Bisogna essere malati di mente per uscire di casa la mattina presto, correre da Barnes & Noble su Columbus Avenue, avvistare la pila di libri di Hillary Clinton, osservare la gente che sfoglia il volume fresco di stampa, prenderlo in mano, controllare l’indice dei nomi e anziché fiondarsi alla voce Monica Lewinsky, come fanno le persone normali, andare a vedere che cosa l’ex first lady ha scritto di Leoluca Orlando. Sì, Hillary Rodham Clinton (HRC), senatrice junior di New York, e speranza dei democratici per riconquistare la Casa Bianca, nel suo milionario libro di memorie intitolato "Living History" (Simon & Schuster, pagine 562, dollari 28) parla, a lungo, di Leolook Orlando, l’ex sindaco democristiano della Primavera (Spring) di Palermo trasformato in eroe dei nostri tempi dalla sagacia politica di un Pietro Folena (HRC, però, ci risparmia ogni accenno a Folena). La consulente di HRC sulle cose nostrane, scrive lei stessa a pagina 410-411, era la moglie di Romano Prodi. "L’italiana Flavia Prodi, seria accademica, ha cercato di spiegare la politica italiana che sembrava cambiare costantemente, mentre alla cultura e alla società italiana non importava chi stava governando".
Ma torniamo all’oggetto della perversione: la lettura mattutina in una libreria dell’Upper West Side di Manhattan del libro di Hillary, aperto proprio alla pagina su Leoluca Orlando. La pagina è la 429. Hillary spiega la Terza Via, la dottrina politica della sinistra di governo degli anni Novanta. La Terza Via, formula abbastanza vuota inventata dall’inglese Tony Giddens, secondo Hillary piaceva da matti agli italiani: "Avevamo pochi alleati migliori degli italiani", scrive. In Italia si organizzavano molti convegni della Terza Via, per la felicità della first lady che così poteva visitare Napoli, Amalfi, Ravello, Pompei, la costiera amalfitana e, ancora, Firenze, Venezia, Roma e tutte le bellezze dell’Italia: "Queste visite in Italia mi hanno dato l’opportunità di conoscere un bel po’ di primi ministri, Berlusconi, Prodi, D’Alema e Carlo Ciampi, ciascuno dei quali era un buon alleato, specie sulla Bosnia, sul Kosovo e sull’espansione della Nato". (Kosovo-D’Alema-alleato-bombe). Ma se con loro discuteva di politica e di interventi militari umanitari con la certezza che da lì a poco sarebbe arrivato il momento della tanto agognata scampagnata, con Leoluca Orlando era diverso. Orlando era la Terza Via al potere, la personificazione reale delle teorie fin lì immaginate solo su carta. Almeno così era secondo Hillary.
Il potere della cultura di cambiare le vite
"In Palermo, Sicily ha scritto nel libro ho partecipato a un programma di preparazione alla leadership di Vital Voice (gruppo che promuove con l’aiuto del Dipartimento di Stato l’avanzamento sociale delle donne, ndr) e ho parlato nel teatro d’Opera restaurato a una conferenza organizzata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Orlando crede nel potere della cultura di cambiare le vite e le società. Ha guidato una campagna popolare per togliere Palermo al controllo della Mafia. Ha fatto adottare alle scolaresche alcuni monumenti della città, dei quali si sono dovuti occupare, ed era un modo per istillare i valori della responsabilità civica. Ha parlato spesso al clero e agli imprenditori per incoraggiarli a dargli una mano per far terminare il regno del terrore sotto il quale viveva la popolazione. Infine, dopo una serie di assassinii a sangue freddo di funzionari statali, le donne di Palermo ne hanno avuto abbastanza. Hanno appeso le lenzuola fuori dalle loro finestre, proclamando coraggiosamente ‘basta’. Questa dimostrazione collettiva di potere e le manifestazioni popolari hanno cambiato il corso della lunga battaglia siciliana contro la Mafia. L’originale amministrazione di Orlando era un esempio vivente dell’approccio alla soluzione dei problemi dalla Terza Via".
La Terza Via, come è noto, è finita con un petroliere texano alla Casa Bianca e Totò Cuffaro viceré di Sicilia.