Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 3 gennaio 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 2 gennaio, Giorno
II della Nuova Era Forte, Libera & Giusta, si apriva con
questa notizia: "Ciampi corregge Berlusconi". Leggendo
gli articoli che Rep. dedica al discorso di fine anno del presidente
sembra però che sia successo il contrario. Barbara Jerkov
(brava) scrive che "fra i primissimi a congratularsi con
Ciampi" sono stati "il Papa e Berlusconi". Jerkov
aggiunge che anche il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi,
e finanche Umberto Bossi, si sono congratulati e hanno apprezzato
le parole del capo dello Stato. Le uniche critiche, scrive ancora
Rep, "arrivano da Prc, Verdi e Pdci sulla guerra e da Di
Pietro". Ma Rep. è fatta così. La sua "funzione
giornalistica primaria" è scolpita nelle parole che
Ezio Mauro ha inviato ai suoi redattori e che Redazionalmente
Corretto, "ossessionato" e "inconsapevolmente
gregario", ha riportato ieri. Eccole: "Vorrei che fossimo
tutti coscienti dell’energia inventiva, creativa, intellettuale
che il nostro giornale sprigiona e che lo rende protagonista
e, più ancora, unico".
Rep. dunque non è solo un quotidiano e neanche un giornale-partito,
come si è detto in questi anni. E’ molto, molto di più.
Che cosa, dunque? E’ una specie di Terza Camera, ha "una
speciale funzione di rappresentanza". Guai poi a dire che
Rep. sia soltanto una forza di opposizione ("più
che l’opposizione mi interessa la forza", ha scritto Eziobi-Wan
Kenobi). Perché dunque stupirsi se il titolo di apertura
del giornale non corrisponde al contenuto degli articoli? Vale
poco aggiungere che le due interviste a commento del discorso
di Ciampi confermano la forzatura del titolo di prima pagina.
E’ Fausto Bertinotti, infatti, ad accusare Ciampi di aver fatto
un discorso "pericoloso", mentre è il ministro
Carlo Giovanardi ad esaltarlo e a negare che "il Quirinale
abbia smentito Berlusconi".
Massimo Giannini, il più micidiale e bravo cecchino di
Rep., scrive un lungo editoriale con il quale ci dice che siamo
entrati nell’era della "coabitazione", con Ciampi garante
e attenuatore delle corbellerie del Cav. Red. Corr. non riesce
a capire se la "coabitazione" gianniniana sia da ritenersi
un passo avanti oppure uno indietro rispetto al precedente articolo
di Giannini, quello che dottamente spiegava come fossimo entrati
nell’era della Trimurti istituzionale, con il Quirinale, il presidente
della Camera e quello del Senato, sempre garanti e attenuatori
delle solite corbellerie del Cav. Coabitazione o Trimurti? Oppure
si tratta dell’ennesima espressione di "energia inventiva,
creativa eccetera"? Sarà questa, sennò Giannini
non avrebbe scritto che Ciampi è "un vecchio costituente",
confondendolo con O. L. Scalfaro.
Il primo numero dell’anno comunque era abbastanza fiacco, c’era
ancora da smaltire il Cenone. Eppure neanche in questo clima
vacanziero è stato trovato uno spazietto per Marco Travaglio,
forse perché si sa che se non lo si fa scrivere il primo
dell’anno, quello poi non scriverà tutto l’anno. Peccato
però che non ci fossero articoli di Emanuela Audisio,
indubitabilmente la più brava giornalista di Rep. Noi
aspettiamo. Di buono c’era un articolo tradotto dal New York
Times sui volenterosi profittatori del regime di Saddam e una
nuova rubrica, priva però dei soliti frizzi e lazzi, di
Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat). Di buonissime, invece,
c’erano le due pagine culturali dedicate a Mordecai Richler e
Adriano Sofri. Che volere di più da Rep.? Forse che non
critichi Richler per aver scritto "un reportage troppo datato"
su Israele. Al solito l’articolo è più onesto del
titolo e dei sommari ma in generale accusare Richler di non aver
previsto con otto anni di anticipo l’11 settembre sembra eccessivo.
Ultima noticina sull’Espresso, sull’editoriale di Giorgio Bocca
in particolare. Un sommario chiede che cosa induca "fogli
e foglietti del regime moderato a pubblicare articoli apertamente
nazisti o fascisti". Red. Corr., per quanto "ossessionato"
e "inconsapevolmente gregario", ricorda come codesto
foglietto non abbia mai pubblicato gli articoli "apertamente
nazisti o fascisti" con i quali un giovane indignato speciale
della provincia Granda sosteneva "la necessità ineluttabile
di questa guerra, intesa come una ribellione dell’Europa ariana
al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù".
La forza sia con voi. E anche la Liberta & la Giustizia.
(continua)