MAX DE ALOE QUARTET
L’anima delle Cose (Abeat records)
Attenzione. Questo è un disordinato e bellissimo disco di jazz italiano. Non fate come il curatore di questa colonna, il quale riceve centinaia di dischi che non riesce mai ad ascoltare. Salvo poi accorgersi, come gli è capitato un sabato mattina con questo "L’anima delle cose" dell’armonicista Max De Aloe, che trattasi di gioiellino. Dire jazz è sbagliato. E’ più un disco di musica popolare italiana. De Aloe, che qui suona con il fisarmonicista Gianni Coscia, va seguito con attenzione. L’ispirazione dice che gli sia venuta guardando il bosco che divide Gornate Olona e Carnago, nel contado del Seprio. Va sostenuto De Aloe. Pensate a cosa potrebbe fare se vivesse in un posto normale.
Simone Guiducci
Slang (Abeat records)
Diciamo che è il più bel disco di jazz italiano e non se ne parli più. Simone Guiducci suona la chitarra acustica, e riesce a fare un disco di quelli che ai gruppi di Pat Metheny non riescono da anni. Con lui c’è Eberhard Weber, sontuoso contrabbassista di Jan Garbarek e i bravi Matthew Renzi, Stefano Bagnoli, Kyle Gregory, Fausto Beccalossi e Antonio Zambrini ai sassofoni, batteria, tromba, fisarmonica e pianoforte.
Antonio Zambrini
Due colori (Abeat records)
Uno dei brani di Antonio Zambrini e del suo quartetto si chiama Mordecai, e chissà se è dedicato al sommo Barney. Garrincha, invece, è indubitabilmente Garrincha, "con la sua voluta andatura sbilenca" come scrive nelle note di copertina Franco Fayenz. Caetano è proprio Caetano Veloso, così come Salgado è il fotografo brasiliano. Resta, dunque, da capire chi sia Antonio Zambrini: un pianista milanese, il più tranquillo che ci sia.
Luigi Martinale
Urka (Irec – Black Saint)
Altro disco che il colonnista ha tenuto negli scaffali per mesi, probabilmente a causa dell’orribile copertina. Poi, letto che alla tromba c’è Fabrizio Bosso, gli è stata data una chance. Urka, che bello. E quanto è bravo Luigi Martinale. Melodia, solo melodia. Finalmente.
NICO MORELLI MEETS
MAURO NEGRI – Colours – Splasc(h)
Nico Morelli qui piace assai. Qualche anno fa fece uno strepitoso disco, Isole senza mari. Pensate a un simil Jarrett nostrano che incontra Brad Mehldau. D’accordo, tutti i pianisti del mondo imitano Jarrett e schiacciano l’occhio a Mehldau. Verissimo. Nico Morelli è certamente uno di loro. Ora è cresciuto e cerca idee, progetti nuovi. Ottima questa sfida tra il suo pianoforte e il clarinetto di Mauro Negri. Belle improvvisazioni.
MICHELE FRANZINI
Abeat (Records)
Valga quanto detto per Nico Morelli: qui il pianoforte e il trio di Michele Franzini piacciono assai.
DOCTOR 3 – Winter Tales (VVJ)
DANILO REA-ROBERTO GATTO
Baci rubati Live (Wide)
Se volete un bel disco di jazz italiano, suonato da campioni della materia, che non faccia scappare da casa i vostri ospiti, prendete uno qualsiasi dei dischi del trio Doctor 3. Belle melodie, canzoni rock e pop mescolate al jazz e alla grande tradizione musicale italiana. L’ultimo è un doppio, Winter Tales, con tanto Sting, Tom Waits, Ennio Morricone, Beatles, Red Hot Chili Peppers, Carole King, Mimmo Modugno e la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Baci Rubati, invece, è un disco del pianista Danilo Rea, un terzo di Doctor 3, con il batterista Roberto Gatto. L’idea è la stessa: Mingus più Armando Trovaioli, Alanis Morissette più Beatles più Rolling Stones.
VITO DI MODUGNO
Organ Grooves (Red Records)
Volete un perfetto disco Blue Note degli anni Sessanta, completo di organo ma prodotto nel 2003 da un musicista italianissimo? Trovato.