Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 21 dicembre 2002

La prima pagina di Repubblica
(Rep.) di ieri, 20 dicembre, VIII Giorno della Nuova Era Riformista,
Automobilista, Libera & Giusta (NERAL&G) si apriva con
"Gli Usa: Saddam ha violato la risoluzione Onu". L’editoriale
è di Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat) il quale
torna a prendersi la cantonata di giovedì: "La febbre
stava diventanto altissima in capitali dove i parlamenti discutono
sull’invio di truppe, compresa quella italiana che hanno meritato
lo scherno del senatore democratico e candidato alla Casa Bianca,
John F. Kerry (‘Gli iracheni sono talmente mal ridotti che persino
gli italiani ormai potrebbero sconfiggerli’)". Sintassi
a parte, qualcuno dovrà riprogrammare l’archivio di Zuccopycat:
la frase di Kerry è del Millenovecentonovantasette (1997).

Poi c’è un’altra questione. Seguite bene. L’articolo di
Zuccopycat parla delle "violazioni materiali irachene alla
risoluzioni Onu". In inglese si dice "material breach",
che vuol dire violazione "sostanziale", "concreta",
"rilevante". Zuccopycat traduce alla gatto-copione
e scrive "violazione materiale". E’ sbagliato, ma ci
capiamo. Il punto è questo: quando fu presentata Libertà
& Giustizia, l’associazione padronale di cui Rep. è
organo, Franzo Grande Stevens (FGS) suscitò l’indignazione
della platea Libera&Giusta spiegando che i berluscones sono
così ignoranti da aver tradotto nella legge sul Falso
in Bilancio "material" con "materiale" anziché
con "rilevante". Oh, my Gad. Fatelo sapere a Zuccopycat.

La notizia più importante è quella di Carlo Azeglio
Ciampi che "fa cambiare il condono". Rep. è
tornata ai vecchi tempi, quelli poco riformisti e molto girotondisti.
Pensate che s’è trovato spazio per Paolo Sylos Labini
(ma per Travaglio no). Rep. ha ripreso a drammatizzare, a premere
sul pedale, a far credere che siamo sempre lì sull’orlo
di un colpo di Stato. Una volta è Pierferdi Casini che
lo sventa, un’altra Paolo Fresco o Enzo Biagi o Pancho Pardi
o Franco Sensi. Uno di sinistra normale, mai. Ora è il
turno di Ciampi, interpretato a seconda della convenienza. Così
se Ciampi dice agli ambasciatori che "è l’Onu a decidere
sulla guerra", per Rep. è un material breach della
politica estera del Cav. (operazione in natura impossibile, visto
che il Cav. le persegue tutte senza eccezione alcuna).
Ma è niente in confronto
a quanto è successo sul condono. E’ sceso in campo Ezio
Mauro, il direttore. Le parole sono chiare: "Non tutto è
consentito, signor presidente del Consiglio () I numeri non bastano
per forzare le regole e realizzare colpi di mano in Parlamento".
Il colpo di Stato, scrive Rep., era contenuto in un emendamento
"che prevedeva la non punibilità non solo dei reati
tributari ma anche dei reati commessi per eseguirli o occultarli".
Secondo un senatore dei Ds, già membro del Csm e opportunamente
sentito da Rep., questo emendamento comporta che "persino
l’omicidio di un testimone scomodo potrebbe rientrare nei casi
di non punibilità". Una sonora minchiata, una cosa
tipo "ammazza serenamente il tuo commercialista, tanto poi
arriva il condono e con 10 euro il Cav. ti cancella il reato
fiscale e anche l’omicidio". Ma a Rep. piace così;
ed Ezio Mauro si frega le mani. E’ la "strategia della dirEzione".
Scrive Mauro che "il blocco di Ciampi alla disinvolta operazione
del governo rivela la miseria delle ambizioni di questa maggioranza"
e altre contumelie. Qualche riga più in là aggiunge:
"Nessuno, in questi mesi berlusconiani, ha potuto dire che
il presidente è di parte". In questi mesi berlusconiani
forse no, ma in questa Rep. Libera&Giusta s’era già
orecchiata.
E pensare che secondo altri giornali, La Stampa per esempio,
non è successo quasi niente: "L’intervento del Quirinale
è stato politicamente meno cruento di quanto l’opposizione
abbia denunciato a caldo. La modifica suggerita dal Quirinale
è stata concordata tra gli uffici. Come sempre accade
per tutte le leggi" eccetera eccetera. Rep. insiste per
5 pagine con questa storia. Ma è pur sempre un grande
giornale, e basta leggere l’articolo di Silvio Buzzanca per sfiorare
la verità: "Deve essere stato Willer Bordon a mettere
in giro questa balla".
(continua)

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