La prima pagina di Repubblica
(Rep.) di ieri, 20 febbraio, Giorno II della Nuova Era Forte,
Egizia, Franca & Tedesca, si apriva con "Iraq, Parlamento
diviso". In un sommario di pagina 2 si legge che "l’Ulivo
vota unito" mentre nell’articolo c’è scritto: "Comunisti,
verdi e una parte del Correntone ds approvano anche la mozione
di Rifondazione" e, ancora, "i tentativi di Rutelli
e Fassino per evitare lo strappo a sinistra non sono andati in
porto". Qualcuno ha capito che cosa è successo?
L’editoriale è di Massimo Giannini, ed è incredibile.
Giannini commenta il voto in Parlamento e accusa il Cav. di "estremismo
atlantico" ma anche di aver "ricucito con l’Unione
europea". "In un paese normale scrive Giannini
centrodestra e centrosinistra avrebbero colto al balzo
l’occasione offertagli dal Consiglio straordinario della Ue che
lunedì scorso sull’Iraq ha varato un documento di mediazione,
accettabile e finalmente condiviso". Il Cav., quel documento
l’ha varato poi firmato e infine ripresentato in Parlamento.
Ma Giannini lo bacchetta ugualmente. Dice che "non ha colto
al balzo l’occasione". Scrive però che ha firmato
"di corsa" il documento degli Otto (che vuol dire "di
corsa"?). Ma anche che il Cav. nella mozione di governo
"deve recepire", nel senso che è stato costretto
a inserire (da chi, dai Carabinieri?), "un esplicito riferimento
alla piena sintonia con il documento europeo". "Deve
recepire?". Ma, scusa Giannini, che cosa "deve recepire"
il Cav. se quel documento l’ha recepito così tanto da
esserne uno degli autori? Prima, secondo Rep., l’Ulivo avrebbe
dovuto recepire il piano franco-tedesco che non c’era, ora probabilmente
grazie alla pressione di Rep. il Cav. è stato costretto
a recepire il suo stesso documento. Insomma, sembra un’analisi
di Curzio Maltese (Kurz.). Anche quella di Giorgio Bocca aveva
la profondità tipica di un commento geo-politico di Kurz.
Titolo: "La guerra di ieri, la guerra di oggi". Svolgimento:
la guerra, dietro una patina di civiltà, è terrorismo.
Anche nella Seconda guerra mondiale "veniva usato da entrambe
le parti, i bombardamenti inglesi al fosforo su Lipsia e Amburgo,
la atomica americana su Hiroshima e Nagasaki, i campi di sterminio
nazisti e sovietici". Gli alleati e i nazicomunisti, tutti
terroristi. Quel piccolo particolare che se non ci fossero stati
i secondi (i campi nazisti) non ci sarebbero state le prime (le
bombe), pare un dettaglio di poco conto. Alla fine del lungo
articolo di Bocca che forse è di Kurz. o di Gino Strada
si trova un parallelismo tra le guerre di Hitler "e la guerra
continua contro un terrorismo mondiale".
Bella l’intervista a Giuliano Amato, il quale spiega ai lettori
di Rep. che chi accusa di antiamericanismo gli editorialisti
di Rep. ha perfettamente ragione: "L’antiamericanismo è
nella pancia di buona parte della sinistra europea". L’intervistatore
Andrea Bonanni obietta: "Ma questa non è una divergenza
tattica, è una divergenza di valori". E Amato: "Gli
Stati Uniti sono, non per colpa loro, una potenza solitaria".
Bonanni: "E che cosa si può fare, se non opporsi
a questa tendenza?" Amato: "Opporsi non serve ad altro
che ad accrescere la loro propensione all’unilateralismo. L’unica
soluzione è diventare un interlocutore più efficace
possibile". Più linea Cav. che linea Cofferati, diciamo.
Ancora Amato: "Proviamo ad ascoltare gli argomenti deli
Stati Uniti. Hanno torto quando dicono che a noi europei interessano
più i contratti commerciali con l’Iraq che il rispetto
delle risoluzioni Onu?" Più linea Rumsfeld che Rosi
Bindi, diciamo.
Ottimo l’articolo di Vanna Vannuccini sul fronte iraniano della
lotta al terrore fondamentalista. Rep. non lo sottolinea nei
titoli ma la Vannuccini scrive che a Teheran in questi giorni
si è diffuso "un modo di dire: ‘L’anno prossimo,
la neve senza mullah’. Noi iraniani, dice uno di loro, sappiamo
che il sistema islamico è finito ma siamo troppo cortesi
per farlo sapere ai governanti".
Infine, tornando al dibattito parlamentare, uno scoop di cui
Rep. non s’è accorta. Il centrosinistra, votando con il
Polo la mozione di Pannella per l’esilio di Saddam, in realtà
ha votato per la mozione Bush. Red. Corr. è impazzito?
No, come ha scritto Rep. nei titoli della prima e seconda pagina
del 20 gennaio: "L’esilio può evitare la guerra".
E’ la proposta della Casa Bianca. (continua)
21 Febbraio 2003