La prima pagina di Repubblica
(Rep.) di ieri, giovedì 13 febbraio, Giorno IV della Nuova
Era Forte, Franca & Tedesca, si apriva con "La Cia:
Osama ci colpirà ancora". L’editoriale è di
Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat): "La doppia
paura dell’America". Una è, appunto, quella di Osama;
l’altra la minaccia nordcoreana: "E la sola risposta strategica
di Bush commenta Zuccopycat resta la fissazione irachena".
Non si capisce se Zuccopycat chieda a Bush di non fare la guerra
a Saddam o di farla anche a Kim Jong Il. (Bello il reportage
di Renata Pisu da Seul). Per il resto l’articolo di Zuccopycat
è molto simile a quello scritto il giorno precedente da
Maurizio Ricci. Entrambi ci hanno raccontato come nel loro supermercato
scarseggi l’acqua e dal loro ferramenta sia andato esaurito il
nastro adesivo, utile come isolante in caso di attacco chimico.
Delle due l’una: o Ricci e Zuccopycat sono vicini di casa oppure
leggono gli stessi giornali.
Rep. ha una notizia enorme, la prova che Saddam detiene armi
in aperta violazione delle risoluzioni Onu. Una smoking gun,
diciamo. Ma è nascosta in un breve articolo di pagina
2 scritto da Vincenzo Nigro. Nessun titolo, nessun richiamo,
nessuna segnalazione. La fonte è la più qualificata:
gli ispettori delle Nazioni Unite guidati da Hans Blix. La notizia
è questa: l’Iraq ha sistemi missilistici a lunga gittata,
vietati dall’Onu.
Nonostante la notizia si sia diffusa nel tardo pomeriggio di
mercoledì, c’era agevolmente tutto il tempo necessario
per ribaltare il giornale e dare conto del ritrovamento dei missili,
"una violazione scrive Nigro più grave
delle ogive chimiche scoperte due settimane fa", che allora
si guadagnarono i titoloni di prima pagina. Che la notizia fosse
importante, lo dimostrano le prime pagine di ieri del Wall Street
Journal, del New York Times, del Washington Post e del Times
di Londra.
Rep. ha anche un’altra notizia mica male sul patto franco-tedesco,
quello che piace all’Ulivo e a Romano Prodi nonostante sia francesi
sia tedeschi abbiano negato di averlo stipulato. La notizia è
nell’articolo di Giampiero Martinotti (ieri per sbaglio Gaimpiero):
un quotidiano di Berlino ha pubblicato un articolo dal titolo
"Roter Wein und blaue Helme", Vino rosso e Caschi blu,
svelando che il "non piano franco-tedesco" è
nato al ristorante, "con un moderato consumo di vino rosso",
nel corso di una cena tra Schroeder e alcuni giornalisti.
Rep., sia detto per inciso, evita in questi giorni di raccontare
il dramma del centrosinistra italiano, diviso tra chi vuole che
il governo si impegni per il piano al vino rosso e chi smania
per incontrare Tareq Aziz, sospetto reo di crimini contro l’umanità
(parole di Rep.).
Magdi Allam ieri non era bellicoso come nei giorni scorsi, anzi
raccontava la rabbia islamica contro l’America (ma confermava
l’autenticità della voce di bin Laden). Martedì,
invece, aveva spiegato che Saddam dispone di un’arma segreta,
il jammer, che riesce a disorientare le bombe intelligenti. Ma
Saddam avrebbe in mente di utilizzare il jammer per "dirottare
le bombe contro gli obiettivi civili, abitazioni, ospedali e
scuole, per provocare delle stragi di innocenti che metterebbero
Bush in una posizione internazionale estremamente difficile".
Non ci sono più notizie di Marco Travaglio, anche se qualche
lettore di Red. Corr. lo segnala sulle pagine locali di Bari.
Le attente analisi geopolitiche di Curzio Maltese (Kurz.) le
aspettiamo oggi sul Venerdì, mentre Concita De Gregorio
segnalano le pagine romane di Rep. è diventata
mamma di Bernardo (auguri). Conc. tornerà presto ma potrà
fare con comodo, in sua assenza le presunte rivali non sono riuscite
a imporsi. Bella l’intervista di Goffredo De Marchis a Vittorio
Foa sui temi della guerra. Fiacca invece la puntata di Liana
Milella sull’immunità parlamentare che il Polo, pare,
voglia imporre con un blitz.
Come tutte le settimane, Rep. dedica una pagina pubblicitaria
al settimanale fratello, l’Espresso. La copertina vorrebbe essere
contro la guerra ma non ci riesce in pieno. C’è un bel
fotomontaggio di Bush e un grande NO. Sotto il NO si legge: "Milioni
in piazza contro la guerra. Basteranno a fermare Bush e disarmare
Saddam Hussein?". Con il punto interrogativo finale, per
cui sembra che quel NO gigante sia la risposta.
(continua)
14 Febbraio 2003