La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 20 agosto 2003, avrebbe
potuto aprirsi con "Bagdad, Gerusalemme: i terroristi fanno
strage", ma non è successo. Quello era il titolo
del Corriere, giornale repubblicano-ma-non-republicones che ormai
ha soffiato a Rep. il ruolo di guida civile del paese (oltre
a Magdi Allam). Il quotidiano di Ezio Mauro, nel Mese II della
Nuova Era Gregaria si apriva con un titolo simile: "Bagdad,
strage al comando Onu". Insomma, a differenza del Corriere,
Rep. non è riuscita a mettere le due stragi nello stesso
titolo. Il notiziario però è completo e corretto.
Due gli editoriali, uno di Bernardo Valli (condivisibile o no,
è sempre un piacere leggerlo) e un altro, equilibrato,
di Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi (Zuccopycat). Certo ci fosse
stato Magdi Allam, sarebbe stato un giornale più ricco,
ma ormai Magdi è andato.
L’articolo di Zuccopycat ha soltanto un problema. A un certo
punto, verso la fine, quando ancora dalla penna non erano uscite
contumelie contro Bush, si legge: "Perché a guardia
di quel palazzo c’erano due fantaccini armati di fucile automatico
M16, nonostante Sergio Vieira de Mello, il capo missione ucciso,
avesse da tempo implorato il Central Command di proteggerlo meglio?".
E’ così? Chissà. Subito dopo l’attentato, il portavoce
Onu a Baghdad, Salime Lone, alla Cnn ha detto il contrario: "E’
stata una nostra scelta non far circondare la nostra sede dalle
forze statunitensi". Ieri si è scoperto che la sicurezza
era stata affidata a un gruppo di vigilantes privati, anche perché
Kofi Annan credeva "che ormai le forze della coalizione
avessero reso sicuro il terreno, e invece non era così".
Il gran caos del calcio è ben commentato da un ex autore
della Rai di Baldassarre, Curzio Maltese, livoroso quanto basta.
L’ex autore rivendica affinità argomentative con l’ex
dentista di Bergamo, Roberto Calderoli. Il leghista aveva detto
che sembra di "essere tornati ai tempi del Duce" e
per l’ex autore della Rai di Baldassarre "il Calderoli per
una volta non sembra spararla grossa".
Il numero di ieri era giustamente monopolizzato dalla cronaca
terroristica. Resta poco altro. Si segnala il 24esimo articolo
di Gabriele Romagnoli sulla danza del ventre (Red. Corr. è
convinto di aver già letto la storia di Dina un paio di
volte). Paolo Rumiz è sempre in montagna, stavolta "nell’ospizio
dei fantasmi", dove ha incontrato Jean-Marie Lovey, professione
priore. C’è anche un interessante articolo di Massimo
L. Salvadori sul ruolo di Dio nella politica americana.
I numeri dei giorni scorsi meritano un supplemento di analisi.
Martedì, a pagina 3, Rep. ha pubblicato un’intervista,
rubricata "L’intervista", ad Adriano Galliani con tanto
di domande in neretto di Andrea Sorrentino. Le domande e le risposte,
tranne una e mezza, sono identiche, parola per parola, a quelle
della conferenza stampa tenuta nella sede della Lega Calcio a
Milano davanti a trenta giornalisti e dieci telecamere. Un resoconto
di una conferenza stampa, dunque. Con domande fatte in gran parte
dall’inviato del Corriere della Sera, e di cui Rep. si è
appropriata. E’ un vizio del giornalismo italiota, questo di
far finta di aver intervistato in esclusiva qualcuno e invece
non è vero. Ovviamente Rep. eccelle in quest’arte. E come
un tabloid alle vongole, Rep. ha ingannato i suoi lettori facendogli
credere di avere uno scoop. (Red. Corr. l’ha sempre scritto che
il problema sono i republicones e non Lupis).
L’altro giorno in prima pagina un titolo diceva che a Genova
c’è "un funerale ogni 6 minuti", causa caldo.
Due conti: un funerale ogni 6 minuti vuol dire 10 l’ora, 240
il giorno. Moltiplicate voi il dato per ciascuno dei primi 15
giorni di agosto (un aiuto: 3.600 funerali soltanto a Genova).
C’è caldo. (continua)
21 Agosto 2003