Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 7 aprile 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 6 aprile, Giorno XIII
della Nuova Era Forte & Andreottiana, si apriva con: "Battaglia
nelle vie di Baghdad". L’editoriale è di Eugenio
Scalfari, come tutte le domeniche. L’attacco è fulminante:
"Forse la guerra è finita. Ma forse non è
mai cominciata". Ci sarebbe da fermarsi qui, se non fosse
che Scalfari scrive anche altre cose, ben diverse da quelle di
una settimana fa. Vediamole. Ieri ha scritto che "la tabella
di marcia di Rumsfeld è più o meno in orario".
L’altra domenica aveva scritto: "L’allungarsi dei tempi,
l’evidente errore nella strategia iniziale notizie del genere
fanno dubitare della serietà con la quale la guerra è
stata affrontata dai dirigenti politici e militari". Bene,
torniamo a ieri: "L’obiettivo numero 2 quello di ottenere
il risultato con il minor numero di morti tra le truppe dell’armata
si può dire complessivamente realizzato".
Domenica l’altra, invece, si chiedeva: "Siamo già
alla vietnamizzazione della guerra?". Ieri, ancora: "L’obiettivo
numero 4 di limitare il più possibile le vittime innocenti
tra la popolazione civile si può dire complessivamente
realizzato". Domenica scorsa, Scalfari era preoccupato da
un "aumento delle vittime civili". Cioè, la
settimana scorsa le vittime aumentavano, mentre questa settimana,
con le vittime certamente aumentate rispetto a sette giorni fa,
"l’obiettivo numero 4 si può dire complessivamente
realizzato". Anche Zuccopycat è sulla stessa linea,
e dopo averci raccontato che l’America aveva già perso,
ora scrive che ha già vinto, ma l’infingardo Bush non
lo vuole dire, perché questo "è il momento
della paura di vincere, di cadere nella trappola dell’ottimismo".
Non è un genio?
Sulla prima pagina c’era anche un bell’articolo di Gabriele Romagnoli
su un "libro anonimo, ma attribuito al rais". La notizia,
però, è abbastanza vecchiotta e già ampiamente
raccontata da tutti i giornali, forse anche da Rep, sei o sette
mesi fa.
A pagina 3 un infortunio spiacevole, ma che può capitare.
Un boxino annuncia che "l’ambasciatore russo è tornato
a Mosca", ma l’ambasciatore ieri è stato colpito,
ancora non si sa da chi, fuori Baghdad.
Magdi Rummy Allam spiega ai suoi che il Saddam che si vede in
televisione è un sosia. Ieri, riportando una notizia di
un giornale arabo, Magdi Rummy ha scritto: "A Saddam gli
è preso un colpo. Sul suo cellulare personale è
giunta una telefonata dalla Casa Bianca con un ordine secco:
Arrenditi".
Infine l’umoralista Michele Serra. Non si capacita che i diesse
litighino sul termine "riformismo" visto che, vocabolario
alla mano, la parola vuol dire "tendenza a modificare con
riforme e metodi legali l’assetto sociale e la struttura dello
Stato". Forse perché, dall’articolo 18 fino alle
regole istituzionali, la sinistra tende a non voler riformare
"l’assetto sociale e la struttura dello Stato"? (continua)

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter