La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 26 agosto 2003, avrebbe
potuto aprirsi con "Pensioni, più 30 % di stipendio
a chi rinvia", ma non è successo. Quello era il titolo
del Corriere, giornale repubblicano-ma-non-republicones che ormai
ha soffiato a Rep. il ruolo di guida civile del paese (oltre
a Magdi Allam). Il quotidiano di Ezio Mauro, detto anche Al Jamurya,
nel Mese II della Nuova Era Gregaria, si apriva invece con un
titolo diverso, simile a quello di un tabloid: "Il killer
s’arrende, il paese chiede vendetta". Il tema, dunque, è
quello del delitto di Rozzano. Rep. schiera tre firme di peso:
Umberto Galimberti (Galimba), Giorgio Bocca (George Bouche) e
Michele Serra (il teorico della Difesa della Razza e della Differenza
Antropologica tra l’uomo di sinistra e il resto del mondo). L’articolo
di Galimba è perfettamente inutile, sostiene che è
giusto far giudicare l’assassino da un tribunale e non dai parenti
dalle vittime. L’articolo di George Bouche ricorda che non ci
sono più i banditi milanesi di una volta, mentre quello
di Serra è l’articolo che solo un difensore della Razza
potrebbe aver scritto. L’assassino e le sue vittime vivevano
in un quartiere degradato? La colpa è loro, scemi, che
hanno preferito Rozzano a Central Park West o al Parco della
Vittoria. Scrive Serra: "C’è una domanda semplice
semplice che ogni persona di questo paese, se in regola con la
propria coscienza o almeno con la propria intelligenza dovrebbe
porsi". Bene, qual è la domanda? Eccola, ci crediate
o no: "Ma io vivrei lì, in quel clima sociale, con
quel paesaggio davanti alle finestre?". Serra si è
reso conto di quello che ha scritto, così per prevenire
le critiche di Red. Corr. ha aggiunto: "Indicare la bruttezza
massificata, e la massificazione abbruttita (nelle città,
in televisione, nelle vacanze ingorgate, ovunque) come matrice
o almeno una delle matrici, dell’infelicità e della violenza,
è diventato un esercizio snobistico, da pensatore satollo
e viziato, con casa in Umbria o in Maremma". Sì,
è proprio così. (Nella sua rubrica, invece, Serra
fa un inenarrabile elogio della Rai del Pentapartito).
Bella la recensione di Renata Pisu sul libro di Anne Applebaum,
"Gulag". Ma il migliore articolo del giorno è
in prima. Intanto per il nome, anzi per il cognome, dell’autore:
Khaled Fouad Allam. Perso Magdi, i republicones hanno scovato
un altro Allam. Il punto è che K. F. Allam, come Magdi,
scrive che l’Islam è malato, che in Medio Oriente la religione
è in crisi, che gli Usa fanno bene a insistere sulla democrazia
e che l’Europa non ha capito un cavolo. Insomma, anche questo
Allam è bello che pronto per il Corriere. (continua)
27 Agosto 2003