica
scritta da Ettore Livini sui due progetti contrapposti, il vecchio
piano Fiat-Gm e il possibile piano Fiat-Mediobanca. Parecchio
noiosa e già stravista la "memoria" di Giorgio
Bocca su Torino e la Fiat (sul tema, peraltro, aveva già
scritto ottimi articoli Federico Rampini).
L’argomento è chiuso da una buona intervista di Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi
a David Rockfeller, banchiere e grande amico di Gianni Agnelli.
Come sempre, se non si ha tempo, ci si può limitare all’incipit,
"L’uomo che regalò l’America ad Agnelli, e Agnelli
all’America", e all’immaginifico finale: "La voce del
Secolo che Cammina, torna a dissolversi nel mantra di un dolore
che sembra sincero, tragic tragic".
A un articolo che finisce con un parola inglese, Rep. ne affianca
un altro che in inglese, diciamo così, comincia. L’autore
è Antonello Caporale (Cap.), l’intervistata è Donatella
Dini. La musica, forse, è di Adriano Celentano. Vi ricordate
della sua "Svalutation"? Bene, Cap. & Dini s’inventano
un "conspiration". Volevano dire "conspiracy",
ma tra il Sannio e il Costarica ci si intende anche con "conspiration".
Rep. ieri non è tornata sulla presunta "minaccia
nucleare" di Bush a Saddam. E ha fatto bene, visto che non
era vera. Mercoledì Rep. era stata bravissima a dare il
buco a tutti gli altri giornali italiani, anticipando il nuovo
documento della Casa Bianca. L’aveva letto male, però.
E, al solito, nel titolo aveva messo tra virgolette una frase
che nel documento non c’era. Ieri neanche una riga, ma l’episodio
dimostra quanto sia importante e influente un giornale come Rep.
Scrive in anticipo una notizia, la dà male, anzi fa dire
a Bush il contrario di quello che Bush ha scritto, poi con soddisfazione
assiste all’affanno dei concorrenti costretti a inseguire la
scorretta interpretazione data da Rep.
Infine Paolo Filo della Torre da Londra. Mercoledì si
chiedeva come mai fosse stato proprio "il Daily Mirror,
giornale tradizionalmente alleato del Labour" a rivelare
i "pericolosi rapporti" tra Cherie Blair e un truffatore
australiano. Ieri la risposta: nessuna "conspiration",
il giornale era il Daily Mail. (continua)
13 Dicembre 2002