Che palle! S’avanza un altro formidabile genio della letteratura americana. Il primo fu Dave Eggers un paio d’anni fa. Scrisse un libro fantastico, <L’opera struggente di un formidabile genio>, e inaugurò il filone dei giovani scrittori-adulati-come-rockstar. Il 2002 è stato l’anno di Jonathan Safran Foer, autore di <Ogni cosa è illuminata>. Ora tocca a James Frey, anni 33, ex tossico di ogni possibile sostanza chimica e alcolica. Il suo libro, "A million little piece", esce in America ad aprile ma i giornali lo hanno già etichettato: è lui il nuovo formidabile genio. Frey è certo di sé, e del suo libro di memorie dal centro di riabilitazione nel quale entrò dieci anni fa. Scrittura svelta, nessuna autocommiserazione, linguaggio pretenzioso, autoreferenziale, ma con un ritmo mozzafiato. E’ il "Guerra e Pace della dipendenza dalle droghe", dice chi ha letto le bozze. Secondo altri, Frey è il nuovo Ian McEwan. Poi, ovvio, c’è il paragone con Eggers e Safran Foer. Due tipi che Frey non sopporta: "Il libro di Eggers è mediocre e non me ne frega un cazzo di quello che fa Jonathan Safran-sai-il-cazzo-come si chiama. Usano trucchetti e motti di spirito per dimostrare di essere intelligenti, divertenti e così stronzi. Non me ne frega un cazzo di che cosa fanno loro. Io racconto in modo diverso. Non voglio essere divertente. Spero di spazzare via tutta questa merda".
1 Marzo 2003