Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 31 dicembre 2002

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 30 dicembre, XVIII
Giorno della Nuova Era Riformista, Automobilista, Libera &
Giusta, si apriva con "l’indulto ora è più
vicino". Massimo Giannini (Gian.) firma un articolo molto
lungo che comincia in prima pagina e occupa tutta la numero 19:
"Dal condono fiscale sconto per Mediaset". Il bravo
cecchino di Rep. ha scoperto che grazie alla sanatoria prevista
dalla Finanziaria, Mediaset risparmierà 90 milioni di
euro. "Non c’è nulla di illegale in tutto questo
­ scrive Gian. ­ Ma c’è qualcosa che non va innanzi
tutto sul piano morale". E’ il conflitto di interessi che
ritorna, insomma. Ma domani il Foglio risponderà con una
controinchiesta sul pauroso aumento della bolletta della luce,
un colpo pesante per i bilanci Mediaset causato dalla stessa
manovra economica del Cav. (Ehi, è uno scherzo!). Gian.
però va citato soprattutto per la sua intervista di domenica
a Massimo D’Alema. La strategia di Rep. sul più importante
ex leader della sinistra italiana è precisa: demolirlo
e trattarlo peggio di Renato Schifani. E lui, D’Alema, inspiegabilmente
sta al gioco. Gian. gli fa le domande giuste e cerca di fargli
capire che se conferma davvero le cose che vuole dire rischia
di fare il vice di Flores D’Arcais o di Gino Strada. Ma D’Alema,
poco riformista, insiste. Gian. è senza pietà.
Ecco le sue domande: "Lo trova strano? Anche Sharon si sente
in guerra. Provi a dargli torto con i kamikaze palestinesi che
si fanno esplodere"; Che le succede? un rigurgito da vecchia
sinistra antiamericana e antiisraeliana?"; Mi spieghi lei
come ci si difende dal terrorismo"; "Le ricordo che
non siamo stati noi ad attaccare il mondo islamico, ma dall’11
settembre è accaduto l’opposto"; "D’Alema pacifista
assoluto, anche questa è una novità"; "Attacca
il governo per non vedere le divisioni dentro l’Ulivo";
"L’economia va male ovunque"; "Non si vede in
giro tutta questa ‘macelleria sociale’. Semmai non si vede niente";
"Finora l’opposizione non ha brillato per capacità
di proposta"; infine il colpo del ko, dopo che D’Alema ha
parlato per un’intera pagina: "Da un anno e mezzo ripetete
lo stesso appello".
Sul centrosinistra va segnalato un titolo fantastico apparso
sabato a pagina 9: "L’Ulivo fermerà la guerra".
Con tutta evidenza il titolista è un raeliano, già
ringalluzzito per il precedente: "La setta che crede agli
Ufo sfidò il tabù della creazione". A leggere
bene, quasi tutti i titoli e i sommari sui clonatori di Rael
sembrano scritti apposta per l’Ulivo, o viceversa. Un esempio:
"Il movimento non si dedica al proselitismo, limitandosi
a diffondere libri e volantini: chi vuol capire bene, gli altri
peggio per loro". Raeliani o ItalianiEuropei?
Sabato però c’era una bella inchiesta di Salvatore Tropea
sull’équipe di creativi e di progettisti che a Torino
lavora con impertubabile fiducia ai nuovi e innovativi modelli
automobilistici della Fiat. Anche quest’articolo però
poteva essere titolato raelianamente: "La setta che crede
agli Ufo sfidò il tabù della creazione".
Eugenio Scalfari, nel suo consueto editoriale domenicale, è
intervenuto su Dante Alighieri con uno share sicuramente inferiore
a quello ottenuto da Roberto Benigni. Colpa delle troppe citazioni
e di una frase incomprensibile ai più: "Dante e la
Commedia ­ chi appartiene alla mia generazione lo ricorderà
­ ci furono compagni per tutti e tre gli anni di liceo".
Sono compagni anche ora, mister Fondatore.
Sullo stesso numero di domenica, Rep. ha pubblicato un articolo
bellissimo, il migliore da quando Red. Corr. recensisce il quotidiano
di Ezio Mauro. E’ un reportage su Pyongyang, capitale della Corea
del Nord, avvincente, informato, curioso e ricco di humor nero.
Lo ha scritto Emanuela Audisio, la più brava giornalista
di Rep. Il reportage è stato graziato dagli uomini del
desk, i quali il giorno prima avevano maldestramente titolato
un articolo simile di Marco Lupis. Avevano scritto: "Un
popolo alla fame ma deciso a combattere". Ma dentro l’articolo,
il popolo non era affatto "deciso a combattere". Tanto
a fermare la guerra ci pensa l’Ulivo. (continua)