La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 21 gennaio, Giorno
XXI della Nuova Era Forte, Elettrica, Libera & Giusta, si
apriva con un’intervista a Beppe Pisanu, il quale propone un
"patto con l’Islam moderato". L’articolo, ben confezionato,
è di Magdi Allam, le pagine sono due, eccessive.
Rep. sembra dare grande credito all’ultima mossa di Saddam. "Carta
bianca agli ispettori", si legge nel titolo. E nel sommario:
"Gli uomini di Blix potranno controllare i siti sospetti
senza essere accompagnati". Subito sotto, pubblica un breve
articolo sulla "Libia alla presidenza della Commissione
Onu per i diritti umani". Il tema avrebbe meritato maggior
spazio (Gianni Riotta, sul Corriere di lunedì, ha scritto
l’editoriale di prima pagina). Forse è per questo che
nell’articolo di Francesca Caferri non c’è replica "all’articolato"
giudizio del sig. Marco Bertotto di Amnesty: "I diritti
umani in Libia non certo sono (sic) rispettati ma anche gli Usa
non hanno un curriculum da campioni in questo campo".
Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat) racconta con il suo
stile pirotecnico che "Powell mette fretta all’Onu".
La tesi è la solita, "la sentenza americana è
già scritta e depositata" e non saranno certo le
manifestazioni pacifiste, le burocrazie delle Nazioni Unite o
le cancellerie europee a fermare la "guerra all’Hitler della
Mesopotamia". L’articolo si conclude con un falso. Zuccopycat
riporta la notizia apparsa due giorni fa su Time (ma in realtà
è dei primi giorni di dicembre) a proposito di una nuova
arma a disposizione del Pentagono: "Una bomba a microonde
capace di lanciare due miliardi di watt, una radiazione pari
alla potenza di due milioni di forni a microonde da cucina, per
friggere i congegni elettrici ed elettronici del nemico".
Corretto, con l’eccezione della frase successiva: "La guerra
sarà dunque breve e indolore come scaldare un avanzo di
polli, anche se i polli potranno essere in questo caso uomini
e donne". Se Zuccopycat avesse gattocopiato meglio Time,
avrebbe informato i lettori di Rep. del fatto che quest’arma,
"a differenza di quelle convenzionali, non diffonde nell’aria
agenti mortali che potrebbero avvelenare i civili iracheni".
Il missile, infatti, esplode ad alta quota e crea un’anomalia
di campo magnetico che rende inutilizzabili computer, frequenze
e sistemi di comunicazione. Niente polli (né iracheni)
fritti. Arriveranno, prima o poi, ma con l’apertura del primo
McDonald’s.
La pagina politica è, come piace a Rep., giudiziaria.
Il Cav. ha presentato una memoria per provare "il clima
ostile" dei magistrati di Milano. Agli atti ci sono una
serie di interventi scritti su Internet da vari magistrati, milanesi
e no. Rep. insorge: "Messaggi intercettati su Internet:
hanno violato la nostra posta". Messa così sembra
che il Cav. e Previti abbiano appunto "violato la posta"
privata dei magistrati. Ma non è così. Intanto
perché nessuno dei magistrati intervistati nell’articolo
pronuncia la frase del titolo. E certo non avrebbero potuto,
visto che non si trattava di e-mail private ma di interventi
in "gruppi di discussione" (newsgroup) cui partecipano
molte persone. Per sapere che cosa si dicevano i magistrati c’è
da leggere fino in fondo l’articolo, come se fosse un dettaglio
ininfluente. Ebbene un magistrato scrive "Schifani-schifoso".
E passi. Ma Armando Spataro from Milan? Eccolo: "La questione
ormai è quella del regime e delle modalità di resistenza".
Laura Bertolè Viale, sostituto procuratore generale a
Milano commenta così il "resistere, resistere, resistere"
di Francesco Saverio Borrelli: "Borrelli fantastico, bravo,
commovente". Spataro e "il collega Citterio" hanno
discusso a lungo "sul modo migliore per garantire che il
processo Sme-Ariosto vada avanti".
Il commento è di Giuseppe D’Avanzo, fin qui detto Davanpour
ma sul quale siamo pronti a rischiare un altro soprannome. La
settimana scorsa Davanpour aveva previsto che all’inaugurazione
dell’anno giudiziario ci sarebbe stata una scazzottata tra girotondini
e provocatori vari, mandati lì dal Cav. per scatenare
la baruffa e far capire che il clima di Milano non è sereno.
Previsione errata, non è successo niente. Davanpour non
si arrende: tarocchi alla mano vede un’altra opportunità:
il congresso di Magistratura Democratica di domani. "Se
quell’assise diventasse una bolgia, se in quel congresso un paio
di mattacchioni in toga strologassero senza giri di parole contro
il regime potrebbero le Sezioni Unite non tenerne conto?".
Certo che no. Lo dicono le stelle, lo dice Davanwood. (continua)
22 Gennaio 2003