La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 12 agosto 2003, avrebbe
potuto aprirsi con il titolo "Mai così caldo. E l’Europa
brucia", ma non è successo. E ha fatto bene. Quello
era il titolo del Corriere della Sera, giornale repubblicano-ma-non-republicones
che pur avendo ormai soffiato a Rep. il ruolo di guida civile
del paese (oltre a Magdi Allam) ogni tanto torna vittima della
sindrome Rep. e, come ieri, sceglie di aprire con il titolo comparso
il giorno prima sul quotidiano di Ezio Mauro ("Europa, record
del caldo"). Rep., nel Mese II della Nuova Era Gregaria,
si apriva invece con un titolo diverso: "Carraro nella bufera,
Berlusconi lo difende". La vicenda è quella dello
"scandalo delle iscrizioni al campionato". Uno scoop
del Corriere, che Rep. per un paio di giorni ha tentato di nascondere.
Bello il ritratto di Franco Carraro scritto dalla più
brava giornalista di Rep., Emanuela Audisio. Sempre restando
al calcio, a pagina 27 c’è un lungo articolo su quanto
sono bravi i mancini. Uno di loro, secondo Rep., sarebbe Pelé.
Bravo, indubbiamente. Ma risulta essere destrorso.
L’editoriale principale è di Andrea Manzella (Mann) sul
tema delle inchieste parlamentari "canaglia". Dicesi
"canaglia", spiega Mann, l’inchiesta parlamentare che
non piace ai republicones. Sul fronte internazionale, Rep. saluta
l’addio di Charles Taylor, dittatore della Liberia, con due articoli.
Uno tradotto dal New York Times, e un altro di Pietro Veronese.
Il republicone spiega correttamente come dietro l’abdicazione
ci siano state le pressioni diplomatico-militari degli Stati
Uniti, ma non appena Red. Corr. è pronto a tirare un sospiro
di sollievo perché finalmente su Rep. si legge un articolo
non antiamericano, zac arriva la repubbliconata. Nel finale dell’articolo,
Veronese si lamenta che "l’impunità di Charles Taylor",
ovvero la soluzione pacifica scelta dagli americani, servirà
a porre fine ai massacri "ma finché l’Africa non
vedrà uno dei suoi troppi tiranni giudicato e condannato
sotto gli occhi del mondo per i suoi crimini, ci sarà
sempre qualcuno che si prepara nell’ombra a seguirne l’esempio".
Non è tanto che amano le manette a ogni latitudine, ma
se invece che fare pressioni politiche Bush avesse invaso la
Liberia, e poi magari arrestato Taylor, i republicones, secondo
voi, che cosa avrebbero scritto?
Un’intervista a tal Fausto Paravidino, definito "fenomeno"
dagli spettacoli di Rep., contiene la seguente domanda: "Come
vive l’Italia di oggi". Il 26enne risponde: "Sono perplesso.
Berlusconi è il ritratto di un paese che non mi piace.
Individualismo, potere del denaro, stato di polizia". Stato
di polizia? Il Cav. criminale ma anche sbirro? Un fenomeno questo
Paravidino. (continua)
13 Agosto 2003