Camillo di Christian RoccaRE: NO SUBJECT di Christian Rocca & Luca Sofri

 

Caro Christian,
chissà se tra i nostri otto lettori ci sono degli adolescenti. Dico adolescenti veri, quelli che vanno a scuola, non gli adolescenti sulla trentina che formano lo zoccolo duro dei lettori di Max. Beh, se ce ne sono uno o due, maschi o femmine, vorrei dir loro: scopate come dei ricci! Fatevelo dire da uno che non alzava una paglia e che ora vuole vendicare le sue inadempienze ma soprattutto gettare del ridicolo sull’opuscolo ministeriale diffuso nelle scuole con la millantata intenzione di informare i ragazzi sull’Aids. L’opuscolo spiega ai teenagers che devono cercare il vero amore e che la stabilità coniugale e la fedeltà sono le uniche armi contro l’aids. Se per questo, anche tagliarselo, aggiungerei io. Quindi vi invito a non seguire il mio esempio: io non ho mai usato il preservativo, quando ero al liceo. Ma avrei voluto tanto, ce ne fosse stata l’occasione. Altro che vero amore… ma mi fermo perché sto vergassolando, e non sarei all’altezza.

Caro Luca,
qualcuno ha mai capito come scopano i ricci? Boh, c’è da chiederlo a Cecchi Paone. Ti consiglio, e il suggerimento si intenda anche per i tromboni del ministero, l’Enciclopedia di David Bowie. Uno che i ricci, pfui. Sono 600 pagine piene di notizie, dischi, amori e interpretazioni delle sue canzoni. Una informazione in particolare può essere utile contro l’Aids. Pare che Bowie abbia scritto uno dei suoi ultimi dischi, Outside (un capolavoro, fidati), influenzato dall’arte contremporanea, e in particolare dalle performance art (pare si dica così) di Rudolf Schwartzkogler, valoroso capofila della scuola dei castrazionisti viennesi. Non è una balla. La performance del caro Rudolf consiste nel tagliarsi il pisello, imbrattare di sangue delle salviettine, venderle agli spettatori. Schwartzkogle è morto nel 1969, c’è chi dice in seguito alle numerose auto-mutilazioni, secondo altri in manicomio.

Caro Christian,
non bisogna esagerare con la prevenzione. Ma bando alla tristezza, ti allieterò con la notizia di un importante traguardo professionale raggiunto da questa corrispondenza, che qualche ostinato retrogrado si ostina ad accusare di troppo personalismo (per non parlare della ragazza che ha scritto "non è che da qualche parte della vostra testa coltivate l’idea di essere divertenti, vero?"). A me è sempre sembrata un’idea efficace, ma magari mi sbaglio. Beh, non so se hai presente Repubblica, il secondo quotidiano nazionale. La settimana scorsa ha pubblicato questo in prima pagina: "Caro Bernardo, per ragioni che non sto a dirti, mi trovavo qualche giorno fa a La Rochelle…". E poi: "Se alzo gli occhi, mentre leggo la tua lettera, caro Cesare, vedo la facciata scolorita di una casa di Rue Blanche". Autori: Cesare Garboli e Bernardo Valli. I maestri hanno superato gli allievi. E quanto a maestri, è arrivato in questo momento il pacco di Amazon: ho fatto un ordine un po’ anziano, con Johnny Cash, Joni Mitchell e il nuovo doppio live di Paul McCartney. A natale mi prende così.

Caro Luca,
so che sei un fan dei doppi live. Ne ho ascoltati tre, recentemente. Due bellissimi, uno imbarazzante. Il primo è una registrazione inedita di un concerto del 1975 di Bob Dylan, e ti devo dire che non riesco a toglierlo dal lettore. Non è né lagnoso come il Dylan degli esordi né penoso come adesso. Poi la Pfm, addirittura "Live in Japan 2002". Oh, sarà anche musica di trent’anni fa ma nessuno in Italia ha mai raggiunto il loro livello. Il terzo doppio live, quello imbarazzante, è Be’, non te lo dico. E così brutto che ho dovuto chiamare Alice. Tu dirai: Oh, che sarà?. Be’, vorrei incontrarti tra cent’anni. Magari con Sally. Sai io non sono un cantautore né Generale né Bufalo Bill figuriamoci Joe Temerario. Je so pazzo, e tu sei volata via o hai preso un treno a vapore, sotto un cielo senza nuvole Quando Il tempo non torna più. Chissà se lo sai Quello che le donne non dicono. La donna cannone, intendo. Io e te non abbiam bisogno di parole, perché il tempo non torna più in Piazza grande. Che soddisfazione. La storia siamo noi, Napule è Una città per cantare. Viva l’Italia. Caro Luca, non hai capito niente? Tranquillo, non c’è Niente da capire.

Caro Christian,
per togliere il cd di Dylan dal lettore, io di solito premo il tasto con il triangolino. Ma la maggior parte delle volte nemmeno ce lo metto. Ti dico una cosa che mi metterà nei guai: io da tempo sospetto una certa sopravvalutazione di Bob Dylan, con tutto che è Bob-Dylan-un-mito-una-leggenda che come lui c’è solo il Papa. Ed effettivamente il Papa non ha nemmeno scritto Knockin’ on heaven’s door. Ma insomma, se a te piace. I miei cinque doppi live preferiti di tutti i tempi: Paris dei Supertramp, Live in NY dei Counting Crows, Peter Frampton Comes Alive, Babylon by bus di Bob Marley e Seconds Out di quelli lì, quelli con il batterista che è andato a Operazione Trionfo, oddìo al solo pensiero mi vergogno. Ma non riusciranno a gettar fango sui nostri anni migliori.

Caro Luca, anche i 6 doppi cd di Frank Zappa "You can’t do that on stage anymore" non erano male. Tra le diecimila canzoni ce n’è una in italiano. Si intitola "Tengo una minchia tanta". Poi continua, e dice: "Tengo una minchia accussì". Credo che il mondo si divida in due, tra chi considerava Zappa un genio e chi pensava fosse un cialtrone. Io sono abbastanza terzista, però. Faceva un sacco di stupidaggini, ma la sua battaglia contro il bacchettonismo rimarrà nella storia. La sua avversaria era Tipper Gore, la moglie del candidato anti Bush, una tipa impegnatissima nel voler censurare i testi sporchi delle canzoni rock. Zappa la sfotteva che era un piacere, e la definiva "una terrorista culturale". Ora che Zappa è morto, sua moglie Gail è diventata una supporter dei Gore. FZ, lassù, ci avrà due palle accussì.

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