Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 6 marzo 2003

La prima pagina di Repubblica
(Rep.) di ieri, 5 marzo, Giorno I della Nuova Era Forte, Disobbediente
e Stalinista Rococò, si apriva con "Sono i Br di
Biagi e D’Antona". L’inchiesta è di Giuseppe D’Avanzo
e Carlo Bonini, di nuovo insieme. Secondo i due bravi segugi
di Rep., Mario Galesi è il killer di Marco Biagi, mentre
Nadia Desdemona Lioce di Massimo D’Antona. La ricostruzione,
gli identikit, le indagini e le testimonianze portano a questa
conclusione. Ma i due giornalisti di Rep. riportano anche un
documento, "un brogliaccio cifrato", ritrovato in casa
di Galesi. Questo: "Ipotesi con due mezzi per blocco su
Coll. Fio (un mezzo) su piazzola. Il mezzo L.no Belli sq.op.
(1 p.). L1 accensione mezzi segn. sq.op. L2 parte fio. Si immette
anche se non vede nulla poiché nella fase iniziale della
partenza Fio. è lento e può essere agevolmente
superato dalle macchine immediatamente successive che arrivano
all fino della discesa in accelerazione. Fio. deve comunicare
a II L2 il momento esatto dell’immissione Quando Fio. avvisa
M2 mette la freccia e frena". Non proprio una smoking gun,
diciamo. In effetti, questo scritto potrebbe essere qualsiasi
cosa: le memorie di un bravo elettrauto oppure un articolo di
Franco Cordero, ma Redazionalmente Corretto si fida dei due cronisti,
e questo nonostante l’altroieri Bonini abbia definito "bella"
un raro esemplare di cefalo de palude. Buono, invece, il ritratto
della terrorista scritto da Franca Selvatici.
Michele Serra, umoralista nel paese delle meraviglie, dopo aver
criticato la "civiltà mediatica" che dà
intere pagine ai nostalgici di Stalin, non torna sull’argomento
anche perché Rep. pubblica 4 fitte pagine sul dittatore
comunista. Gli articoli, molto lunghi, sono sei. Splendido per
la sua onestà intellettuale quello di Miriam Mafai. Con
l’eccezione di una riga en passant nel ricordo di Massimo L.
Salvadori, in nessuno di questi sei articoli c’è scritto
che Stalin massacrò milioni di persone. Venti o cento
milioni che fossero, su Rep. non ce n’è traccia nemmeno
di uno. Niente. Neanche un omicidio, un ferimento, una slogatura
di caviglia, uno scappellotto. In compenso si può leggere
che fu un despota crudele ma moderno; che fece della Russia una
grande potenza; che sconfisse il nazismo (mai che ne fu alleato);
che voleva portare la giustizia e l’eguaglianza nel mondo; che
il suo mito affascinò anche gli avversari; che ottenne
grandi successi. Francamente imbarazzante, specie se si confrontano
le pagine staliniste rococò di Rep. con il bell’inserto
antistalinista pubblicato ieri da Liberazione, il giornale di
Rifondazione.
Torniamo a Serra. Ieri ha bacchettato Luca Casarini per aver
detto che "il terrorismo vuol colpire i movimenti".
"Ci risparmi le litanie", ha scritto l’umoralista di
Rep: "Il terrorismo non ha colpito i movimenti, il terrorismo
ha colpito un magnifico poliziotto, civile e bravo, il terrorismo
è gente inutile e cattiva che spara alla nuca o alla gola
di persone utili e immeritevoli d’odio". Bravo, finalmente.
Peccato che non abbia potuto fare a meno di insultare i berluscones,
"farabutti" e "fanatici", e solo perché
ripetono con toni e modi Publitalia le vecchie analisi di Rossana
Rossanda sull’album di famiglia della sinistra.
Infine Alberto Asor Rosa: "Il paragone di Bush con Hitler
è distorcente". Perché mister Asor? "Non
abbiamo a che fare con una posizione nazifascista classica".
Bush non è un nazifascista classico, no no. E’ una variante:
"Una variante possibile, anzi possibilissima, della tradizione
democratica". Ci fossero stalinisti seri l’avrebbero già
internato, un opinionista di questo calibro e di questa lingua,
altro che pubblicato.
(continua)

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