Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 19 settembre 2003

La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 18 settembre, avrebbe
potuto aprirsi con "Conti in affanno, si decidono le misure",
ma non è successo. Quello era il titolo del Corriere,
giornale repubblicano-ma-non-republicones che ormai ha soffiato
a Rep. il ruolo di guida civile del paese oltre a Magdi Allam
(di Khaled Fouad Allam, invece, non ne vogliono sapere). Il quotidiano
di Ezio Mauro, detto anche Al Jamurya, nel Mese III della Nuova
Era Gregaria, ha aperto con un titolo simile a quello di un tabloid:
"Berlusconi, scuse insufficienti".
Ok, è vero. E l’ex autore della Rai di Baldassarre, Curzio
Maltese, ha gioco facile. Sarebbe stato meglio che il Cav. si
fosse scusato più decisamente per l’intervista alcolica
allo Spectator, anche se Red. Corr. sospetta che ai republicones
non sarebbe bastato lo stesso. Ma, di grazia, per quale motivo
il Cav., come gli chiede l’ex autore della Rai di Baldassarre,
avrebbe dovuto chiedere "scusa a tutti gli ebrei per le
leggi razziali"? Che c’entra il Cav? L’ex autore, sempre
manipolatore o forse solo disinformato, fa intendere che il capo
della comunità ebraica gli abbia chiesto questo, quando
invece Amos Luzzatto voleva le scuse per l’intervista, non per
i crimini di Mussolini.
Sul tema non è intervenuto Giorgio Bocca, il cui giudizio
su Mussolini uguale a quello del Cav. (Il Foglio lo ha riportato
ieri in prima pagina) è stato insabbiato neanche fosse
un’inchiesta su Telekom Serbia o l’autobiografia del Carl. o
un articolo a piacere di Lupis Macedonio eccetera.
Bravi, ieri, i republicones a pubblicare in contemporanea con
il Washington Post l’appello di Vaclav Havel, Arpad Goncz e Lech
Walesa a un’Europa che non vuole vedere i crimini del regime
comunista di Castro. Rep. da un paio di mesi sembra edita a Miami
Beach e si accredita di battaglie anticastriste che ricordano
da vicino la pregnanza delle battaglie filoamericane e antisovietiche
che avrebbero convinto Piero Fassino e Walter Veltroni a iscriversi
al Pci. Ma, va dato atto a Rep. che ieri, almeno per un giorno,
c’era poco antiamericanismo nelle sue pagine (a parte una affidata
ai pr di Saddam). La numero 15 era dedicata agli osanna nei confronti
dei tre dissidenti del blocco sovietico, e davvero non si capisce
perché, al contrario, i dissidenti del regime di Saddam,
tipo Ahmed Chalabi, vengano raccontati su queste stesse pagine
come dei criminali. Soprattutto la pagina 15 era ottima. Pensate:
un’intera pagina su una eccellente scuola di New York, senza
i luoghi comuni sull’istruzione di classe e sull’America ignorante.
Quella raccontata da Antonio Monda sembrava proprio una scuola
elementare di Reggio Emilia. Lo stesso Monda ha scritto un ritratto
di David Letterman per gli Spettacoli, spiegando che il conduttore
di The Late Show ora ha successo anche in Italia grazie a Raisat.
Monda sta a New York, e magari non ha colpa, ma gli uomini del
desk di Rep, che stanno a Roma, dovrebbero aver già letto
un paio di centinaia di articoli che negli anni scorsi hanno
segnalato la cosa.
Senza isterismi, anzi puntualissimo, il resoconto sulle accuse
che un giornalista del New York Times ha rivolto ai cronisti
tv inviati a Baghdad. Divertente, ma nell’ottica di sotterrare
il già insabbiato caso Telekom Serbia, il resoconto di
Lady Dini in Commissione a cura di Antonello Caporale.
Rep, e in verità anche gli altri giornali italiani (tranne
uno), non ha scritto una riga sul caso delle minacce di Saddam
che Blair avrebbe esagerate per convincere gli inglesi ad andare
in guerra. Ci siamo abituati. Da quando questa storia è
iniziata, Rep. non ha mai raccontato la verità. Per la
cronaca: la notizia insabbiata ieri riguardava le scuse chieste
dalla Bbc, e le ripetute ammissioni dell’autore del presunto
scoop di aver raccontato cose false e imprecise. E’ la sindrome
Lupis: quando un giornalista viene preso con le mani nella marmellata
i republicones preferiscono non darne conto.
Infine, le sempre feconde pagine di costume e società,
ieri in versione segnalazione-marchetta di un articolo che esce
su Flair, mensile del Cav. Ecco il fondamentale argomento, cui
Rep. ha dedicato una pagina intera: "I desideri diventano
obiettivi, ecco il lavoro che dà la felicità".
Forse parla dell’ex autore della Rai di Baldassarre. Il sommario,
"un periodo di riflessione e ripartire da sé: questo
è il segreto", fa intuire che si tratti di K. F.
Merlo. (continua)

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter