E’ il disco dell’anno. No, forse di più. E’ il disco degli ultimi due. Esagero, forse cinque anni. Ve lo dico e vi prego di credermi. Io non l’ho ancora ascoltato.
Greendale di Neil Young (niliang) non è ancora uscito, lo trovate appena tornate dalle vacanze. Fidatevi, però. Sono andato a vedere niliang al Madison Square Garden di New York. Costo del biglietto 80 dollari (gentili signori dell’amministrazione di Capital: le mie coordinate bancarie le conoscete già). E’ stato uno dei concerti più belli che abbia mai visto. W niliang. Non era soltanto un concerto, era un musical. Il nuovo disco di niliang è un concept album, come si diceva trenta anni fa. E’ un’opera rock. Come Tommy degli Who. Anzi, no. Non è un’opera rock, perché canta soltanto niliang. Piuttosto, come dice lui stesso, è un romanzo musicale. A niliang dovrebbero dare un premio ai Tony Awards, gli Oscar di Broadway. Merita anche una statuetta agli Oscar quelli veri, perché in allegato al cd c’è un film in dvd girato da niliang di persona personalmente. Niliang racconta la storia di una famiglia che vive in uno sperduto villaggio della California, padre e figli, veterani del Vietnam, militanti politici e artisti. Succedono cose. Droga, omicidi eccetera. Niliang canta e gli attori aprono e chiudono la bocca in sincrono. Il finale, ha scritto il critico del New York Times, somiglia al "Let the Sunshine In" del musical Hair. Tutti sul palco, grande coro, ma anziché il sole, ché di questi tempi di pianeta surriscaldato è meglio evitare, niliang invoca la pioggia: "Be the rain" è il titolo della canzone conclusiva del romanzo.
Le canzoni sono rock. Come Hey Hey My My o Rockin’ in the free world. Canzoni alla niliang, mister sempre-la-stessa-meravigliosa-canzone. In due versioni, acustica e rock. Greendale è niliang in versione rock, ma c’è anche una canzone, Bandit, alla Comes a Time. Il ritornello è di quelli che si possono cantare in spiaggia con due amici, una chitarra e uno spinello: "Someday, you’ll find everything you’re looking for", un giorno troverai tutto quello che stai cercando. Un passo avanti rispetto agli U2 che still haven’t found what they are looking for.
I testi sono pseudo ambientalisti, contro l’invadenza dei media, contro il governo che vuole mettere controllare la vita dei cittadini. Testi retorici, ma chissenefrega. La retorica di niliang non è quella fighetta dell’Upper West Side o di Campo dei Fiori. E’ la retorica dell’America vera, patriottica, imbandierata e rurale. L’America che si fa un culo così (si può dire "che si fa un culo così" su Capital?). In questo disco che ancora non c’è niliang schitarra come un forsennato. Fa assoli free rock, non smette mai. Ha 57 anni. Niliang è sempre più pazzo. Suona con i Crazy Horse, ma ha tolto la chitarra a Frank Poncho Sampedro. Vuole fare tutto lui. Niliang è matto come un cavallo. Crazy Horse.
Christian Rocca
Gillian Welch Soul Journey (Acony Records)
La Neil Young donna. Quante volte avete sentito una definizione così? Quattrocento volte? E’ vero. Ma la quattrocentesima e uno è sempre quella buona.
Lou Reed NYC Man: The Collection (Bmg)
Lou Reed, l’altro grande vecchio del rock americano, è l’opposto di Neil Young. Chissà se ha mai messo piede in campagna. Questo suo doppio cd riepilogativo è ottimo. Accanto alle sue stranote canzoni ci sono anche brani che si erano persi. C’è anche una versione rock di "Who Am I?", tratta da The Raven.
Jack Johnson On and on
L’anno scorso il regista e surfista hawaiiano Jack Johnson aveva fatto uno strepitoso debut album di canzoni acustiche. Diciamo alla Neil Young. Bellissimo. Era "Brushfire fairytales". Il suo secondo disco, questo, va fatto conoscere. Per evitarlo.