La
prima pagina di Repubblica (Rep.) di ieri, 24 settembre, si è
aperta con "Iraq, duello all’Onu tra Bush e Chirac".
L’occhiello recita: "Il presidente Usa chiede aiuto per
il dopoguerra". Bush ha chiesto aiuto? No, non l’ha chiesto.
Ed è sufficiente leggere il bravo Alberto Flores D’Arcais
per averne prova: "Alle Nazioni Unite non ha chiesto alcun
impegno militare di nuovo tipo". Flores, imbarazzato, spiega
ai vertici di Rep. che per giorni hanno titolato pensando che
Bush sarebbe andato all’Onu con il capo cosparso di cenere che
"chi si aspettava un discorso sulla difensiva è rimasto
deluso". Un deluso è Vittorio-Gatto-Copione-Zucconi,
il quale scrive di "richiesta di aiuti militari e finanziari".
Secondo Zuc. la Casa Bianca potrebbe "lanciare un’altra
invasione, magari in quell’Iran al quale l’ala più virulenta
dei neoconservatori guarda golosamente". Falso. "L’ala
più virulenta" esclude l’intervento militare. Bush,
poi, sarebbe in difficoltà per aver attaccato "una
nazione membro delle Nazioni Unite, senza la chiara ed esplicita
approvazione della stessa Onu". La cosa si complica, scrive
Zuc, perché emerge l’insidiosa candidatura del generale
Wesley Clark. Il quale, omette di dire Zuc, guidò la guerra
contro la Serbia "senza la chiara ed esplicita approvazione
della stessa Onu".
E’ fastidioso tornare sul ventesimo articolo-truffa sul caso
Kelly. Red. Corr. segnala solo l’occhiello di prima pagina: "Dobbiamo
fottere la Bbc". Ha scritto questo Campbell nel suo diario?
Neanche per sogno. Campbell aveva scritto che "se Kelly
fosse la fonte, Gilligan sarebbe fottuto". Il corrispondente
sleeper da Londra ha ricamato per due pagine, confinando la notizia
che Rep. nasconde da settimane in un inciso: "E’ vero che
la Bbc appare colpevole di imprecisioni ed esagerazioni".
Ah, è vero? E’ allora perché non lo avete mai scritto?
Poi: "E che Gilligan ha cercato di rendere più eccitante
uno scoop mettendo in bocca a Kelly parole che questi non aveva
pronunciato". Ha imbrogliato la Bbc, eppure Sleeper è
convinto che siano venute "chiaramente alla luce i complotti
e le manipolazioni del governo".
Comico lo scoop di martedì sul "Parlamento Ue"
che avrebbe messo "l’Italia sotto inchiesta per la libertà
di informazione", definito "un passo senza precedenti
nella storia comunitaria". Sostituite "un passo"
con "una bufala", e avrete il classico esempio di giornalismo
alla Rep. Ieri, nascosta nel corpo dell’articolo dal titolo "a
Strasburgo è polemica", è arrivata la confessione-farsa:
non c’è nessuna inchiesta, solo una proposta. E perché
si avveri il titolo di Rep. la proposta deve prima "essere
sottoposta alla conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari,
la quale deve decidere se autorizzare la nomina di un relatore
che poi riferirà al Parlamento". Poi il Parlamento
dovrà approvare, ma "con maggioranza dei due terzi",
una "raccomandazione al Consiglio dei governi Ue".
Finito? No. "Nei governi la maggioranza dovrebbe essere
dei quattro quinti". Commento del republicones di turno:
"Sostanzialmente impraticabile". Come il giornalismo
di Rep. (continua)
25 Settembre 2003