La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 12 settembre, avrebbe
potuto aprirsi con "Israele prepara l’espulsione di Arafat",
ma non è successo. Quello era il titolo del Corriere,
giornale repubblicano-ma-non-republicones che ormai ha soffiato
a Rep. il ruolo di guida civile del paese oltre a Magdi Allam
(di Khaled Fouad Allam, invece, non ne vogliono sapere). Il quotidiano
di Ezio Mauro, detto anche Al Jamurya, nel Mese III della Nuova
Era Gregaria, ha aperto con un titolo diverso, simile a quello
di un tabloid: "Berlusconi assolve il fascismo". Ovviamente
non è vero che il Cav. abbia assolto il fascismo. Le ha
soltanto sparate grosse, questo sì, anzi grossissime.
Ma Rep., da buon tabloid, necessita di toni forti. Pagina 24,
per esempio. Titolo a piena pagina: "Terrore sul traghetto
per Olbia". Pagina 25: "Bari, luci rosse all’università
altri tre dipendenti sotto accusa". Due titoli a pagina
27. Il primo: "Un film porno girato in chiesa". Il
secondo, uno scoop: "Miss Italia deve essere solo bella".
Pagina 28, un servizio mai letto: "Souvenir d’albergo, libertà
di rubare Clienti-ladri: dal cuscino al portacenere".
E una chicca: "Quei furtarelli a Montecitorio, così
trionfa la legge del feticcio". Peccato solo che non abbiano
pensato a un commento di Marco-Magic-Moment-Travaglio, il cronista
che, visto su Sette, tiene il telefonino dentro l’apposita custodia
legata alla cintura dei pantaloni. Vergogna. Lì ci vanno
le manette.
Quando Rep. tradisce la sua vena tabloid, è peggio. Il
caso Kelly, per esempio. E’ difficile trovare un esempio di disinformazione
paragonabile a quella che Rep. rifila da mesi ai lettori. Ieri
ha titolato così: "Londra, caso Kelly, Hoon sotto
accusa". Hoon è il ministro della Difesa, ma la notizia
è un’altra e c’è nell’articolo di Rep: "Il
Comitato conclude che il dossier sulle armi del regime di Saddam
non era stato manipolato da Downing Street – nella persona di
Alastair Campbell o chiunque altro". Una notizia un po’
più grossa dell’accusa a Hoon. Di che cosa è accusato
il ministro di Blair? Secondo l’occhiello, che sta sopra il titolo,
di "atteggiamento fuorviante" per non aver rivelato
che qualcuno aveva avanzato dubbi sul dossier. E’ così
come titolano i republicones? No, e basta leggere l’articolo
di Rep. per scoprirlo: la mancata rivelazione è stata
"inutile e potenzialmente fuorviante". "Inutile".
E "potenzialmente fuorviante". Non "fuorviante"
come titolano i republicones.
A pagina 10 c’è un articolo di Marco Hamam su un cronista
di al Jazeera arrestato da Baltasar Garzón con l’accusa
di far parte di Al Qaida. Rep., per una volta, non sta con Garzón
ma, come sempre, contro l’America. L’articolo comincia così:
"Mercoledì un’inviata del network del Qatar è
stata picchiata dai marines a Baghdad". Nell’occhiello,
la giornalista è stata "malmenata". Ma "stando
alla versione offerta dalla tv", cioè da al Jazeera
medesima, "i soldati americani hanno strappato il microfono
e gli occhiali Se l’è cavata con qualche ora di carcere".
Quindi non è vero.
Bello, anche se contradditorio nel ricordare il caso del rapimento
D’Urso, l’articolo di Mario Pirani sul film di Bellocchio e in
difesa del partito della fermezza e di Eugenio Scalfari che a
Venezia Natalia Aspesi, senza saperlo, aveva denigrato.
L’articolo di Daniele Mastrogiacomo in ode a Yasser Arafat va
segnalato per intero e subito candidato a un premio di poesia.
Racconta una manifestazione palestinese con toni aulici e, tra
le altre cose, scrive di "donne che marciano silenziose
e altere". Silenziose e altere? A Ramallah?
(continua)
13 Settembre 2003