Luca Sofri mi ha detto di lasciar perdere. <Non ci provare>, mi ha suggerito. E’ assolutamente inutile spiegare come siano questi Sigur Ros, è tempo sprecato stare lì a fare il solito gioco dei paragoni, somigliano a questi, sono influenzati da quegli altri: non serve a niente. Sono i Sigur Ros e basta. Una cosa nuova, stupenda, meravigliosa, senza precedenti. Sono islandesi, a chi volete che si rifacciano?
Luca non ha torto, piuttosto s’ispirano ai geyser e ai ghiacciai, per dire. Dovrei seguire il suo consiglio, non foss’altro perché due anni fa fu lui a regalarmi il loro primo cd, il clandestino "Agaetis Byrjum" ("Un buon inizio"), un disco di quattro sconosciuti ragazzi islandesi talmente bello da farmi riavvicinare al rock o al post rock o come diavolo si chiama ora quella musica lì.
Ma io ci provo, lo stesso. E dico che questo disco dei Sigur Ros piacerà da morire a chiunque vada matto almeno due di questi gruppi o musicisti che ora vi dico. Attenzione, i Sigur Ros non c’entrano niente con costoro, non somigliano a nessuno di loro, forse solo un po’ ai Pink Floyd, però più lenti, oppure ai Radiohead, però ancora più psichedelici. I Sigur Ros c’entrano con voi che leggete. Sono pronto a scommettere che ve ne innamorerete se già ascoltate le band dell’elenco qui sotto. E più nomi vi piacciono nell’elenco, più vi consiglio di abbandonare qualsiasi cosa stiate facendo e correre al negozio per comprare questo disco che non ha nome, solo due parentesi vuote "()", né titolo delle canzoni. Dunque, dei Pink Floyd e dei Radiohead ho già detto. La lista continua con: Genesis, Peter Gabriel, Coldplay, King Crimsom, U2, Brian Eno, Lou Reed, David Sylvian, David Bowie, Nick Drake, Keith Jarrett, Brad Mehldau, Mogway, Talking Heads, Cocteau Twins, Wilco, Neil Young, Jan Garbarek, Alanis Morrisette, Miles Davis, The Smiths, Rem, Beck, Lambchop, Portishead e anche Richard Wagner.
I Sigur Ros sono quattro giovani ragazzi di Reykjavik, nessuno di loro ha ancora compiuto trenta anni. Cantano in islandese. Nessuno può parlarvi dei loro testi. A dire il vero neanche i 280 mila compaesani sarebbero in grado di farlo, perché in realtà quella dei Sigur Ros è una lingua inventata, un po’ islandese e un po’ quella che loro chiamano "hopelandic", più che una lingua, un suono. I Sigur Ros usano la voce come uno strumento, né più né meno. Chi non li ha mai visti dal vivo può pensare che a cantare sia una donna, oppure un bambino, magari una voce che proviene da un altro pianeta, un falsetto digitale creato da un computer. Il cantante, invece, è un uomo, si chiama Jon "Jonsi" Birgisson e suona la chitarra con l’archetto del violino. I Sigur Ros (che vuol dire Vittoria Rosa, cioè il nome della sorellina di uno dei musicisti, nata quando il gruppo si formò) preferiscono cantare in una lingua che non esiste per lasciar concentrare sulla musica. E’ la musica la cosa importante. Così importante che nel nuovo disco non c’è altro. Non c’è titolo, non c’è segno grafico se non quelle due parentesi. Le canzoni sono senza nome, e io per segnalarvi quali mi piacciono di più sono costretto a dirvi di ascoltare la 1, la 3, la 7 e la 8. La confezione è bianca, anche il compact è completamente bianco, non ci sono i nomi dei musicisti, né i credit sul luogo di registrazione eccetera. Zero-informazioni-zero: concentratevi sulla musica, ragazzi.
Guai a scorgere una relazione tra la loro inaudita musica e le caratteristiche geologiche del luogo fisico dove è stata composta. <E’ un clichè noioso ripetono i Sigur Ros a ogni intervista Noi viviamo a Reykjavik, e non pensiamo mai ai ghiacciai quando suoniamo>. Eppure è difficile non trovare un rapporto tra quei paesaggi algidi, quei getti d’aria calda, quei vulcani, quella luce primordiale e quegli inverni bui con una musica così dilatata e rarefatta che sembra originare dall’alba del mondo. Vi sembra che queste parole non significhino niente? Provate ad ascoltare "()" e fatemi sapere. Fatelo sapere anche ai Radiohead, che prima li hanno lanciati in Europa portandoseli in tour e ora dicono di ispirarsi ai Sigur Ros loro, i Radiohead, la band che ha cambiato il rock di questi ultimi tempi. Io non ho altro da aggiungere, se non che "()" è il fantastico disco del miglior gruppo del pianeta.
Christian Rocca
5 Dicembre 2002