Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 17 gennaio 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 16 gennaio, Giorno
XVI della Nuova Era Forte, Elettrica, Libera & Forte, si
apriva con un "allarme terrorismo: nave sequestrata a Genova".
Il titolo principale è sull’articolo 18: "Sì
al referendum". Tre gli editoriali di prima pagina: 1) John
Le Carré dice che l’America è diventata "pazza";
2) Massimo Giannini spiega "la bomba a tempo di Bertinotti",
insomma il cecchino di Rep. racconta quanto sia devastante per
la sinistra il referendum di Rifondazione; 3) Giuseppe D’Avanzo
(Davanpour) interviene ancora sulla giustizia. Tre giorni fa
aveva scritto un ottimo articolo con il quale diceva che l’oltranzismo
dei magistrati aiuta il Cav. Due giorni fa, marcia indietro,
criticava il Cav e basta. Ieri il capolavoro: criticava il Cav.
per aver provocato l’oltranzismo dei magistrati (sempre quello
che aiuta il Cav.). Ma, attenzione, Davanpour non parla del passato,
piuttosto del futuro, di domani in particolare, scrivendone però
al passato. Non si capisce? Avete ragione. Rispieghiamo: l’articolo
di Davanpour di ieri diceva che il Cav. è un mascalzone
e un provocatore al punto che domani, all’inaugurazione dell’anno
giudiziario di Milano, farà parlare il ministro della
Giustizia Roberto Castelli. Volete sapere dov’è la provocazione?
Eccola: Castelli, che è ingegnere, dirà tante di
quelle castronerie che i tanti girotondini presenti in aula "cominceranno
a urlare". Davanpour passa al presente storico: "Ne
nasce un parapiglia, c’è qualche confuso tafferuglio".
Ancora: dopo "il consueto avvitamento polemico" (che
Dio solo sa che voglia dire), potrebbe anche arrivare "qualche
buuuhh". Capita l’astuta strategia del Cav? Il Guardasigilli
interviene, Travaglio mostra le manette, Pancho Pardi s’infervora,
Flores mena, ed ecco bella e pronta la giustificazione che a
Milano il processo a Previti non si può fare. L’analisi
è contorta, e probabilmente sarebbe stato più sbrigativo
far scrivere Curzio Maltese, uno che solitamente la risolve con
un bel "Berlusconi sei un gran cornutone" e la finisce
lì.
Sempre a proposito di Davanpour (e di Carlo Bonini) c’è
da segnalare un articolo del Sole-24 ore di Sergio A. Rossi sull’importanza
degli investimenti italiani in Russia. I due segugi di Rep. avevano
firmato una pericolante e sterminata inchiesta sui rischi malavitosi
di questi rapporti, e del lasciapassare che assicura loro il
governo del Cav. Il Sole sfotticchia Rep: "Il difficile
mercato russo può rimanere facile ostaggio psicologico
di operazioni ‘deterrenti’, consapevoli o meno, che possono coinvolgere
anche i mass media. E non vale che i più avveduti ne fiutino
le caratteristiche della classica disinformazja o disinformazione,
condita con tanto di servizi segreti, mafia, gole profonde, industriali
ingenui e via di seguito". Davanpour e Bonini sono serviti.
Rep. continua la campagna libera e giusta contro l’Enel, l’operatore
energetico concorrente del gruppo Energia guidato dall’editore
di Rep., Carlo De Benedetti.
Corrado Augias ­ titolare della posta dei lettori che chissà
perché non affidano al bravo Sandro Viola ­ risponde
a una lettera sul sacrificio di un pompiere per dire che il Cav.
spreca soldi per fare un ponte sullo Stretto che serve "solo
alla vanità di chi lo promuove. E alla mafia".
Infine Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat): "Bush:
basta quote per i neri". Il ragionamento è questo:
il presidente toglie le corsie preferenziali per i neri che si
vogliono iscrivere all’università per un bieco calcolo
politico: "In cambio di qualche elettore afro-americano
in meno, Bush e i suoi burattini puntano sulla conquista di altri
bianchi e latino americani irritati dalla ‘corsia preferenziale’
per i neri". Se solo Zuccopycat avesse gattocopiato un suo
articolo di tre mesi fa avrebbe scoperto che le corsie preferenziali
sono usate prevalentemente dai latino americani. (continua)

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