Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 22 agosto 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 21 agosto 2003, avrebbe
potuto aprirsi con "Terrorismo, ultimatum di Abu Mazen ad
Arafat", ma non è successo. Quello era il titolo
del Corriere, giornale repubblicano-ma-non-republicones che ormai
ha soffiato a Rep. il ruolo di guida civile del paese (oltre
a Magdi Allam). Il quotidiano di Ezio Mauro, nel Mese II della
Nuova Era Gregaria si apriva con un titolo diverso, simile a
quello di un tabloid: "Dall’Onu dure critiche a Bush".
Qual è l’accusa? Titolo di pagina 3: "Kofi Annan
contro gli Usa: dovevano proteggerci". I giornali americani
e inglesi non hanno dato grande risalto alla notizia, e il motivo
è evidente: Annan non ha accusato. Ha detto che "sperava
che le forze occupanti avrebbero stabilizzato l’Iraq per dare
la possibilità di lavorare" eccetera. Cioè,
non ha accusato l’America di non aver difeso il palazzo dell’Onu
dove si trovava Sergio Vieira de Mello. L’inviato a New York
di Rep, Marco Marozzi, ha scritto: "Gli chiedono delle voci
­ fonti amministrazione Usa ­ secondo cui Washington
avrebbe offerto maggiore protezione e l’Onu l’avrebbe rifiutato".
Annan dice che spera "che non sia vero". Il punto è
che la notizia, non è di fonte americana, ma di fonte
Onu. Le agenzie di martedì, infatti, riportavano la dichiarazione
alla Cnn di Salime Lone, portavoce Onu a Baghdad: "E’ stata
una nostra scelta non far circondare la nostra sede dalle forze
statunitensi". Altra cosa bizzarra, Rep. quando parla del
leader democratico e liberale dell’Iraqi National Congress, cioè
di Ahmed Chalabi, lo descrive come bancarottiere, uomo del Pentagono,
screditato, senza seguito, imbroglione e possibile mandante dell’attentato
all’ambasciata giordana. Ieri, visto che Chalabi aveva detto
una cosa che faceva comodo all’idea di Bush menefreghista sulla
sicurezza dei funzionari Onu, e cioè che "l’attentato
era annunciato", Rep. ha definito Chalabi "uno dei
membri di spicco del consiglio provvisorio iracheno".
Gli editoriali. Il primo è di Bernardo Valli, scritto
benissimo come sempre. L’argomentazione non può essere
più debole, però. E, per fortuna, accanto c’è
un editoriale di David Grossman che lo smonta punto per punto.
Valli dice che dopo un iniziale successo dell’iniziativa in Medio
Oriente (Iraq libero e road map in Palestina) ora è un
gran casino. La colpa, secondo lui, non è di chi ha messo
le bombe, ma dell’America. Grossman fa la stessa analisi ma gli
spiega che non è un caso che i kamikaze palestinesi siano
tornati in azione il giorno prima del ritiro israeliano da 4
città palestinesi. Insomma, secondo lo scrittore di sinistra,
se i terroristi minano la pace (a Gerusalemme) e la sicurezza
(a Baghdad) la colpa è appunto dei terroristi e bisogna
moltiplicare gli sforzi. Secondo Valli, se i terroristi fanno
queste orrende azioni certo non hanno ragione: è Bush
che ha torto. E’ intervenuto anche l’autorevisionista di Rep.
Sandro Viola. Non fatevi ingannare dal titolo, "Il dovere
dell’Europa". L’articolo di Viola dice che per quanto possano
aver sbagliato gli americani intervenendo in Iraq "su un
punto non si sbagliavano. Lo status quo del Medio Oriente fungeva
di per sé da incubatrice del terrorismo". Quando
c’era Magdi Allam, c’era anche lui a spiegarlo.
Una notiziola piccola piccola fa sapere che Castelli ha inviato
quelle rogatorie anti Cav. che furono oggetto del bailamme del
mese scorso. La redazione di Milano di Rep. era a conoscenza
della cosa da giorni, ma i vertici decisero di non pubblicarla.
Ieri sono stati costretti a metterla, sia pure in breve, perché
nel frattempo la notizia è uscita sulle agenzie di stampa.

(continua)

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