La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 24 gennaio, Giorno
XXIV della Nuova Era Forte & Elettrica, si apriva con "Gli
Usa: Italia con noi in guerra". L’editoriale è di
Bernardo Valli, ed è un piacere leggere la sua prosa.
Il contenuto si può riassumere nella frase iniziale, "Silvio
Berlusconi vuole essere amico di tutti", e in quella che
sta qualche riga dopo, "Non si può essere amico di
tutti". Vero. Donald Rumsfeld, per esempio, è uno
che dell’amicizia con Francia e Germania forse gli frega zero.
Rep. organizza due pagine di commenti indignati per una frase
di Rumsfeld, però combina un papocchio. Nei quattro articoli
non c’è mai la frase di Rumsfeld che tanto ha fatto arrabbiare
Parigi e Berlino, solo le reazioni. Si intuisce che Rumsfeld
possa aver detto che "l’Europa è vecchia". E’
così? Forse sì, forse no. Più sì
che no. Ma se si legge attentamente Rep., no, Rumsfeld non ha
detto così. C’è un boxino infatti, a corredo degli
articoli. Il titolo è "La frase". Eccola: "Con
Francia e Germania ci sono problemi, fanno parte della vecchia
Nato un’alleanza che si sta spostando a est". Secondo Rep.,
dunque, Rumsfeld ha detto "vecchia Nato", non "vecchia
Europa". Sbagliano Schroeder, Chirac e Prodi (nessuno dei
quali vuole usare la forza militare) o Ezio Mauro (che la Forza
sia con lui)?
C’è la questione dell’ambiente, delle frasi del Cav. sugli
abusi edilizi e del progetto del ministro Castelli di depenalizzare
alcuni reati ambientali. Rep. insorge come se fosse una vera
e propria forza d’opposizione (d’accordo, più forza che
opposizione). Un titolo dice: "Ambiente, l’Europa boccia
l’Italia". E sotto: "Polemiche sulla ricetta Berlusconi
contro gli abusi edilizi". Messa così sembra che
Bruxelles, anziché Saddam, voglia disarmare il Cav. Ma
non è così. La (presunta) bocciatura riguarderebbe
il progetto di Castelli. E così? No, non è così.
Castelli "vuole depenalizzare una serie di reati che vanno
dal bracconaggio al versamento di petrolio in mare". E’
certamente una pirlata, ma con i provvedimenti dell’Ue non c’entra
niente. L’Europa chiede di perseguire penalmente reati ambientali
vari che provochino "decessi o lesioni gravi alle persone"
oltre che all’ambiente. Castelli è uno che non vuol far
uscire di galera neanche un ladro di mele, pensate davvero che
voglia lasciar libero uno stragista?
Rep. chiede il parere di Giovanna Melandri, e la sventurata risponde:
"Solo Berlusconi può pensare che basti una siepe
di alloro per sanare le ferite inflitte dall’abusivismo".
La Melandri ha due sfortune. Una è quella di aver letto
soltanto Rep., per cui è convinta che il Cav. abbia detto
davvero questo; la seconda è che proprio all’altezza tipografica
della sua dichiarazione, Rep. pubblichi un sondaggio nel quale
si legge che alla domanda "è d’accordo a misure alternative
all’abbattimento della costruzione abusiva?", il 54,4 per
cento degli italiani, mica solo Berlusconi, è d’accordo.
La confusione è enorme, un’altra vittima è Michele
Serra, l’umoralista di Rep. Convinto dalle cronache di Rep. che
il Cav. abbia varato un decreto sugli abusi edilizi, inizia la
sua rubrica con questa frase: "Le allegre decisioni del
governo Berlusconi sugli abusi edilizi". Ma quali decisioni?
Ci sarebbero tante altre cose, compreso il quarto strepitoso
articolo consecutivo di Gianni Clerici, ma c’è da recensire
il Venerdì, quel bel giornale costretto a sopportare un
gruppo di editorialisti che Red. Corr. non trova più le
parole per definire. Curzio Maltese ha scritto la seguente frase:
"La destra ‘nuova’ si rivela ogni giorno un fattore di regressione
sociale, culturale ed economica. Il berlusconismo () è
nei fatti un moltiplicatore e una glorificazione televisiva permanente
dei più antichi e ostinati vizi nazionali: l’opportunismo,
la furbizia, il familismo, l’antimeritocrazia e l’eterna tentazione
autarchica. In dieci anni la cultura dell’illegalità ha
fatto passi da gigante, tornando e anzi superando i livelli precedenti
a Tangentopoli". Negli ultimi dieci anni? Ma che c’entra
la destra, se per otto anni su dieci ha governato il centrosinistra?
Piero Ottone è intervenuto sullo spinoso tema delle barbe:
"Per tanto tempo ho creduto, quando incontravo qualcuno
con la barba lunga, che avesse dimenticato di radersi".
Ma "alla fine ho capito, un poco vergognandomi per avere
impiegato tanto tempo a capire: quella peluria sul volto è
intenzionale". Ma non poteva chiederlo a Scalfari una quindicina
di anni fa? Infine Giorgio Bocca, finalmente su un argomento
divertente: l’ironia. Ecco alcune parole usate per definirla:
"Cafona, conformista, cafoni, immondo, sadici, bolsi, ridicoli,
turpe, schifezze, bordello, tette, chiappe, crapula funerea,
laido carrozzone". Un uomo sereno. Poi il gran finale finale:
"Ironico non vuol dire niente, è una polverina deodorante
che viene sparsa sulle immondezze, disgustosa come tutte le polverine
che per essere deodoranti devono avere una loro superiore puzza
vomitevole". No, Bocca non è ironico. (continua)
25 Gennaio 2003