La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 10 gennaio, Giorno
X della Nuova Era Forte, Libera & Giusta si apriva con la
notizia di "nessuna prova su Saddam". La titolazione
è corretta, anche perché subito sotto Rep. aggiunge:
"Ma restano troppi misteri". Il giornale di Ezio Mauro
(che la Forza sia con lui) è riuscito a dare la notizia
esatta. Le pagine interne sono opinionated, ma confezionate in
modo inappuntabile. Bene, finalmente. Certo, poi ci sono gli
editoriali. Non sarebbe compito di Redazionalmente Corretto criticare
le opinioni degli opinionisti, ma il doppio Giorgio Bocca di
ieri merita qualche parola. Sul Venerdì (un così
bel giornale rovinato dai suoi rubrichisti) Bocca è genericamente
contrario alla guerra a Saddam. Su Rep. l’articolo è molto
simile, e infatti i Vertici lo hanno retrocesso ancora una volta
nelle pagine interne. Una differenza però c’è:
su Rep. Bocca si indigna anche per la guerra in Afghanistan,
quella cioè che c’è già stata: "La
cattiva coscienza dei nuovi colonialisti".
Bocca è molto letto perché negli articoli porta
sempre un pizzico di esperienza personale per avvalorare le sue
tesi: "Chiunque sia stato occupato, come lo fummo noi dai
nazisti ha scritto ieri su Rep. sa che la voglia
di resistere è insopprimibile, ma ogni volta c’è
qualcuno degli occupanti che lo nega". Verissimo. Uno che
lo negava, diciamo intorno al 1942, era un giovane cronista della
provincia Granda: "A quale ariano, fascista o non fascista,
può sorridere l’idea di dovere, in un tempo non lontano,
essere schiavo degli ebrei?". Tutto torna. Del resto la
tesi è rivendicata anche su Rep. di ieri: "Avendo
scritto dopo la Guerra dei Sei giorni che la resistenza sarebbe
sorta nei territori occupati da Israele, fui considerato un nemico
dal neo sionismo".
Sull’antisionismo ieri è caduta anche Rep. Un buon articolo
di Bernardo Valli da Parigi racconta gli ultimi casi di antisemitismo
in Francia. Si tratta proprio di antisemitismo, scrive Valli.
E se qualcuno pensa che sia antisionismo, avversione cioè
all’attuale politica del governo israeliano, sappia che è
una "rifrittura del vecchio antisemitismo". Come titola
Rep.? "L’antisionismo che angoscia i francesi".
Questo atteggiamento sospetto di Rep. su Israele e gli ebrei
colpisce anche i lettori del Venerdì, tanto che Cherrie
Elmes di Modena chiede a Eugenio Scalfari "come mai su Rep.
si legge solo una posizione di parte sul conflitto mediorientale?;
come mai siete così teneri nei confronti di Arafat?".
La pagina delle lettere ospita un intervento di Vittorio Torrembini,
vicepresidente dell’associazione imprenditori italiani a Mosca,
molto critico nei confronti dell’inchiesta-cartoon di Carlo Bonini
e Giuseppe D’Avanzo sui rapporti tra la mafia russa e le imprese
italiane agevolati dall’amicizia del Cav. con Vladimir Putin
e dallo scudo fiscale di Giulio Tremonti. I due segugi hanno
dedicato 37 colonne in 4 giorni a questo caso popolato di strani
personaggi come "il cinesino" e "il giapponesino".
Ieri alla lettera di Torrembini, Rep. ha risposto con un corsivo
così firmato: c.b.g.d.a. Che vorrà dire? Red. Corr.
avanza un’ipotesi: Cinesino Bandito, Giapponesino D’Arrestare.
Ieri è tornato sugli schermi Rai, Excalibur, il programma
di Antonio Socci che ha preso il posto di Michele Santoro. Come
si sa, a Rep. questa cosa non è mai andata giù,
non riesce ad accettare che Socci abbia potuto sostituire Santoro.
Così ieri nei tamburini dei programmi tv c’era questa
dicitura: "Raidue, ore 20.55 – Film. Excalibur".
Era molto divertente il corsivo dell’umoralista Michele Serra
contro la banalità dei notiziari che tutti gli anni si
stupiscono che con l’inverno arrivi il freddo e con l’estate
il caldo. Serra si riscatta così dalla rubrica del giorno
precedente, inneggiante alla Panda, l’automobile che l’editore
di Rep., Carlo De Benedetti, si vanta spesso di aver ideato nei
cento giorni in cui guidò la Fiat. (Serra era in buona
fede, ma pensi a cosa avrebbe scritto se Emilio Fede avesse fatto
un elogio "disinteressato" della Standa, invece che
della Panda).
Ieri, finalmente, i lettori di Rep. sono stati informati del
papocchio successo dentro Libertà & Giustizia, l’associazione
del patron De Benedetti. Un articolo inappuntabile di Goffredo
De Marchis raccontava l’intera vicenda, compresa l’epurazione
subita da Claudio Rinaldi per aver elogiato il piano Fiat di
Colaninno.
Le ultime notizie le fornisce Red. Corr. Dalla sua barca sull’Artico,
De Benedetti ha inviato via mail una bella fotografia di una
foca ad amici e parenti. Solo 4 i fortunati giornalisti di Rep:
Ezio Mauro (che la Forza sia con lui), Federico Rampini, Piero
Ottone e Claudio Rinaldi. Come al solito, a Curzio Maltese niente
di niente. (continua)
11 Gennaio 2003