Cominciamo dal principio. Il "web" è Internet, mentre "log" vuol dire "giornale di bordo", quaderno, diario. Il weblog, o blog, è un piccolo giornale che si trova in rete ma anche un diario pubblico e personale scritto-diretto-e-interpretato da una sola persona. Contiene pensieri, argomentazioni e commenti scritti dal tenutario del blog, ma anche notizie, rassegne stampa, segnalazioni di articoli e una scelta di documenti scovati su altri blog, sui giornali internazionali, sui siti istituzionali. In America ne vanno così matti che già due anni fa il Wall Street Journal scrisse "Weblog is the real thing". Potevamo mancare Luca Sofri e io? proprio noi due che ce la tiriamo così tanto? Certo che no. Anzi ve lo dico: il weblog è una cosa seria, non è "il borsello del XXI secolo". Lo dice anche Andrew Sullivan, il divo dei blog: "E’ una rivoluzione paragonabile all’avvento della televisione". Esagerato? Pensateci un attimo. Prima della Blogger Revolution per pubblicare qualcosa bisognava trovare un quotidiano, una rivista o una casa editrice disponibile. Non solo, c’era da trovare un agente, affrontare il direttore, blandire l’editore e compagnia bella. Ora invece è sufficiente un computer e una linea del telefono. Pochi minuti dopo è possibile pubblicare liberamente qualsiasi cosa si abbia in mente (sì, un po’ come IL FOGLIO). E la cosa incredibile è che vengono a leggerti. Da quando c’è CAMILLO, nato per contrastare il "terzismo" di Luca Sofri, un migliaio di persone ogni giorno cliccano sul sito e leggono le cose liberal-partigiane che scrivo. CAMILLO si chiama così per il conte di Cavour. L’idea è di John John Kennedy, fondatore di George, la rivista politica-cazzara dedicata al Fondatore George Washington. Noi abbiamo Camillo Benso, e io mi impegno solennemente a non guidare Piper sopra le coste del Maine (e a bacchettare Luca Sofri).
30 Gennaio 2003