Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 4 gennaio 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 3 gennaio, Giorno
III della Nuova Era Forte, Libera & Giusta, si apriva con
"prezzi, ecco il caro-spesa". Giornalese purissimo,
oltre che antiberlusconismo di maniera. Rep. infatti preferisce
parlare di surgelati rincarati per colpa del Cav. piuttosto che
dare con evidenza la notizia del giorno, quella che ieri apriva
la prima pagina del Corriere: "Migliorano i conti pubblici".
Fosse vero, come è, sarebbe clamoroso: Cav.&Tremonti,
il duo dei disastri, ha migliorato il deficit dello Stato del
25 per cento rispetto all’anno scorso. Non solo. I conti sono
migliorati anche rispetto alle stesse previsioni del governo.
Di più. E’ il miglior risultato degli ultimi ventidue
anni. Bravura? Colpo di fortuna? Comunque, una notiziona, oltre
che un ribaltamento delle analisi degli editorialisti domestici.
E Rep. che fa? Certo non può nascondere del tutto la notizia,
anche perché ­ come ha scritto Ezio Mauro (che la
Forza sia con lui) nel messaggio di fine anno ai suoi giornalisti
­ Rep. cerca di "rispondere sempre e prima di tutto
alle esigenze dei lettori che chiedono un’informazione completa
e approfondita, una cronaca inattaccabile eccetera". La
notizia va a pagina 2 sotto questo titolo: "Il Tesoro aggiusta
i conti". La "cronaca è inattacabile" ma
il verbo usato nel titolo, tra i tanti possibili, serve a insinuare
nel lettore il sospetto che Tremonti abbia truccato le carte.
Non contenta, Rep. intervista Carlo Cottarelli del Fondo monetario.
Elena Polidori gli chiede di "fare un bilancio di 12 mesi
di gestione Tremonti". L’uomo del Fmi accetta ma premette:
"Naturalmente non abbiamo ancora valutato il dato sul fabbisogno
di dicembre che è appena uscito". Eppure esce mezza
pagina con questo titolo: "Condono e scudo fiscale sono
stati un errore".
E’ sceso in campo Giorgio Bocca, indignato come sempre ma retrocesso
nelle pagine interne. Decisione forse dettata per pudore nei
confronti di un editorialista che due giorni fa chiedeva perché
"fogli e foglietti del regime moderato" pubblicassero
"articoli apertamente nazisti o fascisti", mentre il
14 agosto 1942 scriveva che "questo odio degli ebrei contro
il fascismo è la causa prima della guerra attuale"
e che "la vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti,
sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà
sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o
non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo
non lontano, essere schiavo degli ebrei?". Ieri Bocca ha
scritto che il Cav. è una specie di capo-condomino che
si appella "demagogicamente all’ottimismo, come se di fronte
al nazismo Churchill avesse invitato gli inglesi a far festa
invece che a prepararsi alle lacrime e sangue". Vero. Ma
così, a occhio, se di fronte al nazismo gli inglesi avessero
ascoltato Bocca, anziché Churchill, ora saremmo qui a
recensire l’ultimo best seller dell’indignato di Rep. Una cosa
tipo: la Razza e l’Orgoglio.
Come ha scritto Ezio Mauro (che la Forza sia con lui) nel messaggio
ai suoi giornalisti, c’è da tenere "alta la bandiera
di Repubblica in un paese sempre più confuso, profondamente
diviso, senza punti di riferimento sicuri". E per dare a
quei lettori-naufraghi una zattera, Rep. pubblica un’intera pagina
di consigli di "buone maniere". Se, per esempio, a
un lettore di Rep. "senza punti di riferimento" dovesse
capitare di "brindare con un giaponesse", egli sappia
che non "bisogna mai dire cin cin", in quanto "in
giapponese cin-cin è un diminutivo dell’organo sessuale
maschile".
E siccome "ci sono battaglie culturali nate qui e cresciute
nel paese" (sempre Eziobi-Wan Kenobi, che la Forza sia con
lui) Rep. pubblica un bel po’ di articoli antiamericani, sai
mai che la battaglia culturale nata qui poi non cresca nel paese.
Il primo è un editoriale di Jean-Paul Fitoussi, tradotto
da Le Monde, contro il modello di sviluppo made in Usa, poi c’è
Zuccopycat sul calo di popolarità di Bush, e il solito
corsivo umoralistico di Michele Serra, sempre contro Bush. Gli
articoli di cronaca non sono più equilibrati, ed è
dovuto intervenire l’ambasciatore americano, Mel Sembler, per
spiegare la posizione americana sull’Iraq. Ma l’articolo è
stato titolato così: "Sconfiggere Saddam con ogni
mezzo, solo così il mondo vivrà in pace".
Sembler non intendeva questo, anzi ha scritto che Bush preferirebbe
una soluzione pacifica. In effetti sono qui a Rep. che preferiscono
la Forza. ("Più che l’opposizione mi interessa la
forza", Eziobi-Wan Kenobi ai suoi jedi).
(continua)