Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 14 gennaio 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 13 gennaio, XIII Giorno
della Nuova Era Forte, Libera & Giusta, si apriva con la
"valanga sugli sciatori: 4 vittime". Un commento di
Michele Serra critica i "no limits del pericolo". "C’è
un vero e proprio bullismo delle nevi", scrive l’umoralista
di Rep. Serra, travestito da Gasparri, chiede fatti non le solite
parole: una legge contro gli snowboard, "misure repressive",
un "codice delle piste" e una specie di poliziotto
delle nevi che punisca i trasgressori. Molto snow & order.
Il migliore articolo di ieri è di Giuseppe D’Avanzo (Davanpour).
Il giornalista di Rep. firma un ottimo editoriale contro la protesta
dell’Associazione nazionale dei magistrati: "Ma serve davvero
la sfida dei giudici?" è il titolo. Davanpour è
certo: no. Anzi è "dannosa". Come "dannosa
è stata l’anno scorso l’invocazione al resistere, resistere,
resistere di Francesco Saverio Borrelli". Eh!? E ce lo dite
ora? Scusate, cari Vertici di Rep., va bene che la Forza è
con voi e noi lettori dobbiamo sempre subire, ma di quei duemilacinquecento
articoli resistenziali che avete scritto in questo anno, ora
che ce ne facciamo? Non penserete di sfangarla semplicemente
girando all’Unità gli articoli di Marco Travaglio, vero?

Davanpour, forte della Forza di Ezio Mauro, è una furia:
le parole di Borrelli furono utili "a chiudere con una testimonianza
civile l’eccellenza del suo servizio" ma anche "a soddisfare
– se si vuole – la sua vanità". "Alla conta
dei fatti ­ continua Davanpour ­ furono soprattutto parole
infelici". Di più: secondo Davanpour, i magistrati
e Borrelli sono complici del Cav. e degli affaracci suoi. Si
deve cambiare registro. E poi il rito dell’inaugurazione dell’anno
giudiziario è "noiosissimo e irrilevante". Conclude
Davanpour: "I destini dell’indipendenza della magistratura
sono anche nell’opinione dell’Italia che ha votato Berlusconi".
Bravo.
Molto bello, domenica, il ritratto del Caro Leader nordcoreano
scritto da Renata Pisu (ma, cari leader di Rep, perché
non fate scrivere Emanuela Audisio che lì c’è stata,
ed è la più brava di voi tutti?). Ottimo, sabato,
il dialogo (tradotto da Ha’aretz) tra David Grossman e Amos Oz
su Israele.
Le pagine di politica, ieri e nel weekend, sono state un Sergio
Cofferati show. Massimo Giannini, il più bravo cecchino
di Rep., domenica ha intervistato Massimo D’Alema, e l’ex leader
gli ha detto che Cofferati si comporta come "Gengis Khan".
Ieri Giannini ha intervistato Cofferati, sperando che il nuovo
leader rispondesse al vecchio. Cofferati, da spietato conquistatore,
ha spiegato il suo programma ma non ha degnato D’Alema di un
cenno.
Domenica è uscito anche un articolo di Concita De Gregorio,
la nostra cara Conc. da ieri in permesso per quella maternità
che annunciò ad amici e parenti dal palco del Maurizio
Costanzo Show (auguroni), ma che sabato notte certo non le ha
impedito di fare le tre del mattino in pizzeria con i Cofferati
boys. "Nanni Moretti si scusa e non viene ­ scrive con
rammarico Conc. ­ Un’amica lo ospita per la notte e per le
ultime due parole della sera". "In pizzeria ­ dice
il sommario dell’articolo ­ è tornato il discorso
sulla sobrietà". Che cosa diavolo sia lo spiega Conc.,
ispirata: "Nutrire lo spirito, contenere i consumi. Una
specie di contromanifesto etico in tempi in cui il governo invita
a spendere, comprare e consumare. Alle due di notte in questa
pizzeria di periferia si sfilano tutti la cravatta, uno dopo
l’altro: una specie di rito come fosse una sfida". Togliersi
la cravatta in pizzeria è una sfida!? A che cosa, alla
doppia mozzarella? (continua)

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