Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 22 marzo 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 21 marzo, Giorno II
della Nuova Forte & andreottiana, si apriva con "i marines
entrano in Iraq". Lo sforzo giornalistico di Rep. è
enorme, ha mandato giornalisti dappertutto. Bravi. Bernardo Valli
è a Baghdad, e il suo pezzo di puro racconto è
splendido. Non sarebbe male neanche la corrispondenza di Leonardo
Coen se non fosse per una volgarità radical chic. Coen
descrive bene le operazioni militari, ma commenta la prima azione
contro Saddam come "una mossa da poker, nello stile texano
di Bush e del suo compaesano Tommy Franks". Probabilmente
crede che se Bush fosse nato (è nato lì, peraltro)
nel New England, i missili sarebbero stati lanciati con uno stile
più sobrio.
Buono l’articolo di Daniele Mastrogiacomo da Kabul. L’inviato
di Rep. racconta che i marines americani sono vicini alla cattura
di bin Laden. Anche Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo (Davanpour)
sono in guerra, ovviamente insieme. Ma lo scoop lo ha fatto Magdi
Allam, detto Rummy (da Donald Rumsfeld). E’ a pagina 9, ma Rep.
non si è accorta del colpo. Rummy Allam spiega che il
tipo che si è presentato in televisione spacciandosi per
Saddam non è un sosia, ma è proprio Saddam (a Red.
Corr. sembra però un sosia di Teo Teocoli che fa Felice
Caccamo). La prova della veridicità di quel video è
evidente, spiega Rummy Allam. "Mostra i tratti somatici
appesantiti", no? "Il volto è gonfio e il corpo
flaccido", non vi pare? Si capisce che è un "soggetto
colpito da crisi maniaco-depressiva", non credete? E non
ha per caso anche "gli occhi spenti di chi ha perso il magnetismo
carismatico"? E che dite dello "sguardo che si perde
dietro a occhiali pesanti"?; "E poi quel basco in testa"?
Insomma, lo avete visto, spiega Rummy Allam, fa proprio schifo,
indi non può essere che lui: quel verme di Saddam. Ma
lo scoop è un altro. Per sostenere la tesi del "vero
Saddam", Rummy scrive che "sembra più verosimile
il secondo sosia che è comparso nel corso della recente
intervista rilasciata a Dan Rather della Cbs". Avete capito
bene: secondo Magdi Allam, Dan Rather s’è fatto fregare.

Sul fronte italiano, Rep. non è all’altezza. Alessandra
Longo invece che raccontare la manifestazione pacifista di Roma
scrive un dépliant promozionale pieno di pensierini-baci-perugina:
"Fiume di torce accese che illumina e abbraccia via dei
Fori Imperiali"; "colpo d’occhio grandioso"; "la
città reagisce con con passa parola irrituale, confuso,
dettato dall’emozione"; "confusione mista ad ansia,
energia in movimento"; e anche Rita Levi Montalcini "con
quelle mani affusolate, bianche, e il sorriso dolce di chi invecchia
da protagonista". Red. Corr. si chiede: se Montalcini fosse
stata per l’intervento, Longo come avrebbe definito la sua vecchiaia?

Ma niente può superare l’articolo di Curzio Maltese (l’ex
autore della Rai di Baldassarre). Fidatevi, è uno degli
editoriali più scombinati degli ultimi mesi. Comincia
con una balla, svelata dalla stessa Rep. a pagina16/17: "Con
il ritorno di milioni di persone in piazza, nelle capitali occidentali"
eccetera eccetera. Basta leggere le cronache di Rep., con la
puntuale conta dei manifestanti, per verificare che in tutto
il mondo, compreso Il Cairo, i manifestanti sono stati 860 mila.
Ma non è questo il punto, e in fondo neanche aver scritto
un’altra castroneria e cioè che nel 1991 "sono morti
150 mila iracheni" (secondo Kenneth Pollack, unanimamente
riconosciuto, anche da Rep., come l’autore del libro più
dettagliato sull’Iraq, i morti del ’91 sono stati tra 10 e 30
mila, i militari; e tra mille e cinquemila, i civili). L’ex autore
della Rai di Baldassare ha scritto anche questo: "Nessuno
aveva mai teorizzato la guerra preventiva, nemmeno l’impero romano".
Certo, è stato George W. a dire "Baghdad delenda
est".
(continua)

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