La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 3 dicembre, LXIII
Giorno della Nuova Era Riformista, si apriva con questa notizia:
"Il pm: Giuliani fu ucciso per legittima difesa". Il
commento è di Giorgio Bocca, secondo il quale a Genova
"gli errori politici che causarono il tragico evento"
sono i seguenti: 1) "La divisione di una città antica
e labirintica in zone blindate da difendere e da conquistare"
(tesi, invero, tardo fallaciana); 2) "l’invio di reparti
di polizia politicamente motivati" (in due parole: fascisti);
3) "l’evidente volontà di spaccare le ossa ai sovversivi"
(vedi punto 2); "i trucchi polizieschi per fare apparire
una manifestazione sia pure violenta come una rivolta premeditata
contro lo Stato" ("trucchi", "sia pure").
Che la città sia stata devastata, decine di banche assaltate
e così molti negozi, e centinaia di cassonetti, di cabine
e di macchine bruciate, be’, all’indignato vecchio stile non
risulta. Gli articoli su Mario Placanica, il carabiniere che
sparò e uccise Carlo Giuliani sono più corretti.
Solo l’analisi di Carlo Bonini (Bon.) non convince. Bon. spiega
che "le 36 pagine con cui il sostituto procuratore"
ha chiesto l’archiviazione di Placanica "raccontano tutt’altro.
Capovolgono più di un luogo comune su quel pomeriggio
di sangue Collocano le responsabilità di Mario Placanica
in uno spazio meno asfittico del pianale del defender da cui
furono esplosi due colpi di Beretta Sb parabellum alle 17.27
del 20 luglio 2001". Boh, molto asfittico.
Un numero abbastanza scombinato, quello di ieri, con l’eccezione
del piano elaborato dal Cav. contro Casini, svelato da Barbara
Jerkov. Non importa che la notizia sia vera, importa che si mantenga
per 24 ore. C’è da riempire un giornale, ragazzi. E l’intervista
di Fassino di lunedì è già scaduta.
Paolo Rumiz (Rum.) ha intervistato uno scafista turco che dice
di fare "un lavoro serio". Non è un’intervista,
è un adattamento del Padrino: "Perché non
vuole che si scriva il suo nome?", chiede Rum. "Romperei
regole d’onore. E non ho dubbi che lei sia un uomo d’onore",
dice quello. "Perché si fida?", ancora Rum.
"Lei non sa se io sono io, oppure sono un intermediario.
O una controfigura. E poi, anche lei si è fidato".
Volendo, il turco è pronto a interpretare anche Napoleone.
Più in là, la chicca anti Cav. e la legge anti
clandestini: "Sembra tutto costruito per agevolare il nostro
lavoro". Oh, questa effettivamente mancava: il Cav. socio
degli schiavisti del mare. L’odore dei porti, direbbe Marco Travaglio.
Anche l’articolo di Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat)
ieri era un po’ così. Il richiamo di prima pagina dice:
"Muoiono di tumore i cani di Ground Zero". Dentro addirittura
è "strage di cani". Quanti ne saranno morti:
duemila? trecentocinquanta? sessantasette? ventidue? No, dall’11
settembre 2001 a oggi, in 14 mesi, ne sono morti quattro (4).
Quattro cani per strada. Sicuri sicuri, però ne sono morti
solo tre (3), uno di 12 anni, uno di 10, e un altro di 9. Non
proprio cuccioli, diciamo.
Luca Beltrami Gadola (Bel. Gad.) è più politicamente
corretto dell’altro Gad, quello brutto, e scrive "disabili
motulesi e non vedenti". Laura Asnaghi ci informa sulle
"comode ma insidiose zip" che "vanno manipolate
con cura e non tollerano atteggiamenti nevrotici" perché
offrono "le performance più alte quando sono applicate
alla biancheria intima".
Negli Spettacoli si parla del musical di Nicola Piovani: "Concha
Bonita", evidentemente ispirato alla nostra Conc. (continua)
4 Dicembre 2002