La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, martedì 29
luglio 2003, avrebbe potuto aprirsi con il titolo "Intesa
su Castelli, sì alle rogatorie", ma non è
successo. Quello era il titolo del Corriere della Sera, giornale
che ormai ha soffiato a Rep. il ruolo di guida civile del paese
(oltre a Magdi Allam). Il quotidiano di Ezio Mauro, nel pieno
del suo Mese II della Nuova Era Gregaria, Ferina e Forastica,
si apriva invece con un titolo simile. Simile a quello di un
tabloid: "Casini, stop a Castelli".
Tutta Rep. di ieri somigliava più a un giornale scandalistico
che a un quotidiano di qualità. I titoli, per esempio,
sembravano usciti dal Pentagono più che dalla centrale
del pacifismo chic. Linguaggio guerresco, violenza e sangue anche
a proposito di una riunione di un partitino centrista. Esempi:
"L’altolà di Casini"; "certe ferite non
si rimarginano"; "battaglia giusta"; "la
lunga trattativa". Su Mani pulite c’è "il contrattacco
di Boccassini e Colombo". Poi due pagine sulla guerra in
Iraq seguite da titoli fiduciosi e sereni che ci ricordano che
"il maltempo fa paura" e che "preparatevi, è
solo l’inizio". Le due pagine meteo sono arricchite dai
seguenti titoli: "Strage di pecore per un fulmine";
"frana sui binari, treno deraglia"; "incendio
blocca lo scalo di Olbia". Per completezza d’informazione,
Rep. nota che i "consumi" sono "a picco"
e che "per frutta e verdura scatta la corsa al ribasso".
Il notiziario esteri, a parte "un tè e biscotti con
Evita Peron" (però l’ospite era "il dottor morte"),
riporta "i segreti dei nazisti" argentini, "il
Vaticano" che si "mosse per favorire quei criminali"
e "un astro del basket decapitato". La cronaca, infine,
dà sollievo: "Europa, il cancro uccide di meno";
e "morti dimezzati nel weekend". Una boccata d’ossigeno,
praticamente (mai quanto "il Dalai Lama: io e il sesso").
La notizia che il "latte microfiltrato" scade "solo
dopo 11 giorni" non è male. Le due pagine rassicuranti
sono però rovinate da: "Esplode la barca, tre turisti
feriti" e da "gli negano casa spara per vendetta"
(Gli "negano-casa"? A chi? A E.T.?).
Gli editoriali e i commenti sono adeguati al contesto di un giornale
che un tempo faceva opinione. C’è un lungo articolo di
Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat) sull’aumento della
popolazione carceraria americana, costruito ovviamente per dimostrare
che l’America è uno Stato di Polizia: "In cella un
americano su 143". Zuccopycat gioca mirabilmente con le
parole e le cifre, ma ne fa un uso talmente smodato che poi alla
fine si scorda di riportare la seconda parte della notizia: diminuito
il numero dei crimini. Zuccopycat non lo scrive, dunque secondo
lui nessuno riesce a "spiegare fino in fondo perché
il popolo della città invisibile sia esploso fino a queste
cifre". Be’, magari i reati sono diminuiti perché
i criminali vengono arrestati, no? I lettori di Rep. non lo sapranno
mai (come del resto non sapranno mai delle balle gigantesche
raccontate da Lupis Macedonio eccetera).
Rep. è talmente scombinata che mentre Zuccopycat si lamentava
dei troppi carcerati di George W., mister Pietro Ottone (Brass)
si indignava perché in Italia nessuno vuole mettere in
galera "i disonesti". Brass è un po’ disonesto
anche lui, però. Scrive che la stampa internazionale picchia
contro il Cav., ma non dice che ce n’è anche una pro Cav.,
dal Wall Street Journal, al Times, dal New York Post alla National
Review.
Il poco chiarissimo prof. Franco Cordero ne inventa un’altra
contro il Cav.: ora è un "caimano". Bella. Peccato
che il poco chiarissimo prof. usi l’espressione "moral suasion",
come un Massimo Giannini o un Eugenio Scalfari qualsiasi.
Infine, nella rubrica di Sebastiano Messina, c’è la prova
della differenza antropologica tra i radical chic di Rep. e il
popolo del Cav. Messina sfotte il premier per aver emanato un
decreto contro i ragni. L’altroieri Rep. aveva esaltato la scrittrice
"ferina e forastica" Francesca Marciano, autrice del
seguente concetto Autan chic: "Vivo volentieri negli spazi
isolati, a contatto con la natura. Anche aspra. Ci sto senza
timori. Non ho paura della solitudine, né ho paranoia
se vedo un ragno o un serpente". Quel demonio del Cav. invece
li fa fuori per decreto, si allontana dai "ferini e forastici"
di Campo dei Fiori e fa il pieno dei voti "civili e urbani".
E’ o non è un caimano, quest’uomo? (continua)
30 Luglio 2003