MIROSLAV VITOUS
Universal Syncopations (Ecm)
Questo disco non lo troverete nelle classifiche ufficiali dei migliori dischi dell’anno per un motivo tecnico: è uscito adesso, a votazioni già chiuse. Magari il nome Miroslav Vitous non vi dice niente. Azzi vostri. E’ un grandissimo contrabbassista cecoslovacco che ha fatto la storia della Ecm, la più raffinata etichetta discografica of the world. Magari, però, qualcosina vi dice il nome di Chick Corea. Certo che sì, cicoria lo conoscono tutti. Magari avete sentito parlare anche di Jan Garbarek, no? E anche di John McLaughlin? Ma sì, dài. I sassofoni nordici di Garbarek e la chitarra più veloce del west dell’ex leader della Mahavishnu Orchestra. Sì. Magari vi ritorna in mente anche il nome di Jack DeJohnette. Certo che è lui, Jack DeJohnette, il batterista di Keith Jarrett. Uno dei tre più bravi batteristi del mondo (gli altri sono Joey Baron e Paul Motian). Bene, anche se Miroslav Vitous non vi dice niente, immaginate che queste cinque star si mettano insieme e facciano un disco together. Lo hanno fatto. Ed è un gran bel disco. Certo con questo po’ po’ di stelle poteva uscirne il più bel disco del decennio, ma non è il caso. Capita sempre quando le aspettative sono spropositate. Un po’ come dopo il primo Grande Fratello: anche le edizioni successive erano divertenti ma Taric e Marinalarosa uhm, lasciamo perdere. Compratelo però, vi placherà dall’ansia che la seconda edizione dell’Isola dei Famosi non sia all’altezza della prima.
ENRICO PIERANUNZI – FelliniJazz (Cam)
Questo disco non lo troverete nelle classifiche ufficiali dei migliori dischi dell’anno per un motivo tecnico: la casa discografica s’è dimenticata di mandarlo al vostro colonnista jazz. Peccato. E’ davvero molto bello, il colonnista lo avrebbe certo votato al Referendum Top Jazz della rivista Musica Jazz. Magari il nome di Enrico Pieranunzi non vi dice niente. Azzi vostri. E’ un grandissimo pianista italiano con un solo difetto: si fa chiamare Maestro, come Riccardo Muti. Magari, però, qualcosina vi dice il nome di Charlie Haden. Certo che sì, ciarliaden lo conoscono tutti. Magari avete sentito parlare anche di Kenny Wheeler, no? Neanche di Chris Potter? Ma sì, dài. Sono un trombettista inglese che ha fatto la storia della Ecm eccetera e un sassofonista già ragazzino prodigio. Sì. Magari vi ritorna in mente anche il nome di Paul Motian. Certo che è lui, Paul Motian, è il batterista che ha fatto la storia del jazz moderno. Uno dei tre più bravi batteristi del mondo (gli altri sono Joey Baron e Jack DeJohnette). Bene, ora anche se Enrico Pieranunzi non vi dice niente, immaginate che queste star si mettano insieme e facciano un disco together. Lo hanno fatto. Ed è un gran bel disco, dedicato alle musiche dei film di Fellini. E’ un disco così bello che i cinque musicisti riescono a rigenerare quelle note che con le immagini oniriche e circensi di Fellini risultavano stucchevoli. Fino a domani una versione light di FelliniJazz può essere ascoltata al Blue Note di Milano, che non è solo un club ma la prova della superiorità della civiltà occidentale.
BOJAN Z TRIO – Transpacifik (Label Bleu)
Questo disco non lo troverete nelle classifiche ufficiali dei migliori dischi dell’anno per due motivi tecnici: è uscito troppo tardi e l’autore di cognome fa Zulfikarpasic. Nessuno è in grado di scriverlo. Lui stesso, strepitoso pianista bosniaco, tenta pateticamente di farsi chiamare Bojan Z, ma non riesce a emergere. Peccato, è uno dei più bravi e fantasiosi pianisti del jazz moderno.
MARIO RAJA – MARVI LA SPINA – BRUNO TOMMASO – Ligheia – Splasc(H)
Questo disco non lo troverete nelle classifiche ufficiali dei migliori dischi dell’anno, o forse sì. Per trovarlo sarebbe sufficiente che gli altri giurati fossero più attenti del colonnista jazz di codesto giornale. Il quale si mangia le mani, e se potesse tornare indietro troverebbe uno spazietto nella scheda per il Top Jazz di Musica Jazz. Il punto è che questo trio di musica siculo-americana è fantastico.
ALL THAT JAZZ (Edizioni Olivares)
Questo disco non lo troverete nelle classifiche ufficiali dei migliori dischi dell’anno perché non è un disco, ma un bellissimo libro fotografico.