La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di giovedì 1 maggio,
Giorno II della Nuova Era Deprevitizzata, si apriva con la lettera
del Cav. al Foglio: "Berlusconi: giudici golpisti".
L’editoriale è di Ezio Mauro (che la gogna sia con voi).
Il Dir. dà del Cav. i seguenti pacati e sereni giudizi:
"La disperazione eversiva" (titolo); "la disperazione
che stringe alla gola Berlusconi" (aridaje, ndr); "atto
apertamente eversivo"; "impudenza del potere o (aridaje,
ndr) la disperazione"; "gesto gravissimo"; "ritorsione
immediata"; "mondo senza limiti del berlusconismo";
"gesto inconsulto"; "tuttavia per lui naturale";
"ha trascinato lo Stato dalla parte dei malfattori";
"arditismo verbale"; "sacrilegio democratico";
"qualcosa (aridaje, ndr) di eversivo"; "una sorta
di congiura dei dannati"; "affonda la sua forza nel
peggio"; "esaltando il disordine, la devianza e la
licenza"; "impasto di istinto cieco di sopravvivenza".
Pausa. Red. Corr. ricorda che non si tratta di un articolo di
Curzio Maltese, ovvero dell’ex autore della Rai di Baldassarre,
ma di un editoriale del direttore Ezio Mauro (che la gogna sia
con lui). Fine pausa. "Cultura politica terribile";
"empia audacia"; "un grande sacrilegio";
"violazione solenne degli interdetti che sospende il castigo";
"una fatalità regale"; "la destra è
fatta con l’impasto della peggior destra"; "la sua
(aridaje, ndr) disperazione"; uno schema che sarebbe ridicolo";
"folle"; "un progetto di ribellione organizzata
davanti al corso istituzionale degli eventi"; "formula
inedita e (aridaje, ndr) terribile"; "pronta a tutto";
"figura prima onnipotente e ormai politicamente maledetta
di Previti"; "lo stregone"; "uno (aridaje,
ndr) stregone"; "un potere basato (aridaje, ndr) sulla
licenza"; "identità imprenditoriale risulta
oggi bacata"; "paradosso drammatico"; "in
forma gladiatoria"; "non sono mancate le intimidazioni".
Il finale del direttore più che ispirato alla prosa dell’ex
autore della Rai di Baldassarre, è Zuccopycat purissimo:
"Il Cavaliere finirà prigioniero dell’incendio giudiziario
che ha appiccato. E purtroppo, trascinerà lo Stato dentro
quel cerchio previtiano di fuoco che lo circonda in eterno".
Di fianco c’è l’Amaca, la rubrica dello strapagato umoralista
di Rep, Rep. Auto e dell’Espresso, insomma di Michele Serra.
Propone la riabilitazione della teste Omega, di Stefania Ariosto,
vittima di "un linciaggio che sarebbe stato pesante già
nella normale polemica a mezzo stampa, ma diventa vergognoso
se si pensa che quei giornalisti prendevano lo stipendio direttamente
dagli imputati". Un po’ come lo stesso strapagato umoralista
Serra che, al pari del direttore di Rep., lincia il Cav. in un
modo che "sarebbe stato pesante già nella normale
polemica a mezzo stampa" ma che "diventa vergognoso
se si pensa" che lo strapagato umoralista e il Dir. prendono
"lo stipendio direttamente" da De Benedetti, la controparte
giudiziaria del Cav.
Mauro (che la gogna, o come direbbe Serra, che la vergogna sia
con lui): "Voglio dirlo con chiarezza ai lettori. Nel caso
del Lodo Mondadori, come è noto, il gruppo editoriale
Espresso-Repubblica subì un danno rilevantissimo".
E siccome c’è di mezzo il Lodo, il Dir. si imbroda: "Questo
giornale rappresenta semplicemente un’idea diversa dell’Italia,
un’idea non riconducibile al berlusconismo". Un’idea che
avevamo notato, peraltro. "Una difesa continua
dello stato di diritto e delle istituzioni democratiche".
Ribaltoni, lanci di monetine, manette e girotondi compresi, evidentemente.
Il poco chiarissimo prof. Franco Cordero ne ha per tutti. Dopo
una serie di divagazioni: "Passiamo alla procedura".
Ecco, passiamoci: "L’art. 420-ter, c.3, c.p.p., contempla
un rinvio quando l’imputato adduca legittimi impedimenti".
Oddio. Ancora, un altro po’ di procedura: "Perciò
Corte cost. 22 ottobre 1996 n. 353, colpisce l’art. 47, c. 1;
invalido anche l’art. 37, c. 2, perché apriva lo spiraglio
a ricusazioni perditempo (Id. 23 gennaio 1997 n. 10; 30 dicembre
1998 n. 466; 28 luglio 1999 n. 366)". Chiaro, no? No? "Tali
precedenti qualificano le strategie difensive nel dibattimento
Imi-Sir e Lodo Mondatori, dove s’era ignobilmente salvato (probabile
delitto estinto dal tempo), approfittando d’una svista nell’art.
319-ter c.p., versione 26 aprile 1990".
Rep. se non ci fosse andrebbe fondata, viceversa come si potrebbe
vivere senza gli articoli di Sebastiano Messina. Il quale ieri
è riuscito a criticare la presenza televisiva di Cesare
Previti, in quanto troppo "british". Come si permette
l’orso cattivo? Perché s’è comportato così
bene, e civilmente in tv, il maiale: "Serata british, all’insegna
dell’understatement e con abbondante aspersione di fair play,
ieri sera nel salotto di Bruno Vespa". Gatta ci cova. "L’annunciata
serata Previti ha avuto un sapore diverso da quello che tutti
si aspettavano". Tutti chi? Voi del desk di Rep?
Sandra Bonsanti, direttrice di un giornale di De Benedetti, è
andata a presiedere l’associazione politica di De Benedetti.
Il modello Dell’Utri, cioè il partito-azienda del Cav.,
evidentemente piace anche alla gente a cui non piace.
Giulia Ruffini fa un breve e interessante diario di vita quotidiana
da Hong Kong, l’idea però è venuta prima al Corriere.
Nelle edizioni dei giorni precedenti, c’è stato il trionfo
di Davanpour (strepitoso il titolo "Il bambino prepotente"),
ma giornalisticamente il fenomeno più interessante è
il peso dato alla notizia dei quattro paesi europei (Francia,
Germania, Belgio e Lussemburgo) che hanno fondato una comica
Nato alternativa e frantumato l’unità europea. Se il Cav.
avesse fatto una cosa del genere, secondo voi gli articoli sarebbero
andati a pagina 14 e sarebbero iniziati soavemente con un "partono
in quattro, per ora, ma sperano di essere prima o poi in 25 per
costruire l’Unione europea di Sicurezza e di Difesa"? Oppure
pensate che gli strapagati indignati del partito azienda Rep.
avrebbero aggiornato il vocabolario di insulti?
Un titolo avverte che Bush è "soddisfatto" perché
"presto vedrete la road map". In effetti l’abbiamo
vista e letta, però su un piccolo giornale italiano d’opinione.
La disinformazione sulla guerra in Iraq continua anche a ostilità
concluse. Lunedì Rep. ha ripreso le lettere pubblicate
dal Washington Post e scritte da alcuni marine caduti in guerra.
Ma siccome sono fatti nel modo che conosciamo, gli uomini del
desk di Rep. hanno tradotto soltanto quelle che dicevano che
la guerra fa schifo. Avrebbero potuto pubblicare anche questa:
"La persona che non ha niente per cui vale la pena combattere
e che crede che niente sia più importante della propria
sicurezza personale, è una creatura miserabile e non ha
nessuna possibilità di essere libera, a meno che non sia
liberata e tenuta libera dallo sforzo di uomini migliori di lui".
Non l’hanno tradotta. Avrebbe rovinato il titolo: "Mia cara,
questa è una guerra crudele".
(continua)
3 Maggio 2003