New York. La Federal Communications Commission (Fcc) di Washington ha deciso di allentare le regole che dal 1975 impedivano a una società editrice americana di possedere sia un giornale sia una televisione e una radio nella stessa città. Allo stesso modo, nelle grandi città, il proprietario di due stazioni tv potrà comprarne una terza. Non solo, la Commissione presieduta da Michael Powell, figlio di Colin, darà il via libera a quelle società televisive che vorranno acquistare nuovi canali. Fin qui c’era un limite del 35 per cento di famiglie americane che ogni singola media company poteva raggiungere (il dato si ricava dagli ascolti). Con la nuova regola, approvata con tre voti (repubblicani) a favore e due (democratici) contrari, il tetto è stato alzato al 45 per cento. La Fcc ha tolto altre restrizioni, specie sui controlli proprietari incrociati, ma ha mantenuto il divieto di fusione tra i quattro principali network, cioè Abc, Cbs, Nbc e Fox.
L’idea di modificare la regola risale a una decisione del Congresso, che nel 1996 impose alla Commissione di valutare il dossier dei limiti proprietari ogni due anni, al fine di giustificarli oppure di emendarli se non fossero più conformi all’interesse pubblico. I grandi network e i principali quotidiani sostengono che le regole restrittive sulla proprietà televisiva siano obsolete in un panorama completamente cambiato per l’avvento delle televisioni via cavo, via satellite e per Internet. Gli ultimi dati confermano che le tv via cavo, ormai i canali sono più di 200, sono più viste delle televisioni in chiaro.
La stessa cosa ha detto al New York Times, Richard Wiley, che trent’anni fa da presidente della Fcc scrisse la regola restrittiva. Ora Wiley fa l’avvocato d’affari, e i suoi clienti sono tutti nel campo dei media. Wiley è uno degli americani più potenti nel mondo dell’editoria. Secondo il New York Times, dalla sua società l’Amministrazione Bush ha preso molti avvocati per i più importanti posti federali nel settore delle telecomunicazioni. Tutto ciò, però, non ha impedito a Wiley di uscire sconfitto in un paio di recenti controversie finite alla Commissione federale.
Ovviamente si è scatenato un gran dibattito, in verità molto civile, sulla decisione della Fcc, già annunciata da settimane. I critici sostengono che allentare le restrizioni porterà a un maggior potere dei già potentissimi network televisivi e alla chiusura dei canali locali indipendenti. C’è chi, come il Christian Science Monitor, contesta l’equazione "canali locali uguale maggiore indipendenza dal governo", ma il tema di discussione è proprio questo. Secondo il New York Times, la cui proprietà è favorevole alla decisione, c’è anche qualcuno che ha alzato i toni fino ad avvertire dei rischi che correrebbe la democrazia americana. Ralph Nader, ovviamente, nel suo ruolo di difensore civico d’America si è mobilitato, ma anche l’ex proprietario della Cnn, Ted Turner, e con lui il media mogul Barry Diller che, tra le altre cose, è direttore della società che edita il Washington Post.
Anche altre organizzazioni, come MoveOn, Common Cause e Free Press, hanno condotto una campagna per convincere la Fcc a mantenere le restrizioni. Il pericolo per la democrazia, secondo loro, si chiama Rupert Murdoch, editore di Fox News e del New York Post, e magnate dell’editoria internazionale (in Italia ha appena lanciato Sky). La settimana scorsa questi tre movimenti hanno acquistato una pagina pubblicitaria sul New York Times in cui si prospettava uno scenario orwelliano dominato dal magnate australiano. Lo slogan di contorno a quattro fotografie di Murdoch diceva: "Quest’uomo vuole controllare l’informazione americana. La Fcc vuole aiutarlo". Secondo i Democratici con le nuove regole una singola società editrice potrà possedere in ogni città più di tre stazioni tv, otto radio, i canali via cavo e un quotidiano.
Già altre volte la Fcc ha tentato di modificare le regole, ma non c’è mai riuscita a causa dei ricorsi in giudizio sia dei movimenti dei diritti civili sia dei grandi network che chiedevano l’abolizione totale del tetto proprietario. Certamente ci saranno altri ricorsi, eppure Michael Powell questa volta confida di avercela fatta. Merito di un suo consulente, Ken Ferree. E’ un avvocato e un intellettuale libertario di 42 anni che non guarda la tv e usa poco il telefonino, ha studiato a fondo le regole e poi suggerito alla Fcc come scrivere le modifiche alla regola. "E’ un uomo del Rinascimento", ha detto fiducioso Powell a Usa Today.
3 Giugno 2003