La sinistra con i paraocchi soffre della sindrome di Taricone. Quando il fantastico concorrente del primo Grande Fratello apparve nel reality show da disprezzare a prescindere, diventò la vittima sacrificale degli intellettuali radical chic e delle madamine: tutti quei muscoli, che orrore! E come tratta male la fidanzatina, signora mia! Con quell’orribile accento casertano, poi. La sinistra salottiera era certa che il palestrato-macho-del-sud fosse un bullo di periferia. Era perfetto per il ruolo. Ma i bulli erano loro e Taricone un ragazzo intelligente, cosa poi riconosciuta anche da Umberto Eco.
Lo stesso è capitato con Arnold Schwarzenegger, palestrato, molestatore sessuale, con deprecabile cadenza crucca e protagonista del reality show per eccellenza, cioè di una campagna elettorale per sostituire il governatore della California. Il Manifesto ha scritto che il recall è "una prova di tirannia dal basso". Altri hanno parlato di circo, di farsa e di tutti i luoghi comuni possibili vista la candidatura di uno che al cinema interpreta Terminator. Ma sono loro che vivono di celluloide, è a loro che il popcorn è andato di traverso: in California non c’è mai stata tanta partecipazione ed entusiasmo. E Schwarzy in Kennedy, nonostante i pettorali, non è l’emblema della destra becera e bellicosa, sarà un governatore liberal sui diritti e sui temi sociali, dell’ambiente, del porto d’armi. La sfida alla vecchia sinistra è lanciata. Anche l’establishment repubblicano, già colpito dall’idealismo disilluso dei neocon, è in crisi. Ma almeno se ne è accorto.
9 Ottobre 2003