La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.) di ieri, 20 ottobre, si apriva con "Clandestini,
il viaggio della morte". C’era molta cronaca sul numero
di ieri e qualche scorrettezza. Il box di pagina 4, per esempio,
non era perfetto. Riportava l’editoriale sul New York Times di
Iyad Allawi, "presidente di turno del governo provvisorio
iracheno". Primo: non è presidente del governo provvisorio
ma del Consiglio governativo (il governo provvisorio è
un’altra cosa). Secondo: riassumere il suo pensiero in "Lasciate
l’Iraq" è eccessivo. Allawi, in realtà, loda
gli americani e li ringrazia ogni due righe. Si limita a dire
che quando migliorerà la sicurezza, nasceranno le nuove
istituzioni politiche e, infine, sarà completato il processo
per la nuova carta costituzionale, allora gli Stati Uniti dovranno
trasferire la sovranità agli iracheni. La sintesi di Rep.
è frettolosa. Così come il lungo reportage di Guido
Rampoldi, inviato in Afghanistan per esportare il republiconismo.
Ramp! svela che gli orridi americani guidati da Bush stanno aprendo
a molti reduci del regime integralista, e vorrebbero recuperare
alcuni "talebani pentiti". La notizia, e la tesi, sono
uno scoop, nonostante le fonti citate da Ramp!, due anonimi talebani
di Kabul, non siano un granché. A un certo punto Ramp!
spiega che dietro l’operazione c’è, tenetevi forte, il
petrolio. Il petrolio c’è sempre, dietro ogni mossa americana
e in ogni reportage di Ramp! Ma seguiamolo: "A facilitare
l’avvicinamento tra gli americani e gli ex nemici Taliban ha
concorso il fatto che i negoziatori avevano tra loro una certa
familiarità. Nel ’96-97 gli uni e gli altri discussero
a lungo il progetto d’una compagnia petrolifera americana, la
Unocal, per un gasdotto dal Turkmenistan al Pakistan via Afghanistan".
Bene. Stiamo parlando di sette anni fa, no? E alla Casa Bianca
c’era Clinton. Ma Ramp! è più furbo di tutti noi:
"Interrotte durante gli ultimi anni dell’amministrazione
Clinton, le relazioni tra americani e ‘moderati’ ripresero in
segreto subito dopo l’elezione di George W. Bush". Ultimi
anni di Clinton, subito dopo l’elezione di Bush. E’ così?
Red. Corr. e il mondo intero sapevano esattamente il contrario.
Ma Ramp! avrà fatto uno scoop incredibile. Gli crediamo
e andiamo avanti. Dunque: "Subito dopo l’elezione di George
W. Bush" sono riprese le relazioni tra americani e talebani.
Bene. Per dimostrarlo Ramp! si affida a un anonimo "talib
riciclato", il quale però gli rifila una sòla:
"Due incontri in Germania, all’inizio e alla fine del 2000".
Leggete bene: due incontri, all’inizio e alla fine del 2000.
Chi c’era alla Casa Bianca all’inizio del 2000? C’era Clinton.
E alla fine? Sempre Clinton. Bush si è insediato il 20
gennaio del 2001 e fino a un paio di settimane prima, a causa
dei conteggi dei voti e dei ricorsi in Florida, non sapeva neanche
se ci sarebbe mai arrivato alla Casa Bianca. Eppure Ramp! sostiene
che "i moderati promisero di aiutare gli americani a risolvere
il problema bin Laden se Washington avesse riconosciuto l’emirato.
Gli americani presero tempo. E’ possibile che quest’offerta segreta,
e forse anche l’affare Unocal che tornava all’orizzonte, abbiano
suggerito all’amministrazione Bush un attendismo a conti fatti
suicida". A conti fatti, più che possibile è
impossibile: al tempo Bush non era alla Casa Bianca. I contatti,
in realtà, erano noti (e meno misteriosi) e da due anni,
secondo la destra americana, costituiscono una prova dell’inefficienza
di Clinton a garantire la sicurezza Usa. Aridatece il Ramp! degli
scoop su Telekom Serbia. (continua)
21 Ottobre 2003