La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 13 aprile, Giorno
II della Nuova Era Aridatece Er Puzzone, si apriva con: "I
giorni della guerriglia". L’editoriale è di Eugenio
Scalfari, il quale spiega che i saccheggi successivi alla liberazione
sono inevitabili, e che tra qualche ora sarà tutto finito.
Anche Giorgio Bocca (Georges Bouche), sabato, aveva scritto la
stessa cosa e raccontato i saccheggi cui lui stesso ha partecipato
nel secondo Dopoguerra (in particolare nella cantina della villa
del senatore Giovanni Agnelli). Il vertice di Rep., su questo,
è meno catastrofista del Corriere, ma gli inviati in Iraq
non sono d’accordo.
Bernardo Valli è un po’ giù, intanto perché
con i marines è arrivata altra marmaglia: "Noi non
sopportiamo le legioni di nuovi arrivati, centinaia di reporter
dell’immagine e dello scritto, che non hanno subìto tre
settimane di bombardamenti, e che adesso si pavoneggiano davanti
all’hotel Palestine. Li giudichiamo dei guappi". (I cosiddetti
guappi, sono i giornalisti embedded, quelli che hanno attraversato
il deserto e partecipato a battaglie vere). Valli sostiene che
"non è del tutto sbagliata l’impressione secondo
la quale Bagdad conquistata tre giorni fa si starebbe mangiando
i conquistatori".
Pietro Veronese, poi, è uno di quelli che nun ce vole
sta’. Sentite come inizia il suo articolo: "I militari sanno
fare bene una cosa sola". E’ così? Probabile, ma
il tuttofare Veronese ha fatto confondere il desk di Rep., per
cui il titolo del suo articolo è falso: "Franks convoca
i capi-partito, nessuno vuole l’uomo della Cia". Dall’articolo
si intuisce che l’uomo della Cia, quello che nessuno vuole, sia
Ahmed Chalabi. Peccato che Chalabi sia odiato dalla Cia, a Langley
lo detestano ancor più di Saddam Hussein. (Nota per i
prossimi articoli di Veronese: Chalabi è odiato anche
dal Dipartimento di Stato, piace soltanto ai neoconservatori
del Pentagono). Veronese, uno che mica è come un marine
ma uno che sa fare bene molte cose tranne che informare sull’opposizione
irachena, scrive che la Giordania, dopo aver condannato a 28
anni Chalabi per frode, difficilmente lo accetterebbe, ma non
sa che Chalabi ha incontrato più volte re Hussein di Giordania
e che la sentenza, in contumacia, fu emessa su pressione di Saddam
alle autorità giordane. Altra frase sui marines di Veronese,
il cronista tuttofare che entrò a Baghdad grazie a un
amico di un amico di Saddam: "Il tocco umano non è
la loro più spiccata qualità". Cattivoni.
Poi c’è Magdi Rummy Allam, il nostro faro: Magdi riporta
a uso degli scettici republicones le dichiarazioni di un ragazzo
libanese, kamikaze mancato: "Gli iracheni nel Sud del paese
ci sparavano e pugnalavano alle spalle. Ho visto morire i miei
compagni a decine per mano irachena". Continua il wannabe
martire: "Siamo stati gli unici a tenere testa agli americani
() poi i civili iracheni ci hanno sparato e pugnalato alle spalle".
Per far capire ai republicones che c’è stata una resistenza
civile, del popolo iracheno, al fianco di Bush e contro sia Saddam
sia gli islamisti, Rummy riporta nel dettaglio il racconto del
libanese: "Ci hanno aggredito con armi da fuoco e con i
coltelli. Hanno colpito mortalmente una trentina di noi. Li ho
visti riversi per terra nel loro sangue". Oltre a Magdi
c’è anche Vincenzo Nigro. Il suo "punto strategico",
Red. Corr. lo ha scritto più volte, è ottimo. Sabato
sembrava scritto da Paolo Bonaiuti: "La missione di quei
paracadutisti (partiti da Vicenza, ndr) ha rispettato l’impegno
che l’Ambasciata Usa a Roma ha preso con il governo Berlusconi,
e che il presidente Ciampi ha verificato come rispettoso della
Costituzione italiana. I parà vengono utilizzati in funzione
stabilizzatrice della regione, un ruolo che tra l’altro
risponde a un diretto interesse italiano. Un contrasto,
o addirittura operazioni belliche, fra curdi e turchi porterebbe
a una nuova destabilizzazione, creerebbe ondate di profughi e
di altri terroristi che avrebbero un approdo sicuro. L’Italia".
Da un paio di giorni Rep. sta accumulando materiale per invadere
al-Jazeera. Venerdì Magdi Rummy raccontava l’aperto tifo
pro Saddam dell’emittente. Enrico Franceschini, sabato, ha raccontato
l’incredulità dei suoi giornalisti di fronte alla gioia
degli iracheni: "E’ incredibile ha perso le staffe
il corrispondente di al-Jazeera gli iracheni si comportano
come traditori, baciano gli assassini, gli occupanti della loro
terra, è una vergogna".
Da noi c’è l’ex autore della Rai di Baldassarre, il quale
inizia così il suo commento sul flop della manifestazione
pacifista di sabato: "C’era meno popolo del solito ma molto
più del previsto". L’avesse scritto per la liberazione
di Baghdad, Red. Corr. gli avrebbe detto: bravo, finalmente hai
capito. (continua)
14 Aprile 2003