L’Economist sulla nuova dottrina Bush
Quella che i giornali italiani hanno deciso di non raccontare.
28 febbraio
Disinformatia/6
Il discorso di Bush sul dopo Iraq, sulla democrazia e sul conflitto arabo-israeliano non ha ricevuto una riga sui giornali italiani. A parte Il Foglio, ovvio, che ha pubblicato il discorso integrale. Gli altri giornali niente, tranne il solito Maurizio Molinari sulla Stampa (ma l’articolo è titolato su un altro argomento) e un taglio medio sul Giornale. Il livello della stampa italiana è questo. Non è possibile che il discorso sia sfuggito, ieri era su tutte le prime pagine dei giornali americani ed era commentatto negli editoriali. Era stato anche annunciato come un major speech. Eppure niente. Sorge un dubbio: Bush ha fatto un discorso che, per esemplificare, si può definire “di sinistra”.
La sola idea nuoce alla propaganda.
28 febbraio
Disinformatia/5
Ieri Vladimir Putin ha siglato un accordo con Bush: all’Onu agiranno insieme. I giornali italiani hanno o censurato o sottovalutato. Stamattina il ministro degli Esteri russo, in visita a Pechino, ha riparlato di veto, confermando le divisioni dentro il governo russo. I siti dei giornali italiani si sono subito sintonizzati su questa notizia. Vedrete domani le edizioni cartacee.
28 febbraio
Disinformatia/4
I giornali italiani hanno per dieci giorni giudicato poco importante la scoperta degli ispettori sulla gittata dei missili Al Samoud. Ora che Saddam, come previsto, “in linea di principio” è disposto a distruggerli (vedrete li brucerà in piazza davanti alle telecamere), improvvisamente i medesimi missili diventano “la notizia” che Saddam coopera.
28 febbraio
Disinformatia/3
Il Foglio a parte, qualcuno ha letto sui giornali il testo del telegramma di Arafat a Saddam? Che dite? Sarebbe stato troppo hard far sapere che Arafat si unisce in preghiera con Saddam affinché Israele venga spazzato via?
28 febbraio
Disinformatia/2
Secondo Sette, il magazine del più importante giornale italiano che pure aveva ben dedicato la copertina a “si può esportare la democrazia in Medio Oriente”?, in Iran la democrazia c’è già dal 1979 e in Sudan dal 1985.
28 febbraio
Disinformatia
Ieri ho scritto che un giornalista del Riformista, citando questo articolo, sosteneva che fu Bush padre a promettere un regime democratico. Ora ci si mette pure Luca Sofri.
E’ una balla, ovviamente (e l’articolo in questione che cita anche Luca lo conferma). Agli americani, allora, non gliene fregava niente, come non è mai fregato a nessuno, tantomeno a noi europei, esportare la democrazia, o una cosa che le assomigliasse.
28 febbraio
Soluzione per l’Iraq
Caro Luca, Il fronte anti Saddam è diviso in due: c’è chi non vede alternativa all’intervento militare e chi spera che il rais si dimetta. A me è venuta questa idea: dicono che in ballo ci sia il petrolio, no? Noi in Italia un petroliere ce l’abbiamo, giusto? E allora chiamiamo subito il presidente Moratti, ci penserà lui a esonerare Saddam. E’ un’ipotesi che va esaminata, anche se mi rendo perfettamente conto che agli iracheni potrebbe non convenire cacciare Saddam per poi avere Roy Hodgson. Ma a noi che ce ne importa? Quello che conta è che l’Iraq non sarà più un pericolo per l’Occidente, specie se mister Hodgson richiamasse Ciriaco Sforza e vendesse Tareq Aziz al Real Madrid.
Renosubject, Max febbraio
Andrea Tamburi
Klamm ricorda che oggi è il nono anniversario dell’assassinio del mio amico Andrea Tamburi
28 febbraio
Dasvidania Chirac
Vladimir Putin è passato di là.
27 febbraio
Clonazione da Tiffany
Il Guardian pubblica l’articolo di Silvia Grilli: era andata in Kentucky a farsi (quasi) clonare. Qui l’articolo originale pubblicato da Panorama.
27 febbraio
La democrazia in Medio Oriente
George Bush ha spiegato che cosa vuol dire far fuori il regime terrorista di Saddam. Un Iraq libero sarà un modello per l’intera regione. Il passo successivo sarà uno stato palestinese realmente democratico, mentre Israele dovrà fermare la politica degli insediamenti. Ne avevamo parlato, a lungo, qui. Questa è l’analisi del New York Times. Questa quella del Washington Post. Secondo Andrew Sullivan, Bush è sulla strada per diventare un neo-conservatore.
27 febbraio
Kuwait liberato
Ieri Kuwait City, una città che sembra Dallas, ha festeggiato il decimo anniversario della liberazione. Le immagini erano bellissime, simili a quelle che si vedono in una città italiana quando la squadra vince inaspettatamente uno scudetto. Il Kuwait, nonostante l’emiro avesse promesso un’apertura democratica, resta però una dittatura. Un giornalista del Riformista, citando questo articolo, sostiene che fu Bush padre a promettere un regime democratico. E’ una balla, ovviamente (e l’articolo in questione conferma). Non gliene fregava niente, come non è mai fregato a nessuno, tantomeno a noi europei, cercare di esportare la democrazia, o una cosa che le assomigliasse. Ora è cambiato il vento.
27 febbraio
Boom (economico) a Kabul
Ecco a cosa è servito liberare l’Afghanistan. Presto gireranno Sciuscià (il film, per Santoro c’è tempo).
27 febbraio
1972
Bel blog. Nuovo. Complimenti
27 febbraio
L’arma dei morti presunti
In Iraq moriranno 500 mila civili,. No 100 mila. Siamo sicuri che abbiano fatto bene i conti?
Il Foglio, 27 febbraio
Quelli che Yankee come here
La Polonia e gli altri paesi dell’Est europeo appena usciti dal comunismo non vedono l’ora che gli americani trasferiscano lì le loro basi militari.
26 febbraio
Thomas Friedman e la democrazia in Medio Oriente
L’opinionista del Nyt ricorda che agli americani non è mai interessato molto della democrazia in Medio Oriente. Ora, dopo l’11 settembre l’approccio è cambiato. Gli europei sono disinteressati. E’ necessaria, scrive Friedman, una vera rivoluzione di pensiero sia tra gli americani che tra gli arabi e gli europei. Il punto è questo: se la rivoluzione democratica sarà fatta, il Medio Oriente non sarà più lo stesso. Se sarà fatta male, il mondo non sarà più lo stesso.
26 febbraio
La bozza di risoluzione anglo-ispanico-americana
26 febbraio
L’Altra America non esiste
Un americano diverso, di quelli che piacciono agli europei, di sinistra e colto, spiega come di fronte all’antiamericanismo europeo, mascherato da antireaganismo o antibushismo, non possa che mandarli a quel paese e difendere il suo paese.
25 febbraio
Quando D’Alema, Jospin, Schroeder, Blair, Clinton e la sinistra mondiale bombardarono Belgrado per 77 giorni
Richard Holbrooke, ex ambasciatore di Clinton all’Onu, di sinistra e multilateralista convinto, spiega perché è sbagliato cercare un diciottesimo voto all’Onu. Ai tempi della guerra alla Serbia la sinistra mondiale ne fece a meno. Non cercò l’autorizzazione dell’Onu perché la Russia avrebbe opposto il suo veto. Continua l’ex ambasciatore di Clinton: “Saddam Hussein è molto peggio di Milosevic, e l’Iraq ha una lunga storia di violazioni di risluzioni Onu, mentre non ce n’era nessuna sul Kosovo”.
25 febbraio
Ecco a cosa è servito liberare l’Afghanistan
Tre giornali indipendenti e un magazine afghano compiono un anno di vita.
25 febbraio
Liberal ferocemente anti Bush discutono seriamente di guerra
Dalla rivista Dissent, molto di sinistra, un forum tra chi è a favore (pochi) e chi è contro (molti) l’intervento armato in Iraq, senza le stupidaggini e gli ammiccamenti anti americani che si sentono qui.
25 febbraio
I candidati democratici alla presidenza sono pro war
Il Foglio ha letto l’ultimo numero di Foreign Policy con le risposte dei quattro candidati anti Bush alla domanda: “E se lei fosse presidente, che cosa farebbe sull’Iraq?”. Falchi.
25 febbraio
Sui treni della morte non c’è niente
Redazionalmente Corretto, 25 febbraio
La 1441, in italiano
25 febbraio
E’ stata tua la colpa, e allora adesso che vuoi
Maurizio Molinari, sulla Stampa, racconta la polemica tra chi accusa Bush padre e chi Bill Clinton di non aver fatto fuori Saddam (e Osama).
24 febbraio
The Best Polka album?
I Grammy Awards premiano anche i generi più bizzarri. Ha vinto tal Jimmy Sturr. Il candidato del Wall Street Journal, un canadese di 67 anni e 67 album di polka all’attivo, è stato battuto.
24 febbraio
Cose buone uscite nel weekend
Sul Corriere, sia pur nascosto dentro un articolo e non evidenziato dai titoli, è stato finalmente scritto e argomentato come il petrolio iracheno farebbe alcune vittime certe: le compagnie petrolifere americane e lo Stato del Texas.
Su Repubblica, Carlo Bonini ha intervistato l’ex sottosegretario di Clinton, Strobe Talbott, il quale pur essendo ancora convinto che il conflitto si possa evitare, spiega che questa non è la guerra di Bush come si crede in Europa. Clinton avrebbe usato le stesse identiche parole, e anche Al Gore. (Non nonline)
24 febbraio
Quel falco di sinistra
Il Washington Monthly fa un ritratto di Kenneth Pollack, l’ex consigliere di Clinton autore del libro che piace a quelli che vogliono fare la guerra all’Iraq (del quale qui abbiamo parlato decine di volte). Qui, invece, l’ultimo intervento di Pollack sul New York Times. Qui (grazie a paferrobyday) un’intervista di Pollack a talkinpoint.
23 febbraio
Il NYT non sa che pesci pigliare
In un lungo editoriale di domenica spiega che bisogna ancora discutere, che la guerra forse è da fare, forse no.
23 febbraio
Volete mettere una statua di una donna a Central Park?
Beethoven, Colombo, Shakespeare, Duke Ellington e altri 24 uomini. Perfino la statua di un cane. Neanche una donna vera. Quella di Alice nel paese delle meraviglie pare che non sia sufficiente.
23 febbraio
Mandato di tortura
L’avvocato Alan Dershowitz, star dei liberal americani, pubblica in Italia il suo nuovo libro contenente una tesi bizzarra. Camillo che è molto figo ne aveva parlato un anno fa, quando il libro uscì in America.
22 febbraio
Ecco perché questa guerra è giusta
L’Economist è il giornale migliore per capire le ragioni dell’intervento in Iraq. Sul numero di oggi spiega, con argomenti che piacerebbero a Luca Sofri, perché è più conveniente intervenire piuttosto che insistere con il containement. Il ragionamento fila: l’Iraq è considerato un pericolo dall’America e da tutti i paesi arabi, nel ’91 non è stato invaso perché sembrava più conveniente disarmarlo con la pressione diplomatica. Lui non ha disarmato e 13 anni di ispezioni non sono serviti. Non solo: le sanzioni economiche, pur attenuando la sua pericolosità, hannno provocato ingenti danni umanitari perché Saddam spende comunque tutto in armi e usa le sanzioni come arma di ricatto all’Occidente. Quindi: 13 anni, no fly zones, sanzioni, disastri umanitari e Saddam continua a essere visto come un pericolo dai suoi vicini e dall’America. Meglio farla finita.
21 febbraio
Vauro, Emergency e le bombe
Signor direttore – Vauro su Sette loda l’ospedale di Emergency a Kabul: “Credo che queste cose abbiano inciso più contro i talebani e Al Qaida che tutte le bombe sganciate dai bombardieri”. Vero. Ma dimentica che i talebani chiusero l’ospedale a meno di un mese dall’apertura (il 19 maggio 2001), mentre “le bombe sganciate dai bombardieri” lo riaprirono nello stesso preciso giorno della conquista di Kabul (il 13 novembre 2001).
21 febbraio
Quand’è che sono diventata meno interessante di un Mac?
Rebecca Eckler sulle sue amiche che si fidanzano via Internet. Il problema dei rapporti via mail è che rischi sempre di sbagliare a digitare il suo nome…
Amy Sohn, altra Soncini d’America, su tema simile
21 febbraio
Ebreo e americano
Un anno fa un gruppo di terroristi fascisti e islamici uccise Daniel Pearl, giornalista del Wall Street Journal. La sua colpa? Era ebreo e americano. Sul WSJ lo ricorda suo padre.
20 febbraio
Per l’Iraq una soluzione all’italiana
L’Iraq non è come la Germania né come il Giappone. Gli iracheni non sono nemici (come i tedeschi o i giapponesi nella seconda guerra mondiale), sono vittime di Saddam. Gli americani non dovranno governare in proprio, dovranno aiutare gli iracheni con un governo di transizione sul modello che funzionò in Italia nel secondo Dopoguerra. Opinione di Amir Taheri.
20 febbraio
Poeti di guerra
Sono americani, no? Ecco un incredibile sito che raccolgie poesie anti Saddam e pro war.
20 febbraio
Sofri e Ferrara su Democrazia in Medio Oriente
20 febbraio
Grazie Tony
A nome dei 350 mila iracheni esuli in Gran Bretagna: ci liberi dell’oppressore.
19 febbraio
Non ditelo a Veltroni
Oddio, Bush è come Bob Kennedy. Secondo un opinionista del New York Times, il nuovo idealismo di Bush è simile a quello di Bob Kennedy. Ed è una disdetta, la sinistra se ne era appena sbarazzata…
19 febbraio
Non è una guerra per il petrolio
Questa volta no. Sennò farebbero la guerra al Venezuela
19 febbraio
Democrazia in Medio Oriente – L’arma di protezione di massa dell’Occidente
Lungo, lunghissimo articolo per Il Foglio. (Se qualcuno lo volesse stampare è meglio aprire questo)
18 febbraio
Porci fascisti!
Titolo a parte, un bell’articolo sulla sinistra che scende in piazza per difendere, di fatto e no, i dittatori. Con un’efficace smentita dei luoghi comuni che piacciono ai marciatori pacifisti.
Da Weekly Standard, il giornale dei conservatori idealisti.
17 febbraio
Dopo l’Iraq
I piani per ricostruire democraticamente il Medio Oriente
17 febbraio
Il mio sindaco è Veltroni (ma con un dubbio)
Intanto per il jazz, poi per aver rifiutato di incontrare Tareq Aziz, dopo che il vicedittatore non ha voluto rispondere a un giornalista israeliano. Bravo Veltroni. Ma se Aziz non avesse così stupidamente rivelato chi è davvero, Veltroni lo avrebbe ricevuto. E qui c’è il dubbio: non rispondere a un giornalista ebreo è più grave che gasare centinaia di migliaia di persone e finanziare i kamikaze palestinesi?
17 febbraio
La sinistra non ci sente
L’Observer, domenicale del Guardian, (la bibbia della sinistra colta inglese) spiega come il movimento pacifista sia la più grande minaccia alla speranza di democrazia in Iraq.
17 febbraio
Mettere Dio nella Costituzione
Grazie a Klamm, ecco il contributo nordcoreano al dibattito sui valori da inserire nella Costituzione europea. Così recita il preambolo nordcoreano
“Il Compagno Kim Il Sung è stato un genio come ideologo e come teorico, un genio e un leader per l’arte, un uomo sempre vittorioso, un comandante con una luccicante volontà di ferro, e un grande essere umano”.
17 febbraio
Leader inglesieuropei
Il discorso di Tony Blair a Glasgow
16 febbraio
Il New York Times come Berlusconi
Curioso che il primo editoriale del NYT, giornale più liberal degli Stati Uniti, scriva esattamente le stesse cose che Silvio Berlusconi ha detto in quest’intervista al Foglio.
15 febbraio
Strada
Bella intervista di Massimo Giannini a Gino Strada (non online). Spiega il pensiero di quest’uomo. Non stupiscono le orribili fesserie sulle Torri gemelle e sulle guere di liberazione, e neanche il crescendo Bush=Saddam, Bush=Bin Laden, Bush=Hitler. La cosa più agghiacciante è la risposta alla domanda: Non le sfugge un dettaglio? Che l’America è una grande democrazia? Risposta: “Affermare questo è un insulto alla democrazia”
15 febbraio
L’antisemita Tareq Aziz non risponde alle domande dei giornalisti israeliani
Il vice dittatore iracheno, omaggiato come un grande amico dal centrosinistra italiano, si rifiuta di parlare con un ebreo. I giornali italiani non hanno ritenuto importante la notizia.
Altra cosa: come mai nessuno ha scritto che la missione di Aziz dal Papa è fallita completamente? Il Papa gli ha detto: “Rispettate le risoluzioni Onu”.
15 febbraio
Le parole (integrali) di Blix
Il capo degli ispettori conferma di non aver trovato armi di distruzione di massa ma conferma che non spetta agli ispettori trovarle. La risoluzione 1441 impone all’Iraq di dimostrare l’avvenuto disarmo delle armi che Saddam medesimo ha detto di aver distrutto. Blix parla del sistema missilistico “vietato” dalla risoluzione 687 delle Nazioni Unite e aggiunge una frase che secondo Colin Powell (già convinto di suo) dimostra l’avvenuta violazione della risoluzione 1441:
“Another matter, and one of great significance, is that many proscribed weapons and items are not accounted for. To take an example, a document which Iraq provided suggested to us that some 1,000 tons of chemical agent were unaccounted for. I must not jump to the conclusion that they exist; however, that possibility is also not excluded. If they exist, they should be presented for destruction. If they do not exist, credible evidence to that effect should be presented”.
La reazione francese: “La guerra in questo momento non ha giustificazione“.
La reazione cinese: “L’Onu deve fare di tutto per evitare la guerra“.
Vedremo come ne parleranno domani i giornali italiani. Guardando le edizioni internet, e confrontandole con gli omologhi siti americani, si prevedono disastri.
13 febbraio
Madonna, come ci servirebbero pacifisti così
Comunicato ufficiale di Madonna: “Non sono anti Bush, non sono pro Iraq, sono per la pace”.
13 febbraio
I piani dei giornalisti di Washington in caso di attacco terroristico
Fa abbastanza impressione questa programmazione in caso di attacco alla capitale
13 febbraio
Lettera ai pacifisti
Di Giuliano Ferrara (da Panorama).
14 febbraio
Il contagio
L’Iraq liberato aiuterà gli iraniani a liberarsi degli ayatollah, i quali, ieri, hanno vietato al proprio popolo la festa dell’amore, le celebrazioni e le promozioni commerciali del giorno di San Valentino.
13 febbraio
Arismokingàn
Tutti i giornali del mondo, tranne quelli italiani, hanno in apertura la notizia che gli ispettori Onu hanno trovato missili iracheni a lunga gittata costruiti in aperta violazione delle risoluzioni Onu. Oltre al Washington Post, qui l’articolo del New York Times, e del Times di Londra.
13 febbraio
Sempre a copiare gli americani
Il caso Glaxo è scoppiato anche a New York.
13 febbraio
Dasvidania
Signor direttore – Se qualcuno pensa che la causa dell’antiamericanismo sia la politica estera Usa, la feroce globalizzazione, i logo o i McDonald’s sbaglia assai. Ci pensa Giulietto Chiesa sulla rivista Missioni Consolata a fugare i dubbi: “Gli adoratori dell’America perdono il bene dell’intelletto. Per esempio sostenendo che l’America ci ha salvati dall’egemonia mondiale del nazismo. La vittoria contro il nazismo fu ottenuta con il contributo assolutamente essenziale dell’Unione Sovietica, mentre gli Stati Uniti arrivarono dopo, con ritardo c’è chi pensa che sia stato un ritardo molto grave a prendersi parte del merito e la quasi totalità del risultato”. Dasvidania.
Christian Rocca
13 febbraio
Se ne accorgesse il New York Times sarebbero guai
Repubblica traduce un saggio del New York Times, e lo stravolge.
13 febbraio
Condi vs Karol
Panorama intervista Condoleezza Rice, che critica duramente il Vaticano ed elogia fortemente l’Italia del Cav.
13 febbraio
L’ex marito di Madonna accusa il produttore padre del figlio dell’ex fiamma di Hugh Grant di non volergli dare un ruolo in un film hollywoodiano per il suo impegno pacifista e la visita a Saddam
13 febbraio
Soncini d’America
Amy Sohn e l’amica del suo fidanzato.
E anche la nuova sex column di Esquire.
13 febbraio
Stroncatura pazzesca di The Raven
Il nuovo disco di Lou Reed non è piaciuto neanche al New York magazien. A Camillo piace moltissimo.
13 febbraio
The Quiet American
Un film che parla di noi, ora.
12 febbraio
Libertari e Conservatori
I libertari si divertono un mondo, con la loro politica Sex, drugs & Rock’n’roll. E spesso le loro soluzioni sono migliori. Articolo del Wall Street Journal. (A Camillo i libertari piacciono molto)
12 febbraio
C’è un Lerner che picchia sui pacifisti antisemiti
Al rabbino Michael Lerner, direttore di Tikkun, la più importante rivista ebraica di sinistra, è stato impedito di partecipare alla manifestazione contro la guerra di dpmenica. Lerner è di sinistra, ferocemente contrario all’intervento americano, crede che Saddam sia un dittatore sanguinario. Ma i pacifisti non lo vogliono alla manifestazione, in quanto sionista.
12 febbraio
Smoking gun (o accento texano)
Messaggio audio di Osama Bin Laden in solidarietà a Saddam
11 febbraio
Hi Aziz, I’m Bordon, Willer Bordon
Il dramma del centrosinistra continua. Tareq Aziz incontrerà giovedì i capigruppo dell’Ulivo.
11 febbraio
Hair
Vedrete, dopo Saddam, cadrà anche il regime degli ayatollah di Teheran. I quali, intanto, non riescono più a controllare la lunghezza dei capelli.
11 febbraio
Le ispezioni sono una totale perdita di tempo
Kidhir Hamza, l’ex capo del programma nucleare di Saddam, spiega perché gli ispettori non potranno mai trovare nulla. E’ impossibile, spiega. Per un motivo semplice: Saddam non vuole che si trovi nulla. Tanto che a seimila ispettori, in sette anni, non è stato consentito di girare liberamente. Come può riuscirci ora una squadra di 200 ispettori?
L’articolo sul WSJ (serve registrazione) spiega tecnicamente come Saddam stia facendo fessi gli ispettori. Hamza racconta anche dei reattori nucleari e delle componenti di armi di distruzione di massa comprati da lui stesso, per conto di Saddam, in Francia, Germania e Russia.
Provateci, aggiunge terra terra CAMILLO, a trovare l’arma di distruzione di massa dell’11 settembre? Ammetterete che scovare “il temperino fumante” non sarà molto facile.
11 febbraio
Lettera al Foglio
Signor direttore – Non ho ancora sentito in nessun talk show o trasmissione di approfondimento elencare i fornitori di Saddam Hussein. La vulgata pseudo-pacifista dell’Asse recita: “Gli americani fino a ieri l’hanno armato, ora vorrebbero”. Dai dati in mio possesso non è così. Missili e razzi: Scud e Katiuscia (forniti dai russi); aerei militari: Mig e Mirage (forniti da russi e francesi); tecnologia nucleare fornita a suo tempo da Francia e Italia (attraverso la Ansaldo); navi militari: corvette costruite dalla Fincantieri e armate dalla Oto Melara; materiale chimico: 14 ditte tedesche (in questo la Germania è pur sempre al top) secondo l’autodenuncia irachena; armamento leggero (russi ed europei). A ciò va aggiunto: finanziamenti vari (i.e. 5000 miliardi della Bnl); franchising petrolifero russo-franzo. Gli americani avevano sospeso le relazioni con l’Irak già nel 1967. A parte il (colpevole) sostegno nella guerra contro l’Iran, hanno costantemente osteggiato il regime post-nazi del partito Baath. In sostanza quando si parla di missili, aerei e navi, le armi sono tutte europee. E allora perché si dice che sono stati gli americani?
Paolo della Sala, via Internet
11 febbraio
Giapponesi
Il giubbotto trasparente. Grazie a coupdetheatre
11 febbraio
Andrea Marcenaro è un genio
Qualche giorno fa ha scritto che l’articolo di Gino Strada sul Corriere in realtà è stato scritto da Curzio Maltese. Oggi questo:
“Sarà forse questo clima di guerra, o sarà che il paese non ha ancora trovato il tempo di concentrarsi sul programma di governo che Maltese ha steso su MicroMega, resta il fatto che Curzio ieri non sembrava lui. In genere è lucido, garbato, tutt’altro che fissato o maniacale. Sbagliando, secondo noi, ma sbagliando col distacco dell’intellettuale arioso, capace di ragionare a tutto campo. Ieri, invece, s’è ficcato in una filippica contro Berlusconi e si è lasciato travolgere da una foga che lo ha come appannato. Possiamo permetterci, per una volta, un termine crudo? Bene, ha scritto minchiate. Che De Gasperi mai avrebbe preso ordini da Washington per spaccare l’Europa; che Andreotti fu il più “amerikano” dei nostri governanti; che Schroeder è pacifista a prescindere dall’interesse elettorale; che Chirac anche; che l’Amor nostro approfitta della guerra per scozzonare il magistrato, e altre minchiate. E così tante ne ha messe giù Maltese, e di così michione, che ci siamo chiesti: ma gliel’avrà mica scritto Gino Strada?”
11 febbraio
Too posh to push
Ecco perché modelle e attrici si affidano al parto cesareo.
11 febbraio
Bravo Riotta
Bell’articolo di Gianni Riotta sui motivi per cui gli americani faranno la guerra. Temi e argomenti che Il Foglio ha trattato ampiamente. Qui, per esempio, e qui.
11 febbraio
Nicole Kidman mamma di Leonardo Di Caprio
Nel film su Alessandro Magno diretto dal grande Baz Luhrmann.
10 febbraio
Cowboy
Sempre bravo Andrew Sullivan. Spiega che Powell non ha cambiato idea, non si è trasformato da falco in colomba. Powell è un multilateralista convinto, e come tale vorrebbe che si applicasse la risoluzione 1441 (che qualcuno in Italia si dovrebbe leggere). La 1441 non è una risoluzione del Congresso americano. E’ passata all’unanimità al Consiglio di Sicurezza dopo 12 giorni di mediazioni eccetera. E’ passata con il voto della Francia, e dice una cosa chiara: Saddam deve dare immediata, attiva e completa cooperazione per dimostrare alle Nazioni Unite di aver disarmato. La 1441 minaccia “gravi conseguenze” nel caso in cui Saddam non lo facesse. Powell ha spiegato come Saddam abbia mentito e, perlomeno, messo i bastoni fra le ruote. Nessuno al Consiglio di Sicurezza ha contestato questa cosa. Nessuno ha detto il contrario. La risoluzione 1441 è chiara. Basta leggerla per capire che i cowboy fuorilegge sono proprio quelli che non vogliono rispettarla. Ora si invoca una seconda risoluzione, qualcuno può per favore dire che la 1441 non è la prima ma la diciassettesima risoluzione Onu in tredici anni?
Se qualcuno la volesse leggere, così: per evitare di spararle grosse, è qui.
10 febbraio
Fuga dalla Nato
Francia, Germania e Belgio, dopo aver spaccato l’Europa, si oppongono formalmente alla decisione (e all’obbligo previsto dal trattato Nato) di difendere la Turchia in caso di attacco iracheno.
10 febbraio
La Stampa ancora sui blog
Questa volta Camillo c’è. Klamm, Paferrobyday e Emmebi ancora no.
10 febbraio
Il piano franco-tedesco non è tedesco, e neanche francese, pare non sia neanche un piano. Se lo fosse, parrebbe scritto dal dottor Stranamore
La sinistra italiana, ovviamente, ne è entusiasta. Anche Romano Prodi. Lucia Annunziata, contraria alla guerra, spiega sul Riformista (non ancora online) perché è irrealizabile (anche se basterebbe chiedere a Saddam per capirlo).
Ernesto Galli della Loggia sul mito europeista di Francia e Germania.
10 febbraio
Editorialista liberal sulla pagina delle opinioni più anti guerra d’America dice: Sostituiamo la Francia con l’India dal Consiglio di Sicurezza
Thomas Friedman, sul New York Times
9 febbraio
Brava Barbara Spinelli (anche se non sono d’accordo)
Finalmente un’analisi corretta e priva di toni da “partigiani della pace”. La Spinelli ha capito che cosa vogliono fare gli americani, ma teme che lo vogliano fare male. Questa è la prima critica sensata all’intervento militare per disarmare Saddam e portare la democrazia in Medio Oriente.
9 febbraio
Ieri il Financial Times non deve essere arrivato in redazione
Qualcuno ha visto su Corriere, Repubblica e Stampa questa notizia?
9 febbraio
Quando gli americani fecero come l’asse franco tedesco
Analisi di Henry Kissinger sul non intervento americano quando, nel 1956, Nasser nazionalizzò il canale di Suez. Gli europei, che avevano interessi coloniali, volevano intervenire. Gli americani, che non ne avevano o che ne avevano di
reconditi (Chirac, Chirac) decisero per il no. Il costo del non intervento fu l’invasione egiziana dello Yemen, la caduta dei regimi filo-occidentali in Medioriente, la Guerra panaraba contro Israele (durata 6 giorni) e, pensate un po’, il colpo di Stato nazista in Iraq. Sulla Stampa, credo non online.
9 febbraio
“Non posso credere di essere diventato falco”
La sinistra americana sta dalla parte della democrazia e contro la dittaura di Saddam. Articolo di Keller sul New York Times.
(risposta al blog paferrobyday; sì poi passeranno agli altri paesi. Basta leggere qui)
8 febbraio
Tobias Jones, mi consenta
Tony Barber, su Financial Times, è certo: “Berlusconi comincia a mantenere le promesse”
8 febbraio
Dal nostro inviato alla corte di Saddam
Redazionalmente Corretto, 8 febbraio
Chiarissimo antisemitismo
Silvia Grilli per Panorama scopre che 11 professori d’università italiane hanno firmato un appello per boicottare le istituzioni scientifiche e culturali israeliane.
“Il nostro obiettivo è isolare culturalmente Israele”.
Perché non provate a isolarli in un campo?
7 febbraio
Consueto e ingiustificato attacco bimestrale di Camillo a Internazionale
Se ne parlo sempre male è perché apprezzo (e molto) l’idea di un giornale come questo: il meglio dai giornali di tutto il mondo. Fantastico, praticamente un blog. Sono stato per anni, dall’inizio, un attento lettore di Internazionale. Poi basta. E’ fazioso, e questo non è di per sé un male. Disturba (e molto) un’altra cosa: la pretesa di far passare gli articoli faziosi, partigiani e spesso smentiti dai fatti e dalla realtà come se fossero davvero il meglio della settimana. Non è vero. Non è così. Oggi, per esempio, la copertina è dedicata con grande enfasi a Robert Fisk e a un suo reportage “Ho visto la guerra”. Bene, anzi male. Fisk è unanimemente riconosciuto come il meno credibile giornalista britannico (scrive per l’Independent). Ne ha fatte di cotte e di crude, ha raccontato balle, massacri che non sono mai avvenuti, cose così. Non piace soltanto a Internazionale ma anche a guerrilla.com e a tutti i partigiani della pace di questo mondo. E’ considerato antisemita (ma lui, ovviamente, nega). E’ stato preso in giro da tutto il mondo quando per spiegare quanto fossero bravi i talebani, entrò in Afghanistan ma quelli che erano appunto talebani lo picchiarono a sangue. Lui scrisse un memorabile articolo per sostenere la tesi che anche lui se fosse stato talebano si sarebbe picchiato a sangue. Andrew Sullivan lo usa come paradigma delle falsità antioccidentali pubblicate sui giornali di tutto il mondo.
Per questo post Luca Sofri se ne avrà a male.
7 febbraio
Nota per i camilli
La Stampa e Il Corriere della Sera cambiano l’indirizzo dei loro articoli al termine della giornata. Quindi se cercate di raggiungere quei loro articoli che mi capita di segnalare ma lo fate il giorno dopo l’uscita troverete altra roba. C’è il modo di aggirare questa furbata dei due giornali. Ma io mi rifiuto.
7 febbraio
“Sono delle teste di cazzo”
Franco Marini su Fabio Mussi e Rosi Bindi. Alla Stampa
7 febbraio
Il nonsense della sinistra
Solito ottimo articolo di Aldo Cazzullo per La Stampa
7 febbraio
E daje Ajè
Redazionalemnte Correttp, 7 febbraio
Chi è Tony Benn
Il ritratto di Marianna Rizzini sul nobile laburista che ha intervistato, diciamo così, Saddam Huissein
6 febbraio
Il cowboy buono
La sinistra americana riscopre Ronald Reagan, che oggi compie 92 anni.
6 febbraio
In vendita
Christopher Hitchens su Jacques Chirac
6 febbraio
Anglosfera
Andrew Sullivan spiega che cos’è. Un gruppo di nazioni e paesi che condivide alcuni principi basilari: individualismo, stato di diritto e libertà.
6 febbraio
La democrazia in Iraq
I progetti americani e iracheni per instaurare la libertà a Baghdad
6 febbraio
L’imbroglio e i volenterosi protettori di Saddam
William Safire spiega ai protettori di Saddam che chiedono la prova provata del possesso di armi di distruzioni di massa che la risoluzione Onu 1441 prevede un’altra cosa: la cooperazione irachena nel dimostrare l’avvenuto disarmo.
6 febbraio
Si sono voluti differenziare dal Foglio?
Il Wall Street Journal in crisi d’identità a causa della nuova grafica che ha cancellato il classico modello di prima pagina del Foglio.
6 febbraio
Altri dieci paesi europei con l’America
E con Gran Bretagna, Italia, Spagna eccetera
6 febbraio
La guerra è l’unica opzione credibile
Il Washington Post era già convinto, ma dopo le parole di Powell lo è ancora più.si schierato. Anche Slate, che fa un’analisi dettagliata delle prove, è d’accordo.
6 febbraio
Ex leader di sinistra
Massimo D’Alema in riunione con i suoi per decidere la posizione della sinistra sulla guerra esulta per i gol della Roma. Dategli una moviola e chiederà la smoking gun per un rigore negato.
6 febbraio
L’intervento di Colin Powell all’Onu
Così Saddam ha violato la risoluzione 1441
Il testo integrale (62 mila battute).Qui in italiano, dal Corriere.
Qui la reazione irachena.
6 febbraio
The Raven non è piaciuto al New York Observer
Per una volta il mio giornale preferito sbaglia: il nuovo disco di Lou Reed è bellissimo
6 febbraio
I marxisti rococò
Grazie a Insonia ecco l testo (in inglese) dell’articolo di Tom Wolfe sui nuovi radical chic. In italiano lo trovate in libreria: è appena uscito La bestia umana (Mondador), vale la pena.
5 febbraio
La Stampa sui blog
Buon articolo, nonostante il titolo e l’assenza di Camillo, Paferrobyday, Emmebi e Klamm.
5 febbraio
Recensire il New Yorker e scoprire i legami tra Saddam e Osama
Sintesi, in italiano, dell’articolo (at large) di Jeffrey Goldberg
Il Foglio, 5 febbraio
E diamogli il Nobel, no?
Il New York Times pubblica un’opinione un po’ così: contro i curdi Saddam non usato armi chimiche.
The New Republic smonta l’improbabile tesi revisionista.
5 febbraio
Le bugie di Saddam
Dal sito della Casa Bianca
5 febbraio
Travaglio nei Casini/2
Filippo Facci e la presunta precisione di Travaglio sulle questioni di Mani Pulite. Sul Giornale (non online, unico giornale italiano)
4 febbraio
In Afghanistan ci saranno 7 milioni di morti
E anche 5 milioni di profughi, e “per dieci milioni di bambini sarà troppo tardi”.
Questo annunciavano Onu, pacifisti e i giornali propagandistici.
4 febbraio
Hitchens voterà Bush
Dichiarazione di voto
4 febbraio
Ebreo a Boston? Naaah, meglio irlandese
Altra disavventura per John Kerry, il candidato-farsa alla presidenza degli Stati Uniti che piace soltanto a Luca Sofri. I giornali scoprono che suo nonno era ebreo, lui dice di averlo scoperto 15 anni fa ma continua a farsi passare per cattolico e irlandese. Una sua portavoce dice che Kerry ha sempre corretto le persone che lo hanno definito di origine irlandese, ma capisce perché la gente ha questa impressione: “Si chiama Kerry, rappresenta il Massachusetts e partecipa alle parate in onore di San Patrizio come nessun altro politico dello Stato”. Appunto
4 febbraio
Le prove
Il New Yorker, sempre più con l’elmetto, svela i rapporti tra l’Iraq e Al Qaida. Inchiesta (at large) di Jeffrey Goldberg
4 febbraio
When I find myself in times of trouble
Phil Spector arrestato per omicidio, proprio quando Paul McCartney e Ringo Starr hanno deciso di rifare il disco Let It Be così come era stato concepito, e cioè senza gli arrangiamenti di Phil Spector.
4 febbraio
Fiamma Nirenstein sul New York Sun
La storia dell’astronauta israeliano
3 febbraio
George, impara dal best friend Silvio
“La scrivania grande con le fotografie dietro è quello che la gente si aspetta. E’ questo il posto dove i presidenti parlano”.
Critiche formali di Peggy Noonan.
3 febbraio
Travaglio nei Casini
Il Giornale (non on line) e il Corriere (non si trova, tanto per cambiare) svelano che Travaglio ha preso una cantonata terribile. Con il suo solito tono manettardo aveva invitato il Cav. a farsi spiegare da Pierferdi Casini le ragioni che dieci anni fa portarono il Parlamento a togliere l’immunità parlamentare. Secondo Travaglio, Casini è stato il relatore di quella legge, Vero a metà. Era Casini, ma un altro: Carlo.
Oggi, invece, Pierluigi Battista sfotte Travaglio per una marchetta vecchio stile nei confronti del suo amico Massimo Fini.
3 febbraio
A me Bin Laden concederebbe un’intervista
Ma io non faccio eccezioni, ho altre cose più importanti da fare. Oriana Fallaci al New York Times
2 febbraio
Un’antiamericana di sinistra spiega perché va fatta la guerra a Saddam
Julie Burchill sul Guardian è molto molto efficace.
1 febbraio
Bocca, il gattocopione di se stesso
Redazionalmente Corretto
1 febbraio
Cazzullo ad Algeri
Bel reportage di Aldo Cazzullo in visita alla casbah di Algeri.
1 febbraio
Preso Francisco Alberoni
Non è un sociologo, ma un centrocampista del Vasco De Gama. L’Inter si conferma la squadra più divertente del mondo. Ora cerca un fortissimo terzino sinistro colombiano, Ernesto Gallo de Las Lojas.
1 febbraio
La sinistra americana somiglia a quella italiana/3
Niente da fare, John Kerry piace soltanto a Luca Sofri
Il candidato democratico (ma sembra della Margherita) più indeciso di tutti i tempi fa finta di non aver votato la risoluzione che diede a Bush il potere di fare la guerra unilaterale a Saddam.
1 febbraio
La sinistra americana è anche illiberale/2
The Nation, storico settimanale dei leftiest d’America da cui è appena andato via Christopher Hitchens, ha pubblicato un editoriale che definisce la “coalizione internazionale” messa su da Bush come una finzione guidata da Bush e da un gruppo di nazioni che si possono comprare su Ebay.
1 febbraio