Camillo di Christian RoccaRedazionalmente Corretto del 31 ottobre 2003

La
prima pagina dell’organo dei Radical In, cioè la Repubblica
(Rep.) di ieri, 30 ottobre, si apriva con "Terrorismo, altri
due arresti". Complimenti. Finalmente un titolo con la notizia,
come quelli del Corriere della Sera. L’editoriale principale
della giornata è dell’umoralista Michele Serra, il teorico
della razza e della superiorità antropologica della sinistra.
Inizia così: "Nella concitata discussione seguita
al gesto concitato di un estremista religioso come Adel Smith,
solamente Tullia Zevi, voce emerita degli ebrei italiani, ha
voluto tenere fermo il principio dell’assoluta laicità
dello Stato". Bell’attacco, ma non è vero. Anche
Giorgio La Malfa e Marco Pannella hanno espresso la stessa posizione,
il leader radicale peraltro con un’intervista proprio sul giornale
dell’umoralista.
Serra ha dedicato l’altro articolo di giornata a Mariano Apicella,
l’essere umano più distante che ci possa essere dal radicalismo
chic di Serra (scimmia, di scimmia, di scimmia, per dirla con
Francesco Merlo). Scrive l’umoralista: "Le sue canzoni,
per altro molto brutte, e per giunta peggiorate dai testi del
premier". Sarà anche vero, ma come faccia l’umoralista
a sapere che le sue canzoni sono "per altro molto brutte"
è un mistero, visto che il disco esce oggi. Anche l’Amaca
di domani, per altro molto brutta, andrà recensita. Nel
frattempo, con un passo indietro, è possibile recuperare
l’Amaca di mercoledì. Era un’ode a Marco Paolini e a Raitre.
L’umoralista scrive che "non era televisione, quello che
guardavo, ma era in televisione che lo stavo guardando. Perfino
la mediocre cornice dell’elettrodomestico, di solito rigonfio
di fesserie, aveva la nobiltà di un palcoscenico o di
un altare, con Vajont dentro". I soliti umoralismi, ma nel
finale c’è il colpo d’ala: "Il successo di Vajont,
a parte i meriti intrinseci dello spettacolo, dipese anche dall’incredulità
entusiasta del pubblico di fronte a un televisore che non vomitava
trucchetti e mediocrità, ma arte e verità".
Né trucchetti né conati di vomito né mediocrità.
Solo arte e verità, come quando un autore umoralista consigliò
a Morandi di mettersi in mutande in prima serata.
Un altro editoriale è di Giorgio Bocca, stranamente confinato
a pagina 17, forse perché Guido Rampoldi non lo considera
al livello del "vivido" Basso Impero. Bocca spiega
che l’America ha perso, e che "l’unico problema serio di
questa avventura è come uscirne, come trovare il modo
di tornare a casa". L’intera prima pagina di cultura è
dedicata a un’intervista a Daniel Pipes, consigliere falchissimo
di Bush per il Medio Oriente. Ottima e scritta da Giancarlo Bosetti,
altro neo(republi)con de’ republicones.
Enrico Franceschini, infine, il corrispondente sleeper da Londra
che per mesi ci ha raccontato che Tony Blair stava mentendo-perdendo-morendo,
è rimasto spiazzato: l’odiato Tony è saldo al comando,
in compenso è stato cacciato il suo avversario Iain Duncan
Smith. Franceschini ha dovuto raccontarlo in poche imbarazzate
righe.
In realtà ieri non poteva esserci articolo o analisi o
editoriale paragonabile all’intera pagina 21. E’ una pagina pubblicitaria,
tutta di testo. Più che una pubblicità, graficamente
sembra un editto, un proclama, una specie di "combattenti
di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione
e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’impero e del regno
d’Albania! Ascoltate!". Immaginate un testo a caratteri
cubitali che dica: "MIRKO TREMAGLIA, ministro per gli Italiani
nel Mondo, comunica: è nata LA CONFEDERAZIONE DEGLI IMPRENDITORI
ITALIANI NEL MONDO. Sono arrivati a centinaia dall’Europa, dal
Nord America, dall’America Latina, dall’Asia, dall’Africa, dall’Australia".
E, ancora: "Un impero economico tutto nel nome della Patria
per una grande alleanza con i produttori che stanno in Italia";
"ONORE ALL’ALTRA ITALIA: UNA GRANDE RISORSA, UNA GRANDE
RICCHEZZA". Trattasi di pagina pubblicitaria e in questi
casi l’antifascismo va messo da parte visto che nelle casse entra
un mucchio di euro. L’euro delle decisioni irrevocabili: accettiamo
bonifici. (continua)

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