La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, giovedì 31
luglio 2003, avrebbe potuto aprirsi con il titolo "Bush:
Minacce reali da Al Qaida", ma non è successo. Quello
era il titolo del Corriere della Sera, giornale che ormai ha
soffiato a Rep. il ruolo di guida civile del paese (oltre a Magdi
Allam). Il quotidiano di Ezio Mauro, nel pieno del suo Mese II
della Nuova Era Gregaria, Ferina e Forastica, si apriva invece
con un titolo simile. Simile a quello di un tabloid: "Bush:
aerei a rischio attentati".
L’articolo di commento è di Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi
(Zuccopycat), e non è male. Zuccopycat scrive che Bush
è in difficoltà, che si difende, ma quasi non ci
crede neanche lui. L’articolo principale è di Giuseppe
D’Avanzo (Davanpour). La prima riga non invita alla lettura:
"La strategia di Cesare Previti è nota". Be’,
se è nota perché dovremmo leggerci le quattrocentosettantadue
(472) righe successive?
Ieri, in mancanza di Massimo Giannini, è toccato a Barbara
Jerkov l’onere di scrivere la frase "moral suasion",
mentre i republicones della cronaca hanno voluto dare un tocco
pasoliniano alla pagina sulle abitudini balneari degli italiani.
Un boxino, infatti, annuncia che "ora le cicale non cantano
più".
Red. Corr. da un paio di giorni non segnala articoli belli belli
belli da citare e segnalare. Dov’è Emanuela Audisio? E
Gianni Clerici? E Bernardo Valli? E Magdi Allam? Ah, no, Allam
è passato dall’altra parte. In realtà ieri e ieri
l’altro due articoli strepitosi c’erano, entrambi di Alberto
Arbasino. (Red. Corr. chiede scusa per non essersene accorto).
Sono "memorie quasi indiscrete" di una cattiveria squisita.
Fulminante il mini ritratto di Alberto Moravia che "pontificava
tra i seguaci e gli epigoni in trattoria" di "schieramenti
e premi e recensioni e corsivi e stipendi e piccole egemonie
e strategie e Terzo Programma Rai ed Espresso e Paese Sera. Mai
però mollando l’elzeviro sul Corriere della Sera neanche
nelle fasi più reazionarie di destra smaccata dagli editoriali
alla terza pagina (Non esistevano allora quegli ammortizzatori
sociali poi forniti dalle iniziative statali e regionali e provinciali
e comunali per gli animatori e le coinvolgitrici dell’indotto
culturale)".
Meriterebbe le pagine nazionali una new entry delle pagine di
cronaca. Si chiama Michele Dalai, è figlio dell’editore
di Baldini & Castoldi, buon conoscente di Red. Corr. e da
qualche tempo fa interviste nonsense a milanesi illustri. Ieri
ha chiesto a Giuliano Pisapia se "di notte chiude a chiave
la porta" (risposta: sì) e se "porta mai scarpe
di ginnastica" (risposta: sì). Due secchi "no",
invece alle domande: "Ha mai visto un’anatra a Milano?"
e "Ha paura del buio?". (continua)
1 Agosto 2003